Il fascino della Lamborghini Miura, ed in particolare della SV, è certificato dal fatto che anche il riservatissimo presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile, Jean Todt, ne possiede una.
E che abbia acconsentito a farsela consegnare in pubblico, al salone Retromobile di Parigi del 2019, direttamente dalle mani dell’allora presidente della Casa di Sant’Agata, Stefano Domenicali, creando così un evento di notevole portata mediatica.
Soltanto pochi intimi conoscono il lato collezionistico dell’ex-direttore sportivo della Ferrari F1, che è certamente un grande appassionato di automobili e deve essere particolarmente legato a questa Miura SV, che ha fatto restaurare dalla stessa Lamborghini.
Todt poi nello stesso anno aveva portato la macchina al concorso di eleganza di Pebble Beach, dove non poteva non essere premiato: “Da bambino sognavo le Ferrari e le Lamborghini -disse in quell’occasione-, e adesso che sono un po’ più vecchio e me ne posso permettere una, continuo a sognare. La Miura è un Sogno Veloce!”.
La Miura di Todt, che è la protagonista del servizio fotografico di queste pagine, ha il telaio numero 3673 e che era di una “S” del 1968 andata distrutta in un incidente e fu costruita l’11 novembre 1972.
L’utilizzo di un numero di telaio precedente era una procedura non troppo rara all’epoca tra i costruttori di vetture sportive, per i motivi più disparati. C’erano ragioni fiscali, per evitare al cliente le altissime tasse di importazione sui veicoli nuovi vigenti in alcune nazioni, o quelle di praticità, visto che la vettura manteneva la precedente registrazione e i relativi documenti di circolazione.
Polo Storico
La Miura SV #3673 fu consegnata alla fine del 1972 al suo primo proprietario, Mr. Mecin, in Sud Africa, verniciata in Rosso Corsa con banda inferiore oro e interni in pelle Nero ed è esattamente così che, dopo 47 anni, è stata consegnata al presidente della FIA in perfette condizioni dopo l’intervento del Polo Storico Lamborghini.
Ha richiesto 13 mesi di lavoro ed ha comportato lo smontaggio completo della vettura, durante il quale è stato possibile verificare ogni particolare: dalle marchiature di telaio, carrozzeria e interni, alle numerazioni e datazioni presenti sugli altri componenti. Si è inoltre appurata la corrispondenza alle note presenti nei libretti di montaggio della vettura, conservati nell’archivio Lamborghini.
Quando arrivò a Sant’Agata Bolognese per il restauro, la macchina era completa, ma mostrava chiari segni d’usura e deperimento. I tecnici del Polo Storico, fedeli al credo di conservare quanto possibile in virtù del mantenimento della massima autenticità, hanno preferito riparare e restaurare, laddove possibile, anziché sostituire. Già nel 2015 un’altra importante Miura SV fu oggetto di restauro da parte del Polo Storico della Casa ed esposta ad un importante concorso di eleganza americano, questa volta quello di Amelia Island.
In quella occasione l’oggetto dei lavori fu la Miura con telaio n°4846, cioè il prototipo Verde metallizzato con interni in cuoio che era stato esposto al Salone di Ginevra del 1971: era in quel momento una one-off (esemplare unico), ottenuta con l’applicazione sulla base della Miura S di elementi innovativi che sarebbero poi stati trasportati in via definitiva sulle SV.
Ginevra ’71, l’ultima Miura e la prima Countach Non soltanto Miura SV: 50 anni fa, al Salone dell’Automobile di Ginevra, Bertone presentava la sua erede, nonché indiscussa regina dell’evento: la Lamborghini Countach (una 500 LP di colore giallo).
In quel momento era soltanto una “show car”, esposta dunque nello spazio della Carrozzeria di Grugliasco anziché allo stand di Sant’Agata. Ma l’interesse e le richieste di informazioni del pubblico furono tali che in Lamborghini fecero una corsa contro il tempo per trasformarla in un modello di (piccola, al momento) serie.