07 January 2014

Superbollo auto: il Governo sta (ancora) pensando di cancellarlo

Secondo l'AdnKronos, il Governo sta valutando di eliminarlo. Sul piatto della bilancia anche l'effetto negativo portato al comparto, a fronte di introiti minori del previsto

Superbollo auto: il governo sta (ancora) pensando di cancellarlo

Ha provocato l'esodo delle supercar, svendute all'estero. Introiti fiscali minori del previsto. Crisi del settore auto ancora più accentuata. Stiamo parlando del superbollo che il Governo starebbe per eliminare, secondo l'AdnKronos. La misura introdotta dal decreto 'Salva Italia' firmato dal governo Monti, che introdusse una sovrattassa per le macchine di lusso, dovrebbe andare definitivamente in soffitta. La prossima settimana, probabilmente martedì o mercoledì, è in calendario un incontro tra esponenti del settore auto e il governo. Ma sarebbe già emersa la disponibilità a fare un passo indietro per ridare un po' di ossigeno a un mercato che, soprattutto nel settore delle auto di lusso, ha vissuto un 2013 di forte contrazione.

 

Ma noi aspettiamo perché agli annunci siamo troppo abituati (l'ultimo in ordine di tempo è stato lo scorso settembre) ed anche ai balletti di norme e contro-norme, come è stato fatto ad esempio con le tasse sulla casa. Aspettiamo di vedere una norma scritta ed applicata che elimini il superbollo da tutte queste auto (qui l'elenco completo).

 

Quindi staremo a vedere se troveranno finalmente il coraggio di eliminare questa norma controproducente, specialmente per aiutare il setttore che è in crisi ma anche per alleggerire le spese di quegli automobilisti che si trovano a dover pagare il superbollo e che non possono essere chiamati ricchi solo perché guidano auto (magari d'epoca) con 251 CV. Negli ultimi quattro anni solo la fiscalità sull’auto ha contribuito per un punto in più al gettito fiscale complessivo. Nonostante le difficoltà a causa della crisi, infatti, dal 2009 a oggi il carico fiscale sull’auto ha continuato a crescere, per superare, nel 2012, i 72 miliardi di euro, pari al 17% del totale delle entrate tributarie nazionali. La sua incidenza sul Pil è del 4,4% e continua ad essere la più elevata fra i principali paesi europei la cui media è di oltre un punto inferiore (3,3%) (ne abbiamo parlato nel contro editoriale del numero in edicola, se volete approfondire cliccate qui).

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