Coronavirus, auto: a rischio 30.000 posti di lavoro del settore automotive

A dirlo è nientemeno che la Unrae che, lanciando l’allarme per la forte crisi nel settore automotive, profetizza una perdita di circa il 20% degli attuali posti di lavoro.

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Il forte ribasso nella vendita e nelle immatricolazioni di auto tanto nuove quanto usate (-85%), registrato in Italia nel mese di marzo 2020 in rapporto a quanto fatto registrare nello stesso mese del 2019, non può che far paura sia perché una volta terminata la crisi molte delle fabbriche e delle concessionarie potrebbero non avere le risorse necessarie per riaprire e ripartire e oltremodo perché si rischia la perdita di circa il 20% dei lavoratori italiani, percentuale che tradotta in numeri da la scomparsa di circa 30.000 posti di lavoro nel settore e nella filiera automotive.

A dirlo è stato nientemeno che Michele Crisci, presidente Unrae (l’unione nazionale dei Rappresentanti autoveicoli esteri) che ha lanciato l’allarme: «A rischio il 15/20% dei 150 mila lavoratori italiani del settore a causa della crisi scatenata dalla pandemia di coronavirus». «Le aziende non hanno più liquidità ma le spese continuano ad essere presenti, servono almeno 3 miliardi di euro nei prossimi 18 mesi per assicurare una concreta ripartenza del settore». Ecco perché la Unrae propone di intervenire fin da subito tutelando la stabilità dell’occupazione di tutta la filiera, salvaguardando l’industria con operazioni finalizzate al rilancio, dando continuità ai servizi pubblici fondamentali e attivando incentivi finalizzati all’acquisto da cui consegue, per l’erario, un ritorno economico.

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