Renault: per la crisi a rischio 15 mila posti di lavoro

Un piano anti crisi che prevede un taglio dei costi per circa 2 miliardi di euro, riduzione del personale, rientro delle attività in Francia, avanti tutta con l’elettrico e futuro incerto per Alpine.

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A causa della forte crisi economico sanitaria, scatenata dalla forte pandemia da Coronavirus (Covid-19), e del periodo per nulla positivo in cui versa tutto il settore automotive e l’intera sua filiera anche il colosso francese, dopo la Nissan, è dovuta intervenire per mettere in atto le dovute misure per contrastare un tale tracollo finanziario e industriale. Per farlo e rimettere in carreggiata un bilancio da mesi in sofferenza la Régie ha, infatti, presentato un piano industriale di trasformazione che verte su alcuni punti ben definiti: taglio dei costi per circa 2 miliardi di euro, riduzione del personale di circa 15.000 unità, rientro delle attività in Francia, avanti tutta con l’elettrico e futuro incerto per Alpine.

Misure pesanti, strettamente necessarie per la Casa francese, per far fronte alla peggiore crisi nella storia dell'auto. Ecco perché il colosso francese metterà in piedi questo piano strategico per accelerare la ristrutturazione annunciata pochi mesi fa. Un piano che porterà alla riorganizzazioni delle attività industriali all’interno del territorio francese, al rientro di molte attività in Francia e al forte sviluppo della mobilità elettrica. Per ora non si è parlato esplicitamente della chiusura di impianti produttivi ma non si è nascosta la possibilità di un discreto impatto a livello occupazionale per l’intervento su alcuni di questi siti. Per la Casa francese, infatti, le modifiche alla forza lavoro saranno necessarie per consentire un ritorno a una crescita redditizia e sostenibile.

Tali tagli potrebbero portare in tre anni a una riduzione di circa 4.600 posti di lavoro in Francia e a oltre 10.000 posti di lavoro negli stabilimenti sparsi per il mondo. Non mancheranno, infine, un miglioramento dell’efficienza e una riduzione dei costi di engineering per circa 800 milioni di euro oltre a un risparmio nelle attività industriali per 650 milioni di euro, il tutto grazie alla partnership con la giapponese Nissan. Il programma di riduzione dei costi non prevederà, invece, l'addio alla Formula 1, a dispetto delle indiscrezioni emerse negli ultimi mesi.

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