Documento unico: niente da fare nemmeno questa volta

Ennesimo rinvio per il documento unico che non arriverà prima del 2020 inoltrato, lasciando ancora separati la carta di circolazione e il certificato di proprietà

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In un nostro precedente articolo avevamo affermato che il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, con una pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, aveva finalmente dato il via libera definitivo all'introduzione del Documento Unico di circolazione e di proprietà. Con questa importante modifica, che avrebbe abolito sia il certificato di proprietà sia il libretto di circolazione, si puntava a ridurre la burocrazia sulle immatricolazioni. Gli automobilisti si sarebbero trovati quindi di fronte a un minor numero di scartoffie e a un cospicuo risparmio dal punto di vista economico.

La nuova normativa sarebbe dovuta entrare in vigore il prossimo 1 gennaio 2020, portando da quattro a due i bolli da pagare, per una cifra totale di 32 euro anzichè i 64 attuali. Inoltre, non sarebbe stato più necessario l’aggiornamento della carta di circolazione, attualmente usata dalla Motorizzazione e dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA), ma tutte le comunicazioni tra Aci-Pra e Motorizzazione sarebbero avvenute di li in avanti in modo molto più snello. Purtroppo però, è arrivato l’ennesimo rinvio del Documento Unico che non verrà introdotto nemmeno il prossimo 1 gennaio 2020.

Dopo mesi di sperimentazioni mai veramente decollate, un emendamento dell’esecutivo alla Legge di Bilancio attualmente in discussione al Senato, prende atto del fatto che non vi sono ancora le condizioni per mettere in pensione i due documenti attuali. Le difficoltà tecniche, volte a far dialogare in tempo reale l’Archivio nazionale veicoli del ministero dei trasporti con il Pubblico registro automobilistico gestito dall’Aci, appaiono ancora insormontabili. Il risultato è che il documento unico di circolazione e proprietà, cioè la carta di circolazione con annotati eventuali gravami, arriverà nel 2020 inoltrato.

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