Introduzione
La carriera di Eric Carlsson, rallyman
di fama internazionale noto come “Mr. Saab”, copre sei decenni:
dalle
prime esperienze come collaudatore a Trollhättan al trionfo nel Rallye
di Monte Carlo, fino all’attività di ambasciatore del marchio Saab in
tutte le parti del mondo. Erik ha scelto, per festeggiare i 60 anni del
marchio, sei modelli Saab, uno per ciascun decennio.
Da giovane Erik Carlsson era solito
soffermarsi lungo il perimetro dell’aeroporto di Trollhättan a seguire
le acrobazie degli aerei Saab sopra la sua testa. Mai avrebbe immaginato
che un giorno Saab avrebbe iniziato a costruire automobili e che lui stesso
avrebbe avuto un ruolo chiave nella sua crescita in questo settore.
I successi di Erik al volante delle
“piccole rosse svedesi” comprendono due vittorie consecutive al
Rallye
di Monte Carlo e tre nel RAC Rally. Le sue vittorie all’inizio degli Anni
Sessanta fecero conoscere Saab in tutto il mondo. Ancora oggi, all’età
di 78 anni, Erik Carlsson ha un ruolo attivo nell’attività della marca
svedese del gruppo General Motors.
In vista dei festeggiamenti per il
sessantesimo anno di attività della Casa svedese in campo automobilistico,
Carlsson è stato invitato ad indicare sei modelli Saab da lui preferiti,
uno per ogni decennio.
La carriera di Eric Carlsson, rallyman
di fama internazionale noto come “Mr. Saab”, copre sei decenni:
dalle
prime esperienze come collaudatore a Trollhättan al trionfo nel Rallye
di Monte Carlo, fino all’attività di ambasciatore del marchio Saab in
tutte le parti del mondo. Erik ha scelto, per festeggiare i 60 anni del
marchio, sei modelli Saab, uno per ciascun decennio.
Da giovane Erik Carlsson era solito
soffermarsi lungo il perimetro dell’aeroporto di Trollhättan a seguire
le acrobazie degli aerei Saab sopra la sua testa. Mai avrebbe immaginato
che un giorno Saab avrebbe iniziato a costruire automobili e che lui stesso
avrebbe avuto un ruolo chiave nella sua crescita in questo settore.
I successi di Erik al volante delle
“piccole rosse svedesi” comprendono due vittorie consecutive al
Rallye
di Monte Carlo e tre nel RAC Rally. Le sue vittorie all’inizio degli Anni
Sessanta fecero conoscere Saab in tutto il mondo. Ancora oggi, all’età
di 78 anni, Erik Carlsson ha un ruolo attivo nell’attività della marca
svedese del gruppo General Motors.
In vista dei festeggiamenti per il
sessantesimo anno di attività della Casa svedese in campo automobilistico,
Carlsson è stato invitato ad indicare sei modelli Saab da lui preferiti,
uno per ogni decennio.
Anni ‘50
«Penso che tutti abbiamo un posto
speciale nel cuore per la nostra prima automobile» dice. «Nel mio caso
si tratta di una Saab 92 di colore verde che acquistai di seconda mano
da un agricoltore di Trollhättan. Era il 1952, avevo 23 anni ed avevo cominciato
a lavorare in un garage cittadino».
«Saab era la grande azienda locale ed
aveva appena cominciato a costruire automobili. Era un momento di grande
entusiasmo. Il modello 92 era molto differente dalle altre automobili
dell’epoca:
aveva una carrozzeria slanciata ed era costruito con tecniche aeronautiche.
All’epoca la maggior parte delle automobili aveva ancora la carrozzeria
separata dal telaio al quale era imbullonata. Al contrario, Saab 92 aveva
già una carrozzeria a scocca portante, proprio come la maggior parte delle
automobili di oggigiorno. Era leggera, ma anche molto robusta, come ho
avuto modo di scoprire nei rally».
«La trazione anteriore la rendeva
inoltre molto maneggevole. Pur avendo un motore di piccola cilindrata,
questo mi consentiva di andare più forte di automobili più grandi
e potenti».
«Penso che tutti abbiamo un posto
speciale nel cuore per la nostra prima automobile» dice. «Nel mio caso
si tratta di una Saab 92 di colore verde che acquistai di seconda mano
da un agricoltore di Trollhättan. Era il 1952, avevo 23 anni ed avevo cominciato
a lavorare in un garage cittadino».
«Saab era la grande azienda locale ed
aveva appena cominciato a costruire automobili. Era un momento di grande
entusiasmo. Il modello 92 era molto differente dalle altre automobili
dell’epoca:
aveva una carrozzeria slanciata ed era costruito con tecniche aeronautiche.
All’epoca la maggior parte delle automobili aveva ancora la carrozzeria
separata dal telaio al quale era imbullonata. Al contrario, Saab 92 aveva
già una carrozzeria a scocca portante, proprio come la maggior parte delle
automobili di oggigiorno. Era leggera, ma anche molto robusta, come ho
avuto modo di scoprire nei rally».
«La trazione anteriore la rendeva
inoltre molto maneggevole. Pur avendo un motore di piccola cilindrata,
questo mi consentiva di andare più forte di automobili più grandi
e potenti».
Anni ‘60
Le prime vittorie di Carlsson in
alcuni rally nazionali al volante della sua Saab 92 impressionarono
favorevolmente
la Casa svedese che lo assunse a tempo pieno come collaudatore e pilota
ufficiale della squadra rally. La sua “Saab degli Anni Sessanta” è
la
famosa Saab 96 con cui ottenne una serie di affermazioni a livello
internazionale.
Venduta in oltre 500.000 esemplari, restò in produzione per quasi 20
anni.
«Oltre a disporre di un motore più potente,
Saab 96 poteva contare su buone sospensioni, freni a disco e su ottima
tenuta di strada. Non avevamo una gabbia interna di sicurezza che ci proteggeva
in caso di ribaltamento, ma con questa vettura non ne avevamo bisogno,
come ebbi modo di apprezzare in alcune circostanze. Anche se mi guadagnai
il soprannome di “Carlsson a game all’aria”, non credo di
essermi poi
ribaltato tante volte. Nondimeno ricordo quando finii dentro ad un fosso
e l’acqua cominciò ad entrare all’interno dell’abitacolo. Era
come stare
seduti dentro alla vasca dei pesci. I montanti del tetto erano però molto
robusti: per questo motivo non annegai né mi feci male».
Le conoscenze aeronautiche dei progettisti
Saab permettevano loro di realizzare automobili che erano al tempo stesso
robuste e leggere. Ciò contribuì a rendere famosa Saab 96 e permise a Carlsson
di essere protagonista di ottime prestazioni su fondo innevato e ghiacciato,
sfruttando la tenuta di strada della vettura. Una bella pubblicità, anche
per la versione station wagon, il modello 95 che da essa derivava.
«La gente spalancò gli occhi quando,
nel 1961, mi presentai al via del Rally di Monte Carlo al volante di una
Saab 95. Era insolito vedere una station wagon impegnata in una competizione,
ma il modello 95 si comportava bene quanto la 96. Ed infatti quell’anno
si classificò al quarto posto. Utilizzammo questo modello, caratterizzato
dall’appendice aerodinamica sul tetto, perché montava un cambio a 4 marce
che ci aiutava ad affrontare i passi alpini».
Le prime vittorie di Carlsson in
alcuni rally nazionali al volante della sua Saab 92 impressionarono
favorevolmente
la Casa svedese che lo assunse a tempo pieno come collaudatore e pilota
ufficiale della squadra rally. La sua “Saab degli Anni Sessanta” è
la
famosa Saab 96 con cui ottenne una serie di affermazioni a livello
internazionale.
Venduta in oltre 500.000 esemplari, restò in produzione per quasi 20
anni.
«Oltre a disporre di un motore più potente,
Saab 96 poteva contare su buone sospensioni, freni a disco e su ottima
tenuta di strada. Non avevamo una gabbia interna di sicurezza che ci proteggeva
in caso di ribaltamento, ma con questa vettura non ne avevamo bisogno,
come ebbi modo di apprezzare in alcune circostanze. Anche se mi guadagnai
il soprannome di “Carlsson a game all’aria”, non credo di
essermi poi
ribaltato tante volte. Nondimeno ricordo quando finii dentro ad un fosso
e l’acqua cominciò ad entrare all’interno dell’abitacolo. Era
come stare
seduti dentro alla vasca dei pesci. I montanti del tetto erano però molto
robusti: per questo motivo non annegai né mi feci male».
Le conoscenze aeronautiche dei progettisti
Saab permettevano loro di realizzare automobili che erano al tempo stesso
robuste e leggere. Ciò contribuì a rendere famosa Saab 96 e permise a Carlsson
di essere protagonista di ottime prestazioni su fondo innevato e ghiacciato,
sfruttando la tenuta di strada della vettura. Una bella pubblicità, anche
per la versione station wagon, il modello 95 che da essa derivava.
«La gente spalancò gli occhi quando,
nel 1961, mi presentai al via del Rally di Monte Carlo al volante di una
Saab 95. Era insolito vedere una station wagon impegnata in una competizione,
ma il modello 95 si comportava bene quanto la 96. Ed infatti quell’anno
si classificò al quarto posto. Utilizzammo questo modello, caratterizzato
dall’appendice aerodinamica sul tetto, perché montava un cambio a 4 marce
che ci aiutava ad affrontare i passi alpini».
Anni ‘70
Secondo Carlsson, l’icona Saab degli
Anni Settanta è una Saab 99 Turbo di colore nero. «A quell’epoca molte
persone dicevano che il turbocompressore non era adatto ai modelli di serie»
ricorda Erik. «La storia ha dimostrato che avevano torto».
All’epoca le parole “turbocompressore”
e “Saab” erano strettamente collegate. Quando nel 1977, ovvero
esattamente
trent’anni fa, Saab presentò la 99 Turbo, la Casa svedese stupì il mondo
dell’automobile affermando che aveva “addomesticato il
turbo”.
«L’ottimo assetto di Saab 99 permise
al turbocompressore di esprimere appieno tutto il suo potenziale» dice
oggi Erik, ricordando i test segreti e le sue prime sbalorditive prestazioni
a sfruttando appieno la sovralimentazione. «Abbiamo lavorato sodo per
controllare
la pressione di sovralimentazione, per contenere l’esplosiva potenza del
propulsore e metterla a terra. Alla fine però abbiamo dimostrato che la
cosa era realizzabile ed oggi quasi tutti utilizzano senza problemi il
turbocompressore».
Ai giorni nostri l’idea di ricavare
un’“elevata potenza da un motore di piccola cilindrata” o di
“contenere
la cilindrata”, come dice Saab, è ancora più interessante in quanto oggi
sentiamo l’esigenza di contenere il peso dei motori, ridurne
l’ingombro
e migliorare i loro consumi. «Il nostro ingegnere-capo Pelle Gillbrand
era solito spiegare la cosa in modo molto semplice» prosegue Erik. «Avrebbe
detto, ad esempio, che tutti i motori hanno una pompa per la benzina, una
per l’acqua ed una per il lubrificante – perché allora non
dovrebbero
averne anche una per l’aria? Questo è in pratica un turbocompressore.
Gillbrand trovava strano che tutti i motori non ne avessero uno».
Il parabrezza avvolgente, il cofano
bombato ed i paraurti ad assorbimento d’urto conferivano a Saab 99
quell’aspetto
forte e personale che fece entrare Saab nella fascia superiore del mercato,
un processo proseguito con la sua evoluzione, la famosa Saab 900, venduta
oltre 900.000 esemplari.
«I primi esemplari prodotti in serie
avevano ruote in lega Inca di colore Jet Black e Cardinal Red che con il
loro disegno ricordavano le alette della turbina del turbocompressore»
prosegue Erik. «Era – ed è ancora oggi – un’automobile piena
di personalità.
Il fatto che il dispositivo di avviamento fosse inserito sul pavimento
tra i sedili anteriori stupì sempre il pubblico. Eppure la scelta aveva
valide ragioni che avevano a che fare con l’ergonomia e la sicurezza in
caso di collisione. Ancora oggi è lì ed è un’altra soluzione che penso
abbia convinto anche gli scettici che avevano torto!».
Secondo Carlsson, l’icona Saab degli
Anni Settanta è una Saab 99 Turbo di colore nero. «A quell’epoca molte
persone dicevano che il turbocompressore non era adatto ai modelli di serie»
ricorda Erik. «La storia ha dimostrato che avevano torto».
All’epoca le parole “turbocompressore”
e “Saab” erano strettamente collegate. Quando nel 1977, ovvero
esattamente
trent’anni fa, Saab presentò la 99 Turbo, la Casa svedese stupì il mondo
dell’automobile affermando che aveva “addomesticato il
turbo”.
«L’ottimo assetto di Saab 99 permise
al turbocompressore di esprimere appieno tutto il suo potenziale» dice
oggi Erik, ricordando i test segreti e le sue prime sbalorditive prestazioni
a sfruttando appieno la sovralimentazione. «Abbiamo lavorato sodo per
controllare
la pressione di sovralimentazione, per contenere l’esplosiva potenza del
propulsore e metterla a terra. Alla fine però abbiamo dimostrato che la
cosa era realizzabile ed oggi quasi tutti utilizzano senza problemi il
turbocompressore».
Ai giorni nostri l’idea di ricavare
un’“elevata potenza da un motore di piccola cilindrata” o di
“contenere
la cilindrata”, come dice Saab, è ancora più interessante in quanto oggi
sentiamo l’esigenza di contenere il peso dei motori, ridurne
l’ingombro
e migliorare i loro consumi. «Il nostro ingegnere-capo Pelle Gillbrand
era solito spiegare la cosa in modo molto semplice» prosegue Erik. «Avrebbe
detto, ad esempio, che tutti i motori hanno una pompa per la benzina, una
per l’acqua ed una per il lubrificante – perché allora non
dovrebbero
averne anche una per l’aria? Questo è in pratica un turbocompressore.
Gillbrand trovava strano che tutti i motori non ne avessero uno».
Il parabrezza avvolgente, il cofano
bombato ed i paraurti ad assorbimento d’urto conferivano a Saab 99
quell’aspetto
forte e personale che fece entrare Saab nella fascia superiore del mercato,
un processo proseguito con la sua evoluzione, la famosa Saab 900, venduta
oltre 900.000 esemplari.
«I primi esemplari prodotti in serie
avevano ruote in lega Inca di colore Jet Black e Cardinal Red che con il
loro disegno ricordavano le alette della turbina del turbocompressore»
prosegue Erik. «Era – ed è ancora oggi – un’automobile piena
di personalità.
Il fatto che il dispositivo di avviamento fosse inserito sul pavimento
tra i sedili anteriori stupì sempre il pubblico. Eppure la scelta aveva
valide ragioni che avevano a che fare con l’ergonomia e la sicurezza in
caso di collisione. Ancora oggi è lì ed è un’altra soluzione che penso
abbia convinto anche gli scettici che avevano torto!».
Anni ‘80
Come automobile Saab degli Anni Ottanta,
Carlsson indica la Saab 900 Cabriolet, un modello che stupì il mondo
dell’automobile
quando venne presentata in anteprima al Salone di Francoforte,
nell’Autunno
del 1983. «Non penso che qualcuno si aspettasse che Saab potesse tirare
fuori una cabriolet» ricorda. «Dopo tutto non è certo il genere di automobile
che ci si può aspettare realizzi una Casa scandinava. Eppure ha avuto uno
straordinario successo”.
Negli Anni Ottanta le cabriolet non
erano diffuse come lo sono oggi. Saab precorse i tempi riproponendo le
automobili scoperte come funzionali mezzi di trasporto utilizzabili in
tutti i mesi dell’anno. «Abbiamo sempre avuto vetture dotate di robuste
capote, completamente automatiche, rapide e facili da usare. Questo era
un requisito essenziale» ricorda Erik. «In questo modo abbiamo potuto mostrare
al pubblico quanto fosse bello possedere e guidare la nostra automobile
d’estate come d’inverno».
Riservata inizialmente al mercato
statunitense, la prima 900 Cabriolet fu presto disponibile a livello mondiale.
«Era un’automobile bella da vedere, sia con la capote chiusa che
abbassata,
ma soprattutto appariva come un modello del tutto a sé stante e non come
una semplice versione scoperta della 900 berlina a 3 porte» spiega Erik.
«Ancora oggi guido una Saab Cabriolet in vari periodi dell’anno.
D’inverno,
quando fa freddo potete, abbassare la capote e guidarla in modo molto
confortevole
con il riscaldamento acceso».
Nel corso degli anni Saab ha organizzato
una serie di importanti eventi che hanno avuto come protagoniste le sue
cabriolet. E’ questo il caso, ad esempio, di un viaggio nella Terra del
Sole a Mezzanotte, un’escursione di 1.500 chilometri attraverso la Svezia
fino a Capo Nord, il “tetto d’Europa”, nel Circolo Polare
Artico. Erik
ricorda con particolare piacere anche il Rally Monte Carlsson, che portò
i partecipanti dalle rive del Mediterraneo attraverso le Alpi Marittime
fino ad una località sciistica a 2.000 metri sul livello del mare. «Si
poteva guidare con la capote abbassata sotto i caldi raggi del sole e poche
ore dopo trovarsi sulla neve e sul ghiaccio: un’ottima dimostrazione delle
potenzialità delle nostre cabriolet».
Saab ha venduto più di 250.000 Cabriolet
di tre generazioni differenti.
Come automobile Saab degli Anni Ottanta,
Carlsson indica la Saab 900 Cabriolet, un modello che stupì il mondo
dell’automobile
quando venne presentata in anteprima al Salone di Francoforte,
nell’Autunno
del 1983. «Non penso che qualcuno si aspettasse che Saab potesse tirare
fuori una cabriolet» ricorda. «Dopo tutto non è certo il genere di automobile
che ci si può aspettare realizzi una Casa scandinava. Eppure ha avuto uno
straordinario successo”.
Negli Anni Ottanta le cabriolet non
erano diffuse come lo sono oggi. Saab precorse i tempi riproponendo le
automobili scoperte come funzionali mezzi di trasporto utilizzabili in
tutti i mesi dell’anno. «Abbiamo sempre avuto vetture dotate di robuste
capote, completamente automatiche, rapide e facili da usare. Questo era
un requisito essenziale» ricorda Erik. «In questo modo abbiamo potuto mostrare
al pubblico quanto fosse bello possedere e guidare la nostra automobile
d’estate come d’inverno».
Riservata inizialmente al mercato
statunitense, la prima 900 Cabriolet fu presto disponibile a livello mondiale.
«Era un’automobile bella da vedere, sia con la capote chiusa che
abbassata,
ma soprattutto appariva come un modello del tutto a sé stante e non come
una semplice versione scoperta della 900 berlina a 3 porte» spiega Erik.
«Ancora oggi guido una Saab Cabriolet in vari periodi dell’anno.
D’inverno,
quando fa freddo potete, abbassare la capote e guidarla in modo molto
confortevole
con il riscaldamento acceso».
Nel corso degli anni Saab ha organizzato
una serie di importanti eventi che hanno avuto come protagoniste le sue
cabriolet. E’ questo il caso, ad esempio, di un viaggio nella Terra del
Sole a Mezzanotte, un’escursione di 1.500 chilometri attraverso la Svezia
fino a Capo Nord, il “tetto d’Europa”, nel Circolo Polare
Artico. Erik
ricorda con particolare piacere anche il Rally Monte Carlsson, che portò
i partecipanti dalle rive del Mediterraneo attraverso le Alpi Marittime
fino ad una località sciistica a 2.000 metri sul livello del mare. «Si
poteva guidare con la capote abbassata sotto i caldi raggi del sole e poche
ore dopo trovarsi sulla neve e sul ghiaccio: un’ottima dimostrazione delle
potenzialità delle nostre cabriolet».
Saab ha venduto più di 250.000 Cabriolet
di tre generazioni differenti.
Anni ‘90
Per effettuare, nel 1986, la famosa
prova di velocità e durata sul circuito americano di Talledega ci volevano
però automobili con il tetto di metallo. In quell’occasione Erik fu a
capo del gruppo di collaudatori che guidarono le tre Saab 9000 Turbo
protagoniste
della prova. Correndo senza interruzione per quasi 20 giorni (fermandosi
solo per rifornirsi di carburante, cambiare le gomme ed effettuare la normale
manutenzione), stabilirono una serie di nuovi record di velocità e di
percorrenza
per le automobili prodotte in serie. Una di queste Saab 9000 percorse 100.000
chilometri alla media 213,299 km/h.
Per celebrare questo risultato venne
realizzata una serie speciale chiamata 9000 Talladega che in Gran Bretagna
divenne famosa come Carlsson Edition (Erik aveva già legato il suo nome
ad una speciale versione del modello 900). Queste versioni ad alte prestazioni
trovarono nel 1993 la loro espressione finale nel modello Saab 9000CS Aero
che per Erik è la “Saab degli Anni ’90”. Questa vettura è
anche la prima
Saab Aero, denominazione che ancora oggi indica i modelli al vertice della
produzione Saab.
«Saab 9000 era un’ottima automobile,
molto spaziosa e confortevole, dotata di un grande portellone posteriore
che le conferiva la versatilità di una station wagon» ricorda Erik. «Una
volta ripiegati in avanti i sedili posteriori, poteva trasportare una gran
quantità di cose; con i sedili posteriori in posizione era come una berlina».
Saab presentò anche il nuovo sistema
di gestione elettronica del motore Saab Trionic, che aveva una capacità
di elaborazione superiore a quella dei computer che portarono l’Uomo sulla
Luna. Saab Trionic era la piattaforma ideale per la più potente versione
Aero. «Il nuovo turbo benzina di 2.300 cc aveva una coppia fantastica»
ricorda Erik. «La versione Aero era la più veloce automobile che avevamo
prodotto fino a quel momento».
«Il motore, dotato di contralberi di
equilibratura, aveva un funzionamento molto fluido ed erogava molta potenza
anche a bassissimi regimi di rotazione. Qualunque fosse la marcia inserita,
bastava premere l’acceleratore per avere una risposta pressoché
immediata.».
«Pur essendo un’automobile di grandi
dimensioni, era molto maneggevole. Di essa tutti apprezzarono anche il
comfort dei sedili. Questa però era una cosa per cui le automobili Saab
sono state sempre famose; anche i sedili della mia prima Saab 92 erano
molto comodi».
Le due versioni a 4 ed a 5 porte di
Saab 9000 fecero entrare la marca svedese nel segmento delle automobili
di classe premium. Ne furono venduti oltre 500.000 fino a quando nel 1998
la produzione non venne interrotta.
Per effettuare, nel 1986, la famosa
prova di velocità e durata sul circuito americano di Talledega ci volevano
però automobili con il tetto di metallo. In quell’occasione Erik fu a
capo del gruppo di collaudatori che guidarono le tre Saab 9000 Turbo
protagoniste
della prova. Correndo senza interruzione per quasi 20 giorni (fermandosi
solo per rifornirsi di carburante, cambiare le gomme ed effettuare la normale
manutenzione), stabilirono una serie di nuovi record di velocità e di
percorrenza
per le automobili prodotte in serie. Una di queste Saab 9000 percorse 100.000
chilometri alla media 213,299 km/h.
Per celebrare questo risultato venne
realizzata una serie speciale chiamata 9000 Talladega che in Gran Bretagna
divenne famosa come Carlsson Edition (Erik aveva già legato il suo nome
ad una speciale versione del modello 900). Queste versioni ad alte prestazioni
trovarono nel 1993 la loro espressione finale nel modello Saab 9000CS Aero
che per Erik è la “Saab degli Anni ’90”. Questa vettura è
anche la prima
Saab Aero, denominazione che ancora oggi indica i modelli al vertice della
produzione Saab.
«Saab 9000 era un’ottima automobile,
molto spaziosa e confortevole, dotata di un grande portellone posteriore
che le conferiva la versatilità di una station wagon» ricorda Erik. «Una
volta ripiegati in avanti i sedili posteriori, poteva trasportare una gran
quantità di cose; con i sedili posteriori in posizione era come una berlina».
Saab presentò anche il nuovo sistema
di gestione elettronica del motore Saab Trionic, che aveva una capacità
di elaborazione superiore a quella dei computer che portarono l’Uomo sulla
Luna. Saab Trionic era la piattaforma ideale per la più potente versione
Aero. «Il nuovo turbo benzina di 2.300 cc aveva una coppia fantastica»
ricorda Erik. «La versione Aero era la più veloce automobile che avevamo
prodotto fino a quel momento».
«Il motore, dotato di contralberi di
equilibratura, aveva un funzionamento molto fluido ed erogava molta potenza
anche a bassissimi regimi di rotazione. Qualunque fosse la marcia inserita,
bastava premere l’acceleratore per avere una risposta pressoché
immediata.».
«Pur essendo un’automobile di grandi
dimensioni, era molto maneggevole. Di essa tutti apprezzarono anche il
comfort dei sedili. Questa però era una cosa per cui le automobili Saab
sono state sempre famose; anche i sedili della mia prima Saab 92 erano
molto comodi».
Le due versioni a 4 ed a 5 porte di
Saab 9000 fecero entrare la marca svedese nel segmento delle automobili
di classe premium. Ne furono venduti oltre 500.000 fino a quando nel 1998
la produzione non venne interrotta.
Nuovo millennio
Quando non guida una Saab Cabriolet,
Erik è al volante di una Saab 9-5 Wagon Aero. Nessuna di queste due automobili
è però la sua “scelta Saab” per il primo decennio del nuovo
millennio.
Ad entrambe ha preferito il prototipo Saab Aero X, presentato lo scorso
anno al Salone dell’Automobile di Ginevra. Dotato di un tetto che si
solleva
come quello della cabina di un aereo da caccia e di un motore V6 BioPower
turbo, che può funzionare a bioetanolo puro (e quindi senza alcuna emissione
di CO2 di origine fossile), Aero X è studiata per rispondere alle esigenze
del nuovo secolo.
«In Svezia c’è una grande tradizione
in tema di protezione ambientale» spiega Erik. «Saab è stata la prima Casa
automobilistica ad adottare pastiglie dei freni senza amianto e condizionatori
senza gas CFC. Questo prototipo porta avanti questa tradizione senza
condizionare
le prestazioni del motore turbo».
«Se osserviamo Saab Aero X, vediamo
subito come siano cambiate le nostre automobili nel corso di questi 60
anni» dice Eric che anni fa ebbe modo guidare la prima Saab a 2 posti (la
leggerissima Sonett del 1956).
«Penso però che questo sia un buon momento
per guardare al futuro ed apprezzare al tempo stesso le automobili del
passato» prosegue. «Saab Aero X è un’automobile modernissima che indica
che nel prossimo futuro Saab realizzare automobili molto affascinanti.
Era dal 1985 che non presentavamo un prototipo. Negli ultimi tempi nei
abbiamo realizzati parecchi: questo vuol dire che lo spirito Saab è ancora
forte».
«Il parabrezza avvolgente è una tipica
espressione del design Saab. Si tratta evidentemente di una proposta stilistica,
ma non sono certo che lo sia anche il tetto che si solleva e l’assenza
delle porte; d’altra parte, la prima Saab era priva del cofano del
bagagliaio
ed aveva porte che si aprivano da davanti!».
Parlando più seriamente, Erik concorda
sul fatto che, quando iniziò la sua carriera in Saab, le automobili della
Casa svedese erano praticamente sconosciute al di fuori della Scandinavia.
Ed è anche troppo modesto per sottolineare che le sue vittorie nei rally
ebbero un ruolo molto importante nel far conoscere il nome Saab al di fuori
del Paese. Oggi la marca è conosciuta a livello mondiale e vende automobili
di classe premium in oltre 60 Paesi del mondo. Carlsson e le automobili
da lui indicate possono prendersi il merito di contribuire a fare in modo
che questo si verifichi.
Erik si ritroverà con le sue Saab preferite
e con molte altre in occasione delle Celebrazioni per i 60 Anni Saab in
programma il 7-10 Giugno a Trollhättan, in Svezia. Potrebbe essere il maggiore
raduno di appassionati e sostenitori del marchio Saab di tutti i tempi:
gli organizzatori attendono più di 30,000 visitatori da tutte le parti
del mondo. (ulteriori informazioni sul sito www.saabfestival.se).
Quando non guida una Saab Cabriolet,
Erik è al volante di una Saab 9-5 Wagon Aero. Nessuna di queste due automobili
è però la sua “scelta Saab” per il primo decennio del nuovo
millennio.
Ad entrambe ha preferito il prototipo Saab Aero X, presentato lo scorso
anno al Salone dell’Automobile di Ginevra. Dotato di un tetto che si
solleva
come quello della cabina di un aereo da caccia e di un motore V6 BioPower
turbo, che può funzionare a bioetanolo puro (e quindi senza alcuna emissione
di CO2 di origine fossile), Aero X è studiata per rispondere alle esigenze
del nuovo secolo.
«In Svezia c’è una grande tradizione
in tema di protezione ambientale» spiega Erik. «Saab è stata la prima Casa
automobilistica ad adottare pastiglie dei freni senza amianto e condizionatori
senza gas CFC. Questo prototipo porta avanti questa tradizione senza
condizionare
le prestazioni del motore turbo».
«Se osserviamo Saab Aero X, vediamo
subito come siano cambiate le nostre automobili nel corso di questi 60
anni» dice Eric che anni fa ebbe modo guidare la prima Saab a 2 posti (la
leggerissima Sonett del 1956).
«Penso però che questo sia un buon momento
per guardare al futuro ed apprezzare al tempo stesso le automobili del
passato» prosegue. «Saab Aero X è un’automobile modernissima che indica
che nel prossimo futuro Saab realizzare automobili molto affascinanti.
Era dal 1985 che non presentavamo un prototipo. Negli ultimi tempi nei
abbiamo realizzati parecchi: questo vuol dire che lo spirito Saab è ancora
forte».
«Il parabrezza avvolgente è una tipica
espressione del design Saab. Si tratta evidentemente di una proposta stilistica,
ma non sono certo che lo sia anche il tetto che si solleva e l’assenza
delle porte; d’altra parte, la prima Saab era priva del cofano del
bagagliaio
ed aveva porte che si aprivano da davanti!».
Parlando più seriamente, Erik concorda
sul fatto che, quando iniziò la sua carriera in Saab, le automobili della
Casa svedese erano praticamente sconosciute al di fuori della Scandinavia.
Ed è anche troppo modesto per sottolineare che le sue vittorie nei rally
ebbero un ruolo molto importante nel far conoscere il nome Saab al di fuori
del Paese. Oggi la marca è conosciuta a livello mondiale e vende automobili
di classe premium in oltre 60 Paesi del mondo. Carlsson e le automobili
da lui indicate possono prendersi il merito di contribuire a fare in modo
che questo si verifichi.
Erik si ritroverà con le sue Saab preferite
e con molte altre in occasione delle Celebrazioni per i 60 Anni Saab in
programma il 7-10 Giugno a Trollhättan, in Svezia. Potrebbe essere il maggiore
raduno di appassionati e sostenitori del marchio Saab di tutti i tempi:
gli organizzatori attendono più di 30,000 visitatori da tutte le parti
del mondo. (ulteriori informazioni sul sito www.saabfestival.se).
Le scelte di Carlsson
Saab 92 (1950)
Carrozzeria a scocca portante, berlina
2 porte, trazione anteriore Motore 2 cilindri, 2 tempi, 764 cc, cambio
manuale a 3 marce Potenza: 25 CV a 3.800 giri/minuto.
Coppia massima 59 Nm a 2.000 giri/minuto
Velocità: 105 km/h.
Saab 96 (1960)
Carrozzeria a scocca portante, berlina
2 porte, trazione anteriore Motore 3 cilindri, 2 tempi, 841 cc, cambio
manuale a 4 marce Potenza: 38 CV a 4.250 giri/minuto.
Coppia massima: 80 Nm a 3.000 giri/minuto
Velocità: 125 kmh.
Accelerazione 0-100 km/h: 25.6 sec
Saab 99 Turbo (1977)
Carrozzeria a scocca portante, berlina
3 porte/due volumi, trazione anteriore Motore 4 cilindri, turbo benzina,
1.985 cc, cambio manuale a 4 marce Potenza: 145 CV a 5.000 giri/minuto.
Coppia massima: 235 Nm a 3.000 giri/minuto Velocità: 198 km/h.
Accelerazione 0-100 km/h: 8.9 sec
Saab 900 Turbo Cabriolet (1986)
Cabriolet a 2 porte, 4 posti, trazione
anteriore Motore 4 cilindri, turbo benzina, 1.985 cc, cambio manuale a
5 marce Potenza: 175 CV a 5.300 giri/minuto.
Coppia massima: 273 Nm a 3.000 giri/minuto.
Velocità: 205 km/h. Accelerazione 0-100
km/h: 8.7 sec
Saab 9000CS Aero (1993)
Carrozzeria a scocca portante, berlina
5 porte/due volumi, trazione anteriore Motore 4 cilindri, turbo benzina,
2.290 cc, cambio manuale a 5 marce Potenza: 225 CV a 5.500 giri/minuto.
Coppia massima: 350 Nm a 1.950 giri/minuto.
Velocità: 240 km/h. Accelerazione 0-100
km/h: 6.9 sec
Saab Aero X Concept (2006)
Carrozzeria monoscocca, coupé 2 posti,
tetto sollevabile, trazione integrale Motore V6 BioPower, doppio
turbocompressore,
2.792 cc., cambio manuale a 7 marce Potenza: 400 CV a 5.000 giri/minuto.
Coppia massima: 500 Nm a 2.000 giri/minuto.
Velocità: 250 km/h (autolimitata). Accelerazione
0-100 km/h: 4.9 sec (stimata)
Saab 92 (1950)
Carrozzeria a scocca portante, berlina
2 porte, trazione anteriore Motore 2 cilindri, 2 tempi, 764 cc, cambio
manuale a 3 marce Potenza: 25 CV a 3.800 giri/minuto.
Coppia massima 59 Nm a 2.000 giri/minuto
Velocità: 105 km/h.
Saab 96 (1960)
Carrozzeria a scocca portante, berlina
2 porte, trazione anteriore Motore 3 cilindri, 2 tempi, 841 cc, cambio
manuale a 4 marce Potenza: 38 CV a 4.250 giri/minuto.
Coppia massima: 80 Nm a 3.000 giri/minuto
Velocità: 125 kmh.
Accelerazione 0-100 km/h: 25.6 sec
Saab 99 Turbo (1977)
Carrozzeria a scocca portante, berlina
3 porte/due volumi, trazione anteriore Motore 4 cilindri, turbo benzina,
1.985 cc, cambio manuale a 4 marce Potenza: 145 CV a 5.000 giri/minuto.
Coppia massima: 235 Nm a 3.000 giri/minuto Velocità: 198 km/h.
Accelerazione 0-100 km/h: 8.9 sec
Saab 900 Turbo Cabriolet (1986)
Cabriolet a 2 porte, 4 posti, trazione
anteriore Motore 4 cilindri, turbo benzina, 1.985 cc, cambio manuale a
5 marce Potenza: 175 CV a 5.300 giri/minuto.
Coppia massima: 273 Nm a 3.000 giri/minuto.
Velocità: 205 km/h. Accelerazione 0-100
km/h: 8.7 sec
Saab 9000CS Aero (1993)
Carrozzeria a scocca portante, berlina
5 porte/due volumi, trazione anteriore Motore 4 cilindri, turbo benzina,
2.290 cc, cambio manuale a 5 marce Potenza: 225 CV a 5.500 giri/minuto.
Coppia massima: 350 Nm a 1.950 giri/minuto.
Velocità: 240 km/h. Accelerazione 0-100
km/h: 6.9 sec
Saab Aero X Concept (2006)
Carrozzeria monoscocca, coupé 2 posti,
tetto sollevabile, trazione integrale Motore V6 BioPower, doppio
turbocompressore,
2.792 cc., cambio manuale a 7 marce Potenza: 400 CV a 5.000 giri/minuto.
Coppia massima: 500 Nm a 2.000 giri/minuto.
Velocità: 250 km/h (autolimitata). Accelerazione
0-100 km/h: 4.9 sec (stimata)
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