03 July 2013

SEAT LEON SC 2.0 TDI 150 CV STYLE

La media spagnola “perde” due porte e si presenta al grande pubblico con un look più dinamico, giovame e sbarazzino. Con il 2 litri TDI da 150 cavalli abbina prestazioni di buon livello con una velocità dichiarata di 215 km/h e consumi....

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Largo ai giovani. Perciò la Seat Leon si toglie due porte, accorcia il passo di 35 mm, lima 13 mm nella parte anteriore del tetto e 18 mm in quella posteriore, dimagrisce di 18 kg nella scocca grazie ad acciai ad alta resistenza, si ricuce un nuovo abito attillato sulle forme più tirate et voilà, anzi olè, il gioco è fatto. Ecco la Leon SC, acronimo di “sport coupè”, la prima tre porte per la media spagnola, arrivata alla terza generazione, che va ad arricchire la gamma in attesa del completamento definitivo a inizio 2014 con la versione più cattiva “Cupra” e, cosa importante per il nostro mercato, la station wagon.

 

 

La nuova Leon SC, con prezzi che vanno dai 17.620 euro per la Reference 1.2 TSI fino ai 25.750 euro della FR 2.0 TDI, incarna alla perfezione lo spirito sportivo, perciò pur non rappresentando un cavallo di battaglia a livello di numeri di vendita, riveste un ruolo di perfetta ambasciatrice del DNA del marchio, oltre che una bella calamita per il pubblico più giovane. Già al primo impatto non vi sono dubbi che gli interventi sopra descritti hanno prodotto un risultato accattivante dal punto di vista estetico, ma oltre all’apparenza i responsabili del progetto hanno dedicato molta cura anche ai dettagli funzionali. Partendo dalla piattaforma di famiglia MQB, la stessa di Golf 7 e Audi A3, i tecnici spagnoli oltre a diminuire il passo di 35 mm, mantenendo la buona abitabilità e la capacità del bagagliaio (380 litri) della 5 porte, hanno montato i propulsori con un’angolazione di 12 gradi verso il posteriore, avanzando l’asse anteriore di 40 mm e ottenendo una migliore distribuzione dei pesi, utilizzato acciai ad alta resistenza per la scocca e ottimizzato varie componenti per abbassare il peso complessivo, a vantaggio della maneggevolezza, e lavorato di fino sulle linee per ottenere il giusto mix tra look aggressivo, ottimizzazione dell’aerodinamica e buona visibilità.

 

 

Con risultati assolutamente apprezzabili. Infatti, nonostante le lievi differenze in lunghezza e altezza rispetto alla sorella a cinque porte (rispettivamente 4.228 mm invece 4.260 mm e 1.446 mm invece di 1.460), la SC appare immediatamente più compatta e, quindi, grintosa. Grazie anche al frontale che esprime carattere, ai montanti anteriori inclinati e agli specchietti retrovisori particolarmente profilati e studiati per garantire visibilità e limitare fruscii aerodinamici, al taglio dei finestrini posteriori e alla marcata sagomatura delle spalle.

 

In allegato in alto il listino pdf.

 

 

Allestimenti

In attesa della versione sportiva per eccellenza, la Cupra equipaggiata con il 2.0 TSI da 265 Cv, tra allestimenti e motorizzazioni disponibili è possibile già fin da ora scegliere la vettura in linea con le proprie esigenze. Tre gli allestimenti: Reference, con una buona dotazione di base che comprende, cerchi in lega da 15”, sette air bag, Esc con Abs e Asr, specchietti esterni regolabili e riscaldabili elettricamente, luci diurne, computer di bordo e Media System Touch con schermo touchscreen, climatizzatore manuale e sedili posteriori abbattibili; Style, che pare il più vantaggioso come rapporto qualità/prezzo, con in più cerchi da 16”, fendinebbia e luci di svolta, cruise control, Media System Touch Color con sei altoparlanti e collegamento al telefono Bluetooth, volante multifunzione rivestito in pelle, bracciolo centrale con vano portaoggetti e rivestimenti interni bicolore o Alcantara; FR, con cerchi in lega da 17”, paraurti sportivi, sospensioni sportive, soprattutto la variante posteriore multilink invece che a barra di torsione, vetri oscurati posteriori, specchietti ripiegabili e gruppi ottici a led.

 

Oltre alla dotazione di serie, a richiesta sono disponibili ulteriori sistemi di assistenza alla guida, come il dispositivo per il riconoscimento della stanchezza, quello di mantenimento della corsia (Haeding Control), il “Full Beam Assist” che sopra i 60 km/h attiva automaticamente gli abbaglianti oppure li commuta in anabbaglianti, fino al sistema di frenata multipla (Multi Collision Brake) che evita impatti secondari in caso di incidente. Interessante, e utile, anche il sistema di navigazione che, nella soluzione top di gamma, può essere attivato mediante comando vocale.

 

Su strada

Ben sette le motorizzazioni disponibili, tutte dotate di iniezione diretta e sovralimentate tramite turbocompressore: tre TSI, il 1.2 declinato in 86 e 105 Cv, quest’ultimo con Start/stop e recupero d’energia con cambio manuale o DSG a richiesta, rispettivamente accreditati di consumi ed emissioni (dichiarati, ndr.) di 5,2 l/100 km e 119 g/km di CO2 e 4,9 l/100 km e 114 g/km di CO2, e il nuovo 1.4 da 122 Cv, disponibile solo per l’allestimento FR con cambio manuale a 6 rapporti, che percorre 100 km con 5,2 litri di benzina e 120 g/km di CO2. Quattro i motori TDI: la new entry 1.6 da 90 Cv con consumi di 4,1 l/100 km ed emissioni di 108 g/km di CO2; il 1.6 da 105 Cv, con start/stop e recupero di energia e cambio manuale o DSG a richiesta, a cui bastano solo 3,8 litri di gasolio per 100 km ed emissioni di CO2 contenute a 99 g/km; due 2.0, da 150 Cv (quello della nostra prova), con start/stop e disponibile sia con cambio manuale a 6 rapporti o con DSG solo per la versione FR, con consumi di 4,1 l/100 km e 106 g/km di CO2 (4,4 l/100 km e 117 g/km con DSG), e quello di punta da 184 Cv con start/stop e cambio solo manuale.

 

Anche all’interno dell’abitacolo si percepisce quel mix di sportività, con il volante a tre razze ed i sedili anteriori sportivi che contengono bene, e sobria eleganza, con materiali e finiture di buona qualità. Così com’è buona la visibilità. La posizione di guida è facilmente personalizzabile grazie alla regolazione del volante in altezza e profondità e a quella micrometrica del sedile tramite rotella. In marcia il TDI 2.0 litri da 150 Cv si fa apprezzare per silenziosità, brillantezza ed elasticità. Pronto al minimo richiamo dell’acceleratore, il quattro cilindri di matrice teutonica spinge fin dai bassi regimi producendosi in allunghi corposi e costanti, tanto da non obbligare ad un continuo utilizzo del cambio sui tratti misti.

A tal proposito non possiamo che elogiare il perfetto funzionamento sia del cambio manuale sia di quello DSG a doppia frizione (il prezzo però sale da 23.420 a 26.220 euro, perché è disponibile con allestimento FR), che consente cambiate rapidissime anche se, come abbiamo detto più volte e riguarda quasi tutti i costruttori, per utilizzare correttamente la funzione manuale sequenziale serve un po’ di concentrazione dato che i movimenti di salita di rapporto e scalata sono al contrario di quanto suggerirebbe la logica. Azzeccata anche la taratura delle sospensioni con un perfetto mix tra sport e confort, in grado di assorbire al meglio le asperità senza creare scompensi nell’assetto.

 

La Leon SC trasmette un immediato feeling al pilota, grazie all’inserimento e ad una percorrenza di curva sempre precise, facilitate dalla sincerità dello sterzo servoassistito elettricamente, e alla capacità di assimilare bene ogni eventuale correzione senza che si inneschino reazioni brusche del posteriore. Insomma, in ogni frangente, anche quando si esagera un po’ con ingressi in curva “garibaldini”, dove si manifesta un po’ di sottosterzo, la Leon SC trasmette sempre la gradevole sensazione di sicurezza e controllo. Anche la frenata è all’altezza della situazione, pur se bisogna assuefarsi alla modulabilità di un pedale decisamente reattivo.

 

 

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