Batteria auto: come mi comporto con la quarantena da Coronavirus?

In caso di fermo auto prolungato, come in caso di una quarantena superiore alle 4 settimane, è meglio adottare alcuni semplici ma utili consigli per salvaguardare la salute della vostra batteria.

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A causa della forte crisi economica sanitaria, causata dalla larga diffusione e dal forte contagio da Coronavirus (Covid-19), è ormai più di un mese che l’Italia si è fermata. Con i numerosi decreti, rilasciati dal Governo nei mesi di marzo e aprile, la maggior parte delle attività commerciali, industriali e lavorative hanno dovuto chiudere i battenti e alla stessa popolazione è stato chiesto di rimanere a casa e di non uscire se non in caso di comprovate esigenze lavorative, di salute o primarie (supermercati, farmacie, ecc). Tutte misure, assieme a quelle del distanziamento sociale e dell’adozione dei dispositivi di protezione sanitaria, che mirano a contenere il più possibile la diffusione e il contagio di questo pericolo e letale virus. In questo periodo di crisi quindi la maggior parte dei cittadini ha il dovere e l’obbligo di non uscire di casa ne a piedi ne tanto meno in auto. Ecco allora che è da circa un mese che buona parte dei veicoli ad oggi sul territorio italiano è parcheggiato in strada o in garage senza possibilità di essere mossi. Un periodo prolungato di fermo veicolo, come quello che si sta verificando in queste settimane, può però rappresentare un problema per le batterie delle nostre auto. Per questo motivo è giusto prendere le dovute precauzione e “amorevoli” cure per la vostra batteria auto per non ritrovarvi con spiacevoli sorprese (batteria completamente a terra) una volta che questa necessaria quarantena sarà finita.

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Innanzitutto, occorre sapere che, in una condizione di clima mite quale quello di queste settimane le batterie soffrono poco se non sono particolarmente datate (quindi hanno meno di 3 o 4 anni) o se sono installate su veicoli senza dispersioni rilevanti. In questi casi, con un tempo di fermo del veicolo inferiore alle 4 settimane, non è necessario alcun intervento. Invece, batterie di più di 4 anni, oppure installate su veicoli datati che hanno dispersioni importanti nell’impianto elettrico, o dotati di accessori che consumano energia anche quando il veicolo è spento, soffrono: in questi casi, occorre prendere delle precauzioni per prolungarne la vita e per essere sicuri di ripartire quando sarà possibile farlo. Un’altra cosa da sapere è che le batterie con tecnologia AGM ed EFB – quelle installate su veicoli dotati di Start & Stop - sopportano scariche più profonde rispetto alle batterie convenzionali ad acido libero e si usurano meno in condizioni analoghe a quelle che stiamo vivendo.

Ma quindi quali sono le buone abitudini da attuare per fare in modo che la batteria non si scarichi completamente e non ci permetta di riavviare l’auto? A dircelo è la Exide Technologies di Romano di Lombardia, fornitore globale di soluzioni per l’accumulo di energia elettrica e specialista puro delle batterie. Per prima cosa, bisogna assicurarsi di aver spento eventuali sistemi che possono assorbire energia, come le luci, per esempio. Poi bisogna controllare le caratteristiche della nostra auto: se abbiamo un veicolo datato, senza sistema Start & Stop e una batteria tradizionale ad acido libero, possiamo staccare il polo negativo; se abbiamo un veicolo con sistema Start & Stop con batteria AGM o EFB che non richiede la registrazione della batteria nel BMS (Battery Management System) possiamo anche in questo caso scollegare il polo negativo; se invece il veicolo ha il sistema Start & Stop con batteria AGM o EFB ma richiede la registrazione nel BMS non bisogna assolutamente scollegare il polo negativo. In questo caso, infatti, se la batteria non viene poi correttamente registrata, il BMS non darà l’ok all’avviamento e si dovrà chiamare l’assistenza/carroattrezzi. Quindi, per evitare questo problema, qui la soluzione è di collegare un mantenitore di carica. Se lo strumento non è disponibile, o se l’auto è parcheggiata in strada e quindi non c’è una presa di corrente nelle vicinanze, occorre effettuare almeno una ricarica con un caricabatteria ogni 4-6 settimane, per un tempo massimo di 24 ore.

In questo periodo di chiusure e riduzioni dei servizi, però, ricordiamoci che le officine continuano a lavorare, anche se parzialmente. Pertanto, in caso di dubbi, ci si può rivolgere al proprio meccanico o elettrauto di fiducia per chiedergli se l’auto necessiti o meno di registrazione della batteria dopo la sostituzione. Lo si può contattare anche se non si hanno a disposizione gli strumenti idonei, quali per esempio un caricabatterie o un mantenitore di carica. Il meccanico potrà effettuare un test sullo stato di salute e di carica della vostra batteria e procedere eventualmente a ricaricarla. In particolare, se la tensione risulta inferiore a 12,5V, è raccomandabile ricaricare la batteria o collegare un mantenitore (che farà prima la ricarica e poi il mantenimento).

Qualcuno potrà pensare che utilizzare l’auto per gli usi consentiti dalle normative – quindi per esempio per andare a fare la spesa al supermercato una volta a settimana – possa essere sufficiente: in realtà, è meglio non percorrere brevi distanze ma fare almeno 15-20km, meglio se con un tratto di autostrada/superstrada, per dare modo all’alternatore di ricaricare la batteria. Infatti, un percorso breve potrebbe non esser sufficiente affinché l’alternatore sia in grado di ricaricare la batteria compensando l’energia che questa ha dovuto fornire per l’avviamento del motore. In ogni caso, è bene limitare l’uso di dispositivi che assorbono energia, quali il climatizzatore o l’autoradio.

Fonte: Exide Technologies (www.exide.com)

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