Mini Usa ha presentato al Salone di Chicago
la Mini in versione commemorativa per i
40 anni della vittoria al rally
di Montecarlo, firmata dalla coppia Hopkirk-Liddon nel 1964 con la
celebre “
numero 37”.
La
vittoria al Montecarlo trasformò la Mini da utilitaria in piccola
sportiva
alla portata di (quasi) tutte le tasche, rendendola
un’icona
dell’automobilismo.
Il 17 gennaio 1964,
alla partenza erano schierate auto ben più
grosse
e potenti della numero 37, come Citroen DS, Ford Falcon, Mercedes 220
SE, Saab 96 e Volvo PV 544.
Ma
la “33-EJB” preparata da John Cooper e pilotata da Paddy
Hopkirk,
assistito dall’altissimo navigatore Henry Liddon, fece delle
ridotte
dimensioni e della
trazione anteriore gli strumenti in grado
di proiettarla al vertice della classifica.
Il
percorso di gara prevedeva
tratti innevati e prove notturne dominate
dal ghiaccio e, mentre le grosse e potenti avversarie faticavano a
restare in strada, la numero 37 vinceva soprattutto
grazie alla
maneggevolezza
e alla migliore motricità offerta dalla trazione anteriore. Era la
vittoria di
Davide contro Golia. E la Mini divenne uno status symbol.
Solo mille Mini vestiranno la livrea dell’edizione
commemorativa, rigorosamente rossa con tetto bianco e
targa
“33-EJB”
sul cofano, come la piccola trazione anteriore protagonista del mitico
rally; inoltre, sempre sul cofano e sui montanti posteriori, si vede una
targhetta “
40° anniversario”.
Infine,
la Mini by Bmw sfoggia il celebre numero “37” sulle portiere, ma, in
ossequio all’odierna voglia di understatement,
la placca portanumero
è magnetica e può essere tolta a piacimento. Sul posteriore
risalta
la targhetta metallica di nazionalità
GB, a perenne ricordo
dell’origine
della Mini del ’64.
I
cerchi da 17” sono in lega dal colore brunito, mentre i fari
–
magari li avessero avuti i piloti degli Anni 60 – sono allo
Xeno.
Non potevano mancare i
proiettori supplementari (antinebbia) anche
se non in numero pari a quelli montati durante la competizione monegasca.
Stile corsaiolo anche all’interno, dove
la
plancia in fibra di carbonio è dominata dagli indicatori
supplementari
del voltaggio e della temperatura dell’olio.
A centro plancia c’è una targhetta con
il numero dell’esemplare e
i sedili sono in pelle bicolore rossa e
nera, così come lo spesso volante sportivo a tre razze. Il tutto a
circa 27.000 dollari, poco più di 21.500 euro, il prezzo
(italiano)
di una Cooper S “normale”.
Mini Usa ha presentato al Salone di Chicago
la Mini in versione commemorativa per i
40 anni della vittoria al rally
di Montecarlo, firmata dalla coppia Hopkirk-Liddon nel 1964 con la
celebre “
numero 37”.
La
vittoria al Montecarlo trasformò la Mini da utilitaria in piccola
sportiva
alla portata di (quasi) tutte le tasche, rendendola
un’icona
dell’automobilismo.
Il 17 gennaio 1964,
alla partenza erano schierate auto ben più
grosse
e potenti della numero 37, come Citroen DS, Ford Falcon, Mercedes 220
SE, Saab 96 e Volvo PV 544.
Ma
la “33-EJB” preparata da John Cooper e pilotata da Paddy
Hopkirk,
assistito dall’altissimo navigatore Henry Liddon, fece delle
ridotte
dimensioni e della
trazione anteriore gli strumenti in grado
di proiettarla al vertice della classifica.
Il
percorso di gara prevedeva
tratti innevati e prove notturne dominate
dal ghiaccio e, mentre le grosse e potenti avversarie faticavano a
restare in strada, la numero 37 vinceva soprattutto
grazie alla
maneggevolezza
e alla migliore motricità offerta dalla trazione anteriore. Era la
vittoria di
Davide contro Golia. E la Mini divenne uno status symbol.
Solo mille Mini vestiranno la livrea dell’edizione
commemorativa, rigorosamente rossa con tetto bianco e
targa
“33-EJB”
sul cofano, come la piccola trazione anteriore protagonista del mitico
rally; inoltre, sempre sul cofano e sui montanti posteriori, si vede una
targhetta “
40° anniversario”.
Infine,
la Mini by Bmw sfoggia il celebre numero “37” sulle portiere, ma, in
ossequio all’odierna voglia di understatement,
la placca portanumero
è magnetica e può essere tolta a piacimento. Sul posteriore
risalta
la targhetta metallica di nazionalità
GB, a perenne ricordo
dell’origine
della Mini del ’64.
I
cerchi da 17” sono in lega dal colore brunito, mentre i fari
–
magari li avessero avuti i piloti degli Anni 60 – sono allo
Xeno.
Non potevano mancare i
proiettori supplementari (antinebbia) anche
se non in numero pari a quelli montati durante la competizione monegasca.
Stile corsaiolo anche all’interno, dove
la
plancia in fibra di carbonio è dominata dagli indicatori
supplementari
del voltaggio e della temperatura dell’olio.
A centro plancia c’è una targhetta con
il numero dell’esemplare e
i sedili sono in pelle bicolore rossa e
nera, così come lo spesso volante sportivo a tre razze. Il tutto a
circa 27.000 dollari, poco più di 21.500 euro, il prezzo
(italiano)
di una Cooper S “normale”.