Difetti la “vecchia” Passat ne aveva davvero pochi, anzi, forse non ne aveva proprio, ma è naturale che ogni nuovo modello sia per qualche verso migliore del precedente. Nel caso specifico si tratta però di una vettura profondamente diversa, che nasce da una nuova scocca, dal passo maggiorato ma con le stesse dimensioni e dal peso addirittura ridotto. Esteticamente non stacca in modo netto, ma nel complesso resta sempre una delle migliori vetture del segmento alla luce di un rapporto qualità/prezzo/contenuti tecnologici difficile da eguagliare. Finora la Passat era più che altro sicura e confortevole, ora aggiunge un dinamismo sorprendente, almeno optando per le sospensioni attive, che in Sport rendono più rigido un assetto altrimenti a proprio agio anche sullo sconnesso.
COME È FATTA Al primo sguardo sembra molto più grande del modello precedente, in realtà non lo è affatto. Del resto, l’obiettivo dei designer del Gruppo VW era proprio quello di conferire un aspetto da ammiraglia senza accrescere le già considerevoli dimensioni della “vecchia” Passat. Ad ogni modo la nuova nata è più larga di una decina di centimetri e più bassa, per un’immagine più sportiva e dinamica che non guasta affatto. Poi c’è l’abitacolo, che è profondamente cambiato, anche se la sensazione è sempre quella di sentirsi un po’ come a casa propria. E’ immediato trovare la posizione di guida più congeniale nonostante il volante non sia mai perfettamente verticale, i comandi che servono nella guida si trovano senza problemi e la sensazione di qualità è sottolineata da plastiche morbide al tatto intervallate da gradevoli listelli satinati. Colpiscono le bocchette di aerazione estese per tutta la lunghezza della plancia, che si integra alla perfezione con pannelli porta arricchiti da generose tasche nella zona inferiore.
E’ molto gradevole da impugnare anche il volante a tre razze, che però presenta comandi poco intuitivi da usare: inizialmente sembrerebbe che quelli posizionati sulla razza sinistra servano solo per gestire il cruise control, ma poco dopo si scopre la regolazione del volume dell’impianto audio demandata a un piccolo bilanciere posizionato appunto sotto l’area dedicata al regolatore automatico della velocità. Quelli sulla razza destra servono invece per spostarsi tra i vari menù, tra cui spiccano quelli del computer di bordo (a colori per 145 euro), visualizzato dal piccolo display a colori posto tra tachimetro e contagiri. Meno laborioso invece gestire il monitor da 6,5” sulla consolle, non soltanto perché in un mondo di tablet e smartphone l’uso del sistema touch screen è ormai una prassi comune, ma anche per una serie di finezze come, per esempio, il passaggio dalla modalità di visualizzazione a quella di comando che avviene automaticamente all’avvicinarsi delle dita al monitor.
Si possono poi far scorrere elenchi e menù, oltre a ingrandire una particolare zona unendo 2 dita e successivamente allargandole. C’è anche la funzione rubberband, che consente di modificare il percorso del navigatore satellitare toccando con il dito un punto della rotta sulla mappa, mentre i tempi di reazione del sistema di infotainment si sono sensibilmente ridotti grazie al processore principale dalla potenza raddoppiata. L’aumento del passo si riflette invece positivamente sull’abitabilità, come conferma la crescita di 33 mm della lunghezza interna, mentre il già notevole volume del bagagliaio è ulteriormente cresciuto, per l’esattezza di 47 litri con gli schienali posteriori in posizione d’uso.