Con la diffusione delle auto elettriche e ibride ci stiamo lentamente abituando a muoverci nel silenzio più assoluto, ma quando non capisci se il motore sia in moto o meno e sei perfettamente conscio del fatto che sotto l’interminabile cofano si trovi un V12 di 6.750 cc non puoi che restare esterrefatto. In realtà, al volante di una cabriolet lunga come un transatlantico e costosa quanto un immobile, di aspetti sorprendenti ce ne sono un’infinità e la questione più intricata è riordinare le idee, mantenendo un minimo di lucidità dopo essere stati letteralmente travolti da una tempesta di emozioni.Prima cosa devi sempre tener ben presente che stai guidando un oggetto che costa quasi mezzo milione di euro, ma contemporaneamente la tua mente è in gran parte assorta nel difficile intento di familiarizzare con una vettura con la quale non è affatto scontato entrare in sintonia.
NOBILDONNA
Del resto una nobildonna non si concede certo al primo venuto e, per conquistare la sua fiducia, devi quantomeno esplorare con calma e tatto anche le più piccole sfumature del suo animo, possibilmente decifrandone i suoi lati più oscuri. Le porte non si aprono come in qualsiasi altra automobile, sono incernierate nella parte posteriore per rendere più comodo l’accesso al sontuoso abitacolo. Giusto, ma una volta seduto al posto di guida faresti fatica a raggiungerle per richiuderle, ma mai e poi mai a chi sale su una vettura con in punta di cofano l’inossidabile “Spirit of Ecstasy” verrebbe richiesto uno sforzo fisico.
Ecco perché basta premere un pulsante e le porte si chiudono da sole, anzi, si accostano alle battute, perché a sigillarle completamente provvede un sistema che le appoggia delicatamente alle spesse guarnizioni, per poi stringerle con fermezza finché non arrivano a finecorsa. Poi scopri che il tasto per avviare il motore è sulla sinistra, come del resto è consuetudine in Casa Rolls, per regolare il sedile devi aprire lo sportellino sotto il morbido poggiabraccio, mentre la gestione del cambio è affidata a una semplice levetta a destra del piantone di sterzo.
Di pulsanti per selezionare i vari programmi di guida neanche l’ombra, così come l’impiego manuale del cambio automatico non è neppure contemplato. Del resto è giusto che sia così, perché Rolls Royce è sinonimo di lusso e comodità, punto e basta. E sfido chiunque a trovare una vettura che ti isoli così bene dal mondo esterno, sembra quasi di viaggiare su un tappeto volante tanto spessa e netta è la linea di demarcazione tra pneumatici e strada; qualsiasi sconnessione dell’asfalto viene digerita con un aplomb che sembra quasi trascendere dal mondo terreno, così come l’intonata melodia generata dai pistoni che scorrono con la regolarità di un orologio svizzero nei 12 cilindri è talmente soffusa da non poter neanche lontanamente essere assimilata al volgare concetto di rumore.
Casomai si potrebbe parlare di un soffuso ronzio che tende ad affievolirsi in corrispondenza degli impercettibili cambi di marcia. E’ infatti quasi impossibile notare il calo di giri tra i vari rapporti innestati delicatamente dalla trasmissione, anche perché il contagiri non esiste, sarebbe stato troppo banale e scontato informare il guidatore del regime di rotazione del motore; a bordo di una Rolls Royce è più appropriato sapere quanta sia la percentuale di potenza disponibile, ma in genere l’ago difficilmente si sposta verso lo zero.