La nuova ammiraglia elettrica tedesca ha tutte le carte in regola per proseguire la tradizione delle tipiche Classi Speciali del brand di Stoccarda, portando al debutto anche tecnologie in anteprima assoluta, dall’Hyperscreen alla piattaforma modulare Eva, nuova base delle future elettriche della Stella. Dalla sua meccanica, infatti, deriveranno due suv e la nuova EQE, in arrivo nei prossimi anni.
La EQS, invece, debutterà sul mercato dopo l’estate in due versioni: la 450+ a due ruote motrici e la 580 4Matic con doppio motore e trazione integrale. Entrambe avranno prezzi a sei cifre e presto saranno affiancate da una versione firmata AMG che sarà svelata già a settembre, al Salone di Monaco.
Trattandosi della punta di diamante della Stella, decido di partire dalla versione al vertice della gamma. La EQS 580 4Matic ha due motori sincroni a magneti permanenti che insieme arrivano a erogare ben 523 Cv e una coppia massima di 855 Nm.
Quello che impressiona di più quando si guida questa ammiraglia è proprio l’erogazione istantanea delle unità elettriche e la regolazione pressoché perfetta dei sistemi elettronici. L’accelerazione è impressionante per una berlina di questo segmento: sulla carta si parla di 4,3 secondi per lo 0-100, il tutto senza un minimo pattinamento. Raggiunti i 100 orari, poi, la spinta non accenna a diminuire e, volendo, si può arrivare a toccare i 210 km/h.
Nonostante la sua massa di 2.585 kg e le sue dimensioni da vera ammiraglia (è lunga cinque metri e 22 centimetri), la Sonderklasse elettrica si guida quasi come una Classe C: l’asse posteriore sterzante che può variare l’assetto delle ruote fino a 10 gradi riduce, poi, virtualmente il passo, consentendo alla coda di seguire con grande precisione le traiettorie impostate dal guidatore tramite uno sterzo abbastanza demoltiplicato ma preciso e leggero, soprattutto a bassa velocità.
L’assetto isola in maniera eccellente le irregolarità della strada, sostenendo bene la vettura nei cambi di direzione. Il rollio è pressoché assente e in curva la EQS infonde fiducia al guidatore: pur non essendo molto reattiva per via della sua stazza, la berlina risulta però, molto stabile.
Merito anche della nuova piattaforma Eva, portata al debutto proprio dalla EQS e destinata a diventare la base di tutte le Ev di grandi dimensioni della Stella.
Come sulla maggior parte delle elettriche, gli accumulatori sono posizionati nella parte bassa del telaio, una soluzione che abbassa il centro di gravità dell’auto migliorandone le doti dinamiche. Il pacco batterie, però, ha fatto rialzare di una decina di centimetri l’intero abitacolo: quando si sale per la prima volta su una EQS la sensazione non è quella di essere su una Classe S, ma su qualcosa di più alto: una via di mezzo tra un’ammiraglia e una crossover.
Nonostante questo, le particolari forme della tedesca non garantiscono una visibilità eccezionale: il lunotto posteriore è piccolo e inclinato tanto che in manovra arrivano in soccorso la miriade di telecamere esterne e gli ingombri dell’anteriore sono difficili da intuire.
Nemmeno dalla posizione di guida più rialzata si vede dove finisce il cofano anteriore, corto e fisso: per fare spazio all’enorme filtro Hepa non è infatti previsto un “frunk” o “front trunk” e per il rifornimento del liquido lavavetri è stato ricavato uno sportello nel passaruota sinistro. Le medesime caratteristiche contraddistinguono anche la sorella minore della 580, la EQS 450+ da 333 Cv e 568 Nm, ben più docile rispetto alla versione con quasi 200 Cv in più.
In questo caso l’unità elettrica è soltanto una quella posteriore, caratteristica che mette questa versione su un diverso piano prestazionale rispetto a quella con doppio motore. Più docile e rassicurante nelle accelerazioni, lo 0-100 km/h si chiude in 6,2 secondi, la EQS 450+ è più leggera di oltre 100 kg per 2.480 kg di peso rispetto alla sorella.
Anche per questo motivo, può proporre la migliore autonomia: ben 780 km nel ciclo Wltp destinati ad aumentare nel tempo grazie ad aggiornamenti over-the-air che in futuro miglioreranno l’efficienza del propulsore e della batteria da 107,8 kWh. Il risultato, notevole, è reso possibile da importanti accorgimenti, come i nuovi pneumatici a bassa resistenza al rotolamento o la cura maniacale riservata all’aerodinamica.