03 October 2021

Honda, una storia di successi sportivi

Nelle due e nelle quattro ruote il costruttore giapponese si è imposto ai massimi livelli nel motorsport mondiale, che rappresenta il banco di prova ideale per lo sviluppo dei nuovi prodotti stradali....

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Honda non è soltanto il maggior produttore mondiale di motori, ma è anche il costruttore maggiormente coinvolto in tutte le forme di sport motoristici su scala mondiale. Che si tratti di due o quattro ruote, Honda considera la partecipazione alle più importanti competizioni come il banco di prova ideale dei suoi prodotti stradali.

A dimostrazione di questo impegno, alla Honda si sono dedicati al mondo delle corse, compresa la decisione di dotarsi di un proprio circuito dove collaudare i suoi modelli.

Nel 1962, infatti, ha inaugurato la sua pista privata, il circuito di Suzuka, che dal 1987 al 2003 ha ospitato il Gran Premio motociclistico del Giappone, ma che ancora oggi ospita competizioni motociclistiche come la 8 Ore di Suzuka. In una fase successiva Honda decise di realizzare un circuito ancora più all’avanguardia, il Motegi Twin Ring, attuale sede del Gran Premio del Giappone nel Motomondiale. Il debutto nel 1959 Il debutto della Honda nel mondo delle corse è datato 1959, anno in cui, per la prima volta, iscrisse le sue motociclette al Tourist Trophy dell’isola di Man, una delle più prestigiose gare motociclistiche dell’epoca.

Dovette però aspettare due anni per ottenere, col pilota britannico Mike Hailwood, la prima vittoria nelle classi 125 e 250 e nel 1966 riuscì a vincere i titoli mondiali costruttori in tutte le classi che allora erano quelle previste dal motomondiale: 50, 125, 250, 350 e 500. L’impegno nell’automobilismo, invece, prese il via nel 1964 e per farlo si puntò alla Formula 1 dove il costruttore giapponese ha gareggiato ininterrottamente sino al 1968, sorprendendo l’intero ambiente delle corse con la presentazione di un suo team completamente made in Japan, piloti a parte, unica squadra, assieme alla Ferrari, a schierare una monoposto interamente progettata in casa, sia per il telaio che per il motore.

E non dovette attendere molto nemmeno per la sua prima vittoria in un Gran Premio che, infatti, risale al 1965 quando lo statunitense Richie Ginther si aggiudicò il Gran Premio del Messico. I maggiori risultati, tuttavia, Honda li ha ottenuti negli anni compresi fa il 1983 e il 1992 come fornitore di motori in F1 alle scuderie Lotus, McLaren, Tyrrell e Williams. Con questi potenti propulsori i team anglosassoni riuscirono a vincere ben 6 titoli mondiali costruttori e 5 titoli per i piloti. Dici Honda e subito pensi all’accoppiata con il costruttore McLaren, un binomio che tra fine Anni Ottanta e primi Novanta ha conquistato ben 4 titoli iridati dal 1988 al 1991. Monoposto in livrea bianco-rossa che ebbero per protagonisti Ayrton Senna con 3 titoli e Alain Prost con 1, compagni-rivali per due stagioni, che portarono le vetture inglesi di Woking ai vertici del campionato.

I titoli di fila conquistati dalla Honda furono cinque, considerato che nel 1987 il mondiale piloti andò a Nelson Piquet, su Williams-Honda. Dopo una parentesi durata all’incirca 15 anni la Casa automobilistica giapponese ha fatto il ritorno alle gare avvenne tra il 2000 e il 2005. Dalla stagione 2006 fino a fine 2008 Honda ritorna in F1 con una scuderia a proprio nome, Honda Racing F1 Team, dopo l’acquisto completo della British American Racing di cui era partner tecnologico.

Nella Indy Racing League Honda è attualmente fornitore unico. Per Gran Premi disputati e vittorie conquistate, infatti, i motori giapponesi firmati Honda restano tra i più rappresentati nella storia della F.1. Come motorista, Honda ha vinto 6 volte il titolo iridato, senza soluzione di continuità dal 1986 al 1991: le prime due stagioni con la Williams, le rimanenti con McLaren. Tanto che la Casa giapponese nella graduatoria dei titoli iridati tra i costruttori di motori segue in ordine Ferrari (16), Renault (12), Ford (10), Mercedes (8). Indelebile nella storia di Honda nel Mondiale F.1 l’immagine del brasiliano Ayrton Senna che trionfando nelle stagioni 1988, 1990-91 con l’imbattibile McLaren MP4 fu protagonista di una stagione sotto il segno del dominio e delle sfide accese con il compagno Alain Prost che nel 1990 sarebbe passato in Ferrari lasciando il posto all’austriaco Berger.

Un pilota amatissimo a ogni latitudine, Senna, e una casa di riferimento nel mercato asiatico e nel settore del motorsport, Honda, che proprio grazie all’asso brasiliano divenne un marchio d’immagine globale. Gli sviluppi tecnologici che contribuiscono al successo di Honda Racing in pista sono sfruttati per ottimizzare la qualità dei prodotti destinati al pubblico. Ecco perché le auto, le moto e i prodotti power di Honda incarnano lo spirito agonistico del marchio.

La storia agonistica più recente di Honda riguarda ancora la Formula 1. Dal 2019 partner di Red Bull Tornata nella formula regina dalla stagione 2015, in piena epoca di power unit ibride, il rientro non è stato semplice: nel 2015-2017 fornendo i motori a McLaren, con frequenti problemi di potenza e affidabilità, tanto che al GP di Suzuka 2015, la gara di casa per Honda a Fernando Alonso sfuggì via radio un’osservazione pepata in cui comparava il suo motore a quello di una monoposto di categoria inferiore.

Quindi dal 2018 Honda ha fornito le unità alla Toro Rosso e dal 2019 anche alla Red Bull. Già dalla stagione 2019 l’accoppiata Red Bull-Honda ha portato il primo successo nel GP d’Austria con Max Verstappen, interrompendo così un digiuno che durava per i giapponesi dal 2006: sono seguite altre 3 vittorie e 13 podi in sole 31 gare. Da segnalare in ordine d’apparizione quello firmato da Pierre Gasly a Monza 2020 sull’italiana AlphaTauri la ex Toro Rosso. Poi la grande stagione 2021 con l’esplosione del giovane olandese Max Verstappen determinato ad interrompere il dominio di Lewis Hamilton e della Mercedes.

Ma c’è di più perché il team Red Bull continuerà a correre nel Mondiale F1 utilizzando le power unit della Honda fino al 2024 nonostante il ritiro del costruttore giapponese, che avverrà alla fine di questa stagione. La scelta definitiva è arrivata dopo che la FIA ha deciso, insieme alle altre squadre, il congelamento dei motori fino appunto a quel termine definito dalla Federazione. Il che significa che i propulsori impiegati in F1 non potranno subire evoluzioni.

La Red Bull, pur essendo una potenza economica indiscutibile, non avrebbe infatti i mezzi per creare un programma autonomo di evoluzioni. Helmut Marko il responsabile del team Red Bull al riguardo ha dichiarato. “Siamo grati per la collaborazione della Honda e per l’aiuto nel consentirci di continuare ad avere power unit competitive”. Di tale accordo usufruirà anche il team satellite della Red Bull, l’Alpha Tauri. Col ritiro della Honda alla conclusione del campionato 2021, Red Bull passerà in autonomia a gestire le power unit giapponesi.

A tal proposito ha dato vita alla Red Bull Powertrains che avrà la sede a Milton Keynes, cittadina britannica che da sempre ospita la squadra F1, ma che è anche la sede europea della Honda F1. Perché dunque non avete pensato di utilizzare tale struttura? “Quella sede è più orientata ai motori elettrici, non ci sono abbastanza macchinari per effettuare le ottimizzazioni necessarie”, ha spiegato Marko. La Red Bull si avvarrà anche del supporto di AVL, azienda specializzata nel settore.

“La creazione di Red Bull Powertrains è una mossa compiuta dopo considerazioni approfondite. Siamo consapevoli dell’enorme impegno richiesto, ma riteniamo che sia l’opzione migliore per entrambi i team - ha poi aggiunto lo stesso Marko – Adesso iniziamo il lavoro per portare in casa nostra il reparto power unit, integrando strutture e personale nel nostro campus tecnologico.

Nel frattempo, siamo pienamente concentrati nell’ottenere i migliori risultati possibili per l’ultima stagione della Honda da fornitore ufficiale - ha poi spiegato il team principal Christian Horner - i giapponesi hanno un approccio aggressivo prima di congedarsi dalla F1. Fino all’ultima gara daranno il massimo” e magari centreranno l’ultimo mondiale della loro storia sportiva più recente grazie ad un campioncino con un grande futuro, Max Verstappen.

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Ma c’è di più perché il team Red Bull continuerà a correre nel Mondiale F1 utilizzando le power unit della Honda fino al 2024 nonostante il ritiro del costruttore giapponese, che avverrà alla fine di questa stagione. La scelta definitiva è arrivata dopo che la FIA ha deciso, insieme alle altre squadre, il congelamento dei motori fino appunto a quel termine definito dalla Federazione. Il che significa che i propulsori impiegati in F1 non potranno subire evoluzioni.

La Red Bull, pur essendo una potenza economica indiscutibile, non avrebbe infatti i mezzi per creare un programma autonomo di evoluzioni. Helmut Marko il responsabile del team Red Bull al riguardo ha dichiarato. “Siamo grati per la collaborazione della Honda e per l’aiuto nel consentirci di continuare ad avere power unit competitive”. Di tale accordo usufruirà anche il team satellite della Red Bull, l’Alpha Tauri. Col ritiro della Honda alla conclusione del campionato 2021, Red Bull passerà in autonomia a gestire le power unit giapponesi.

A tal proposito ha dato vita alla Red Bull Powertrains che avrà la sede a Milton Keynes, cittadina britannica che da sempre ospita la squadra F1, ma che è anche la sede europea della Honda F1. Perché dunque non avete pensato di utilizzare tale struttura? “Quella sede è più orientata ai motori elettrici, non ci sono abbastanza macchinari per effettuare le ottimizzazioni necessarie”, ha spiegato Marko. La Red Bull si avvarrà anche del supporto di AVL, azienda specializzata nel settore.

“La creazione di Red Bull Powertrains è una mossa compiuta dopo considerazioni approfondite. Siamo consapevoli dell’enorme impegno richiesto, ma riteniamo che sia l’opzione migliore per entrambi i team - ha poi aggiunto lo stesso Marko – Adesso iniziamo il lavoro per portare in casa nostra il reparto power unit, integrando strutture e personale nel nostro campus tecnologico.

Nel frattempo, siamo pienamente concentrati nell’ottenere i migliori risultati possibili per l’ultima stagione della Honda da fornitore ufficiale - ha poi spiegato il team principal Christian Horner - i giapponesi hanno un approccio aggressivo prima di congedarsi dalla F1. Fino all’ultima gara daranno il massimo” e magari centreranno l’ultimo mondiale della loro storia sportiva più recente grazie ad un campioncino con un grande futuro, Max Verstappen.

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