Il TwinAir si allea con il metano, per dare origine a una delle creature più parche di casa Fiat. E con un’autonomia reale vicina ai 900 km (in ambiente extraurbano), ottenuta sommando ai 12 kg di metano i 35 litri di benzina. Il piccolo bicilindrico turbo della Panda è stato progettato tenendo in considerazione l’alimentazione a gas, tanto che ha componenti specifiche come collettore di aspirazione, iniettori e sistema elettronico tarati appositamente. Anche la sospensione posteriore a ponte torcente è stata regolata su un peso diverso, influenzato dalla presenza delle bombole sotto il pianale (in questo modo non modificano la capacità di carico).
Che la Panda nasca in fabbrica con l’impianto a gas è dimostrato anche dal quadro strumenti, che riporta il livello dei due serbatoi, quello della benzina e quello del metano. A dirla tutta, ci sarebbe piaciuto un indicatore dell’autonomia residua. Al volante la piccola Fiat non è un fulmine di guerra, come testimoniato dai dati del nostro Centro Prove, ma in città - terreno d’elezione della Natural Power - si muove con buona disinvoltura, frullando allegramente. L’aggravio di peso non si percepisce e le caratteristiche dinamiche sono quelle arcinote e rassicuranti della Panda (ma l’Esp è solo opzionale). Lo stesso vale per abitabilità e posto di guida, si sta seduti un po’ in alto, ma così si domina la strada e tutti i comandi sono a portata di mano. Oltre al già citato indicatore del livello del metano, l’altra differenza con le Panda “tradizionali” è data dal tasto col simbolo del distributore, che consente di passare all’alimentazione a benzina: di norma il motore si avvia a benzina e in pochi secondi passa al metano, ma volendo un briciolo di spunto in più, magari a pieno carico, c’è la possibilità di scegliere la benzina.