Ben sette le motorizzazioni disponibili, tutte dotate di iniezione diretta e sovralimentate tramite turbocompressore: tre TSI, il 1.2 declinato in 86 e 105 Cv, quest’ultimo con Start/stop e recupero d’energia con cambio manuale o DSG a richiesta, rispettivamente accreditati di consumi ed emissioni (dichiarati, ndr.) di 5,2 l/100 km e 119 g/km di CO2 e 4,9 l/100 km e 114 g/km di CO2, e il nuovo 1.4 da 122 Cv, disponibile solo per l’allestimento FR con cambio manuale a 6 rapporti, che percorre 100 km con 5,2 litri di benzina e 120 g/km di CO2. Quattro i motori TDI: la new entry 1.6 da 90 Cv con consumi di 4,1 l/100 km ed emissioni di 108 g/km di CO2; il 1.6 da 105 Cv, con start/stop e recupero di energia e cambio manuale o DSG a richiesta, a cui bastano solo 3,8 litri di gasolio per 100 km ed emissioni di CO2 contenute a 99 g/km; due 2.0, da 150 Cv (quello della nostra prova), con start/stop e disponibile sia con cambio manuale a 6 rapporti o con DSG solo per la versione FR, con consumi di 4,1 l/100 km e 106 g/km di CO2 (4,4 l/100 km e 117 g/km con DSG), e quello di punta da 184 Cv con start/stop e cambio solo manuale.
Anche all’interno dell’abitacolo si percepisce quel mix di sportività, con il volante a tre razze ed i sedili anteriori sportivi che contengono bene, e sobria eleganza, con materiali e finiture di buona qualità. Così com’è buona la visibilità. La posizione di guida è facilmente personalizzabile grazie alla regolazione del volante in altezza e profondità e a quella micrometrica del sedile tramite rotella. In marcia il TDI 2.0 litri da 150 Cv si fa apprezzare per silenziosità, brillantezza ed elasticità. Pronto al minimo richiamo dell’acceleratore, il quattro cilindri di matrice teutonica spinge fin dai bassi regimi producendosi in allunghi corposi e costanti, tanto da non obbligare ad un continuo utilizzo del cambio sui tratti misti.
A tal proposito non possiamo che elogiare il perfetto funzionamento sia del cambio manuale sia di quello DSG a doppia frizione (il prezzo però sale da 23.420 a 26.220 euro, perché è disponibile con allestimento FR), che consente cambiate rapidissime anche se, come abbiamo detto più volte e riguarda quasi tutti i costruttori, per utilizzare correttamente la funzione manuale sequenziale serve un po’ di concentrazione dato che i movimenti di salita di rapporto e scalata sono al contrario di quanto suggerirebbe la logica. Azzeccata anche la taratura delle sospensioni con un perfetto mix tra sport e confort, in grado di assorbire al meglio le asperità senza creare scompensi nell’assetto.
La Leon SC trasmette un immediato feeling al pilota, grazie all’inserimento e ad una percorrenza di curva sempre precise, facilitate dalla sincerità dello sterzo servoassistito elettricamente, e alla capacità di assimilare bene ogni eventuale correzione senza che si inneschino reazioni brusche del posteriore. Insomma, in ogni frangente, anche quando si esagera un po’ con ingressi in curva “garibaldini”, dove si manifesta un po’ di sottosterzo, la Leon SC trasmette sempre la gradevole sensazione di sicurezza e controllo. Anche la frenata è all’altezza della situazione, pur se bisogna assuefarsi alla modulabilità di un pedale decisamente reattivo.