Auto elettriche: in futuro potrebbero rivelarsi un «deserto del profitto»

Ingenti investimenti a fronte di un ritorno sempre meno sicuro starebbero spingendo gli analisti a fidarsi sempre meno della tecnologia elettrica, facendo affrontare alle Case una transizione dal termico all’elettrico ancora più difficile.

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Secondo le ultime notizie giunteci in redazione gli analisti starebbero guardando con preoccupazione ad alcuni indicatori di settore direttamente collegati con la mobilità elettrica. A non convincerli ci sarebbero gli ingenti investimenti e la forte iniezione di denaro on questo settore a fronte di un ritorno economico sempre meno sicuro e di uno scetticismo sempre più marcato con l’avanzare dei mesi. Non è infatti un segreto che sia Standard & Poor’s prima che il numero due di Bmw dopo abbiamo rivelato come la situazione non sia così rosea come ci si aspettava.

Naturalmente le imprese sono costrette a fare investimenti per andare incontro alle opportunità di nuova domanda che si prospettano all’orizzonte, ma secondo gli analisti questi investimenti sarebbero fin troppo esagerati e non corrisposti da un adeguato rientro economico in futuro. Per loro, infatti, nel prossimo futuro potremmo trovarci a dover fronteggiare un calo considerevole della crescita e dell’espansione anche di quei mercati fino ad oggi ritenuti emergenti con una forte flessione dei profitti un po' in tutti i settori.

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Ma perché quindi le Case si ostinano a investire in questa direzione se è ormai scontato che non ne avranno un ritorno economico? Da un lato per sottostare alle sempre più severe regole e normative sulle emissioni e dall’altro per non incappare nelle salatissime multe imposte dai governi per lo sforamento di questi limiti. Insomma è la prima volta che non sono loro, i car makers, a dettare l’agenda dello sviluppo ma qualcun altro lo sta facendo per loro.

Chi potrebbe guadagnarci e quale potrebbe essere lo scenario conclusivo di questa “mattanza”? Questi cospicui investimenti con poco mercato e scarsi profitti non potranno che portare a un generale indebolimento finanziario dell’industria automobilistica con un importante flessione dei profitti e una sempre maggiore riduzione della forza lavoro impiegata al proprio interno. Uno scenario di cui potrebbero approfittare i cinesi, vedendo nell’industria automotive un avversario finanziariamente debole e quindi facilmente scalabile e conquistabile.

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