01 April 2014

Suzuki Swift 1.3 DDIS, la nostra prova

Con il turbodiesel da 75 Cv, la rinnovata compatta giapponese svetta per i consumi molto contenuti in tutte le condizioni d’uso. Piacevole nella guida, soddisfa per agilità nel misto e precisione negli inserimenti....

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Più che un restyling, si tratta in realtà di un aggiornamento: alla linea di carrozzeria, che propone un nuovo frontale e agli interni, dove troviamo, per i sedili, tessuti di rivestimento più piacevoli anche al tatto. Pochi ritocchi, quindi, per questa Suzuki che nel tempo si è costruita la fama di una delle compatte più gratificanti da guidare, soprattutto quando sotto il cofano c’è un motore come il turbodiesel di 1,3 litri e 75 Cv, un common rail tanto brillante quanto parsimonioso nei consumi. Qualità, queste ultime, che al rinnovato modello non mancano affatto, anzi: rispetto al precedente, infatti, migliorano sia i consumi, con una percorrenza media di 18,9 km/litro anziché 17,1, sia le prestazioni, come testimoniano i 171,2 km/h di velocità massima e gli 11,75” nello 0-100 rilevati dal nostro Centro Prove contro i 170 km/h e 11,97” del precedente modello.

COME È FATTA Si riconosce per il frontale ridisegnato La Swift è stata aggiornata principalmente nel design del frontale, dove sono stati modificati sia la mascherina sia gli scudi paraurti, che ora inglobano, nella zona dei fendinebbia, le luci diurne a led con disegno a L. Rispetto al precedente modello, inoltre, la rinnovata Swift si differenzia per gli indicatori di direzione integrati nei gusci degli specchietti retrovisori esterni, per il nuovo design dei cerchi in lega (da 16 pollici sull’allestimento B-Top del modello provato) e per la disponibilità di due inedite tinte metallizzate, che fanno salire a 10 il numero totale di colori disponibili per la carrozzeria. 

INTERNI
Cambiamenti ridotti al minimo anche per l’abitacolo, dove l’unica modifica di rilievo è l’adozione, per i sedili, di tessuti di rivestimento di migliore qualità e più piacevoli anche al tatto. Nulla cambia, rispetto al precedente modello, quanto ad abitabilità, abbastanza generosa per quattro passeggeri: i sedili hanno un’imbottitura rigida, ma comoda, il divano accoglie bene due passeggeri adulti, a patto di non arretrare completamente i sedili anteriori. Buona anche la disponibilità di vani portaoggetti, tra i quali si segnalano quello, richiudibile tramite uno sportello, collocato nella parte superiore della plancia e il vano, ampio e profondo, ricavato alla base della consolle e che accoglie le prese 12V e Usb per alimentare un lettore Mp3. Non particolarmente capiente, nonostante la forma regolare, il vano bagagli, che offre un volume utile che va da un minimo di 211 litri a un massimo di 528 litri: valori, questi ultimi, inferiori a quelli di molte concorrenti di analoghe dimensioni, come ad esempio Opel Corsa (285/1.100 litri) e Toyota Yaris 5 porte (286/768 litri). L’allestimento B-Top del modello provato è il più ricco e fra le dotazioni di serie include climatizzatore automatico, volante multifunzione rivestito in pelle, cruise control, navigatore satellitare con display touch screen e sistema viva voce Bluetooth.

 

 

TECNICA

Come sulla precedente Swift, l’unico turbodiesel in dotazione è il common rail di 1,3 litri di origine Fiat: si tratta del conosciuto quattro cilindri di 1.248 cc con distribuzione quattro valvole per cilindro e sovralimentato mediante turbocompressore Borg- Warner a geometria fissa, accreditato di 75 Cv di potenza massima erogati a 4.000 giri/min, anche se in realtà il banco a rulli del Centro Prove ne ha rilevati 83,7 a 3.620 giri/min, mentre la coppia massima è di 19,4 kgm a 1.750 giri/min, ma anche in questo caso il banco a rulli ha rilevato un valore (20,2 kgm a 1.960 giri/min) sensibilmente migliore.

Per quanto riguarda la parte meccanica, come in passato la Swift propone il conosciuto schema con avantreno McPherson e sospensioni posteriori a ruote interconnesse. Il cambio è manuale a cinque marce, lo sterzo si avvale di servocomando elettrico mentre l’impianto frenante è a dischi autoventilanti anteriori e posteriori pieni, naturalmente completato dal sistema antibloccaggio con ripartitore elettronico della forza frenante. Molto ricca la dotazione di sicurezza: l’equipaggiamento di serie, infatti, comprende 7 air bag, inclusi quelli a tendina e un cuscino specifico a protezione delle ginocchia del guidatore, oltre a controllo elettronico sia della stabilità sia della trazione, pedaliera collassabile e cinture di sicurezza anteriori con pretensionatore e limitatore della forza di ritenuta.

 

SU STRADA

Fin dai primi chilometri la Swift sfoggia una particolare docilità, a beneficio di una guida che richiede poco impegno e a tale risultato concorrono tutti i comandi: lo sterzo vanta buona precisione, così da lasciare un’adeguata percezione del contatto con la strada, senza alleggerirsi troppo man mano che l’andatura aumenta, mentre il cambio, per parte sua, sfoggia una buona manovrabilità, con innesti sciolti e pressochè privi di contrasto, accompagnati da una valida sincronizzazione.

ASSETTO
Note positive arrivano dalle qualità dell’assetto
, che non è particolarmente rigido ma convincente sotto il profilo della tenuta di strada, con un rollio poco pronunciato e in ogni caso sempre ben controllato e facile da gestire. Tutte doti che consentono una rapidità apprezzabile nei cambi di direzione, un comportamento ben bilanciato, con un retrotreno capace di offrire risposte sempre graduali e intuitive. Soprattutto nelle curve veloci percorse in appoggio, la compatta Suzuki mostra infatti una stabilità elevata e il rollio non troppo elevato minimizza l’eventuale effetto dei trasferimenti di carico. Ne esce un comportamento gradevole e spigliato anche nelle curve veloci e sui percorsi guidati, cui si accompagnano limiti di buon livello nella tenuta laterale e la capacità di assorbire con naturalezza e senza scomporsi le correzioni di linea.

 

CONFORT
Quanto a capacità di assorbimento delle imperfezioni dell’asfalto, le sospensioni si rivelano a proprio agio anche sui tracciati più sconnessi, con l’unico limite di una risposta un po’ secca sulle asperità isolate. Si tratta in ogni caso di un assetto che permette di condurre la vettura con buon brio, tanto più che il motore turbodiesel si fa apprezzare per l’elasticità con cui asseconda le richieste di variare la velocità, sia quando si viaggia alle basse andature sia quando si affonda l’acceleratore su quelle intermedie. In piena accelerazione, così come a freddo, il td di 1,3 litri non è un campione di silenziosità e non brilla per l’allungo, dal momento che la spinta cala sensibilmente già in prossimità dei 4.000 giri, ma il quadro prestazionale che ne scaturisce risulta nel complesso di buon livello: scatta da 0 a 100 in 11,75” e percorre il chilometro da fermo in 33,81” contro gli 11,97” e 33,87” rilevati sul precedente modello. Prestazioni accettabili, tanto più che accompagnati da consumi molto contenuti in tutte le condizioni d’uso: la percorrenza media, infatti, è di 18,9 km/litro contro i 17,1 del precedente modello e anche in città (16,6 km/litro) e a velocità stabilizzata (17,2) la rinnovata Swift, oltre a migliorare i valori già ottimi (rispettivamente 14,5 e 15,6 km/litro) del precedente modello, ha fatto segnare medie da riferimento nella sua classe.

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