23 January 2014

Fiat lascia l'Italia !?

Detroit è di fatto il nuovo quartiere generale della Fiat. E’ questo il messaggio che arriva dalla capitale dell’auto americana. Difficile lasciar spazio ad altre interpretazioni...(Sondaggio:Trovi che sia un vantaggio spostare il quartier generale? Sarà sacrificato il marchio Lancia?)

Fiat lascia l'italia !?

Detroit è di fatto il nuovo quartiere generale della Fiat. E’ questo il messaggio che arriva dalla capitale dell’auto americana. Difficile lasciar spazio ad altre interpretazioni. E anche se Marchionne, giocando in punta di fioretto, ha assicurato che la produzione resterà in Italia e che il nuovo piano industriale prevederà forti investimenti sulla produzione nel nostro Paese, non è difficile estrapolare i nuovi ingredienti che saranno alla base del rilancio del gruppo. Un rilancio che dovrà necessariamente passare da Detroit e non da Torino se si vuole credere davvero nel riassetto globale del Gruppo.

Un gruppo che, ricordiamo, dopo la totale acquisizione della Chrysler, è balzato al settimo posto tra i grandi player dell’industria automobilistica. Più in dettaglio, il piano industriale definitivo, hanno detto Elkann e Marchionne, verrà presentato a maggio, avrà durata triennale e al volante almeno fino al 2017 ci sarà sempre Sergio Marchionne. E’ un progetto ambizioso che vedrà la nuova società (il cui nuovo nome comprenderà le parole Fiat e Chrysler) impegnata su diversi fronti e con diversi obbiettivi: primo fra tutti la scelta della nuova sede operativa, o se preferite il cervello di questa multinazionale.

Ed è praticamente certo che il cuore dell’azienda lascerà Torino per volare in America, dove sono garantite maggiori possibilità di accesso al mercato finanziario e dove si possono trovare maggiori vantaggi. Insomma la Fiat parlerà sempre più inglese perché al di là dell’Atlantico c’è il mercato vero dei grandi numeri, perché le banche garantiscono risposte immediate e perché i sindacati hanno un approccio diverso con il mondo imprenditoriale.

Difficile non cogliere in queste parole almeno per il momento, bocciato severamente. E non poteva essere che così, considerando la cronica cecità di una classe politica logorata da decenni di ruberie di ogni genere e da mille lotte interne; da intere legislature spese a discutere di problemi, senza mai riuscire a risolverne uno. Da politiche del lavoro che sembrano fatte apposta per togliere lavoro e non per crearlo. Insomma la classica rappresentazione della peggiore Italia. Ma forse non tutto è perduto.

Forse abbiamo ancora delle carte da giocare. Del resto lo stesso Marchionne ha confermato che è determinato a salvare la nostra industria, garantendo l’operatività dei siti produttivi nel nostro Paese e promettendo un rilancio nel cosiddetto polo del lusso. Operazione non proprio semplicissima e che nelle intenzioni porterà al rinnovamento totale del marchio Alfa Romeo attraverso il know how della Ferrari, analogamente a quanto si è fatto e si continua a fare con Maserati.

 

 

Il Biscione dovrà insomma essere in grado di lottare in ogni angolo del mondo con i big del mercato, i tedeschi, che in questi segmenti premium fanno il bello e il cattivo tempo da un sacco di anni. Non è facile: giocare contro i più forti è senza dubbio stimolante ma è anche molto pericoloso, dal momento che non sono ammessi errori o distrazioni. In ogni caso nei prossimi mesi ne sapremo di più. Per ora “accontentiamoci” di apprendere che il matrimonio tra Fiat e Chrysler sta procedendo secondo i piani e i frutti che nasceranno dovrebbero portare sollievo alle casse, allargando una famiglia destinata per l’appunto a parlare sempre più in inglese.

Perché il futuro sembra irrimediabilmente tracciato. E gli italiani è bene che se ne rendano conto in fretta. Per tornare a crescere ed essere competitivi sui mercati mondiali. Abbiamo alle spalle millenni di storia con la S maiuscola e abbiamo tutto ciò che serve per far rinascere il nostro Paese. In ogni campo lavorativo, come in qualsiasi altro ambito. Basterebbe, forse, prendere maggior coscienza delle nostre possibilità e agire di conseguenza. Un consiglio? Andare alle urne delle prossime elezioni europee ricordando cosa è successo in Italia in questi anni. E votare di conseguenza.

 

 

Sondaggio: Fiat in Usa, cosa ne pensate?

 

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