Le linee tese, i volumi massicci, i paraurti
alti oltre una spanna e le superfici vetrate tra le più ampie della
categoria
non hanno penalizzato più di tanto l’aspetto aerodinamico:
0,41 il
Cx dichiarato. Per continuare a offrire volumi importanti e parecchia
abitabilità non si è scesi a compromessi.
Rispetto alla
vecchia, la
nuova Discovery è cresciuta innanzitutto in lunghezza 484 cm (+ 13) e nel
passo 289 cm (+ 35), ma anche in larghezza ha beneficiato di 5 cm in
più
arrivando a 219 cm (192 cm senza specchi).
Come
la precedente versione, anche questa ha mantenuto il tetto su due
livelli,
un segno di distinzione e un vantaggio in termini di capacità di
carico, che nella 3 può variare da 280 a 2.558
litri. Il primo
valore potrebbe sembrare un po’ scarsino, ma non va dimenticato che
è
misurato con tre file di sedili per un totale di 7 singole poltrone.
L’opzione a 7 posti (veri) costa 1.450 euro e ha il pregio di
offrire
la terza fila di sedili a scomparsa:
quando non servono le poltroncine
queste si chiudono sotto il piano di carico, senza limitare il bagagliaio.
Rimanendo nell’ambito della funzionalità
la Discovery 3 ha abbandonato l’apertura verticale del bagagliaio e,
al posto delle due ante fissate lateralmente, è presente un classico
portellone
incernierato alla parte superiore e una pratica e robusta ribaltina nella
parte inferiore. Oltre a richiedere meno spazio durante l’apertura,
quando il portellone è sollevato garantisce una valida copertura in caso
di pioggia.
Quanto
agli interni,
il maxi abitacolo è contraddistinto da materiali di
diversa
qualità:
mediocri le plastiche della plancia, decisamente
migliori
i rivestimenti in pelle dei sedili. La strumentazione è composta da
classici strumenti analogici sul cruscotto e, nel caso dell’esemplare
provato, da un
display multifunzione con navigatore satellitare touch
screen (
2.790 euro).
Sul tunnel centrale l’elettronica regna
sovrana: sulla sinistra il comando del
freno di stazionamanento
elettrico,
la leva per variare l’altezza da terra attraverso le molle ad aria,
il Terrain Response,
il comando dell’HDC per limitare la
velocità
in discesa,
e lo switch per passare dai rapporti normali a quelli
corti. Concludendo con i sedili ogni ordine di posto ha parecchio spazio
a disposizione e la posizione rialzata ne facilità l’accesso,
peccato
risultino poco profilati e dunque poco contenitivi in curva.
Le linee tese, i volumi massicci, i paraurti
alti oltre una spanna e le superfici vetrate tra le più ampie della
categoria
non hanno penalizzato più di tanto l’aspetto aerodinamico:
0,41 il
Cx dichiarato. Per continuare a offrire volumi importanti e parecchia
abitabilità non si è scesi a compromessi.
Rispetto alla
vecchia, la
nuova Discovery è cresciuta innanzitutto in lunghezza 484 cm (+ 13) e nel
passo 289 cm (+ 35), ma anche in larghezza ha beneficiato di 5 cm in
più
arrivando a 219 cm (192 cm senza specchi).
Come
la precedente versione, anche questa ha mantenuto il tetto su due
livelli,
un segno di distinzione e un vantaggio in termini di capacità di
carico, che nella 3 può variare da 280 a 2.558
litri. Il primo
valore potrebbe sembrare un po’ scarsino, ma non va dimenticato che
è
misurato con tre file di sedili per un totale di 7 singole poltrone.
L’opzione a 7 posti (veri) costa 1.450 euro e ha il pregio di
offrire
la terza fila di sedili a scomparsa:
quando non servono le poltroncine
queste si chiudono sotto il piano di carico, senza limitare il bagagliaio.
Rimanendo nell’ambito della funzionalità
la Discovery 3 ha abbandonato l’apertura verticale del bagagliaio e,
al posto delle due ante fissate lateralmente, è presente un classico
portellone
incernierato alla parte superiore e una pratica e robusta ribaltina nella
parte inferiore. Oltre a richiedere meno spazio durante l’apertura,
quando il portellone è sollevato garantisce una valida copertura in caso
di pioggia.
Quanto
agli interni,
il maxi abitacolo è contraddistinto da materiali di
diversa
qualità:
mediocri le plastiche della plancia, decisamente
migliori
i rivestimenti in pelle dei sedili. La strumentazione è composta da
classici strumenti analogici sul cruscotto e, nel caso dell’esemplare
provato, da un
display multifunzione con navigatore satellitare touch
screen (
2.790 euro).
Sul tunnel centrale l’elettronica regna
sovrana: sulla sinistra il comando del
freno di stazionamanento
elettrico,
la leva per variare l’altezza da terra attraverso le molle ad aria,
il Terrain Response,
il comando dell’HDC per limitare la
velocità
in discesa,
e lo switch per passare dai rapporti normali a quelli
corti. Concludendo con i sedili ogni ordine di posto ha parecchio spazio
a disposizione e la posizione rialzata ne facilità l’accesso,
peccato
risultino poco profilati e dunque poco contenitivi in curva.