Audi, nuovi fari OLED: “con questa tecnologia comunicheremo in modo innovativo”

Grazie a nuove tecnologie e a effetti 3D i fari del futuro saranno sempre più uno strumento di comunicazione con l’ambiente circostante in grado di accrescere ulteriormente il livello di sicurezza sulle nostre strade.

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I gruppi ottici da sempre rappresentato non solo un dispositivo con funzione d’illuminazione ma anche un elemento in mano ai designer per rendere riconoscibile ed esclusivo un determinato modello. Quante volte vi sarà, infatti, capitato di riconoscere una vettura sia di giorno che di notte per la forma dei suoi fare o per il caratteristico fascio luminoso, emanato dai suoi proiettori. Un po’ tutte le case auto negli ultimi anni hanno continuamente evoluto questa tecnologia sia per incrementarne la funzionalità e l’efficacia dal punto di vista della sicurezza che per accentuarne l’appeal dal punto di vista visivo. Fra tutti i Brand forse Audi è però quella che più di ogni altra ha investito molto in questo settore e per prima si è fatta portavoce di numerose tecnologie tanto affascinanti quanto performanti.

Prima alogeni, poi allo Xeno, poi a Led (2004), poi Full Led (2008), poi Matrix Led con 25 diodi (2013), poi Laser Matrix Led (2014), poi Led HD Matrix (2017) e, infine, LED Matrix Digitali con dispositivo digital micromirror (DMD) con 1,3 milioni di micro specchi (2019). Discorso simile anche al posteriore: prima Led (2011), con indicatori dinamici (2012), poi OLED costituiti da materiale organico (2016) e, infine, Digital OLED simili a un vero display (2020). Quest’ultima innovazione, i fari Digital OLED, li troviamo oggi al posteriore sulla nuova Audi Q5, una tecnologia di illuminazione che, oltre a essere stati strumenti di sicurezza (fari adattivi, intelligenti, predittivi) sono anche strumenti di comunicazione perché capaci di interagire con la tecnologia Car-to-X, mettendo in comunicazione automobili e infrastrutture.

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Composti da oltre 18 segmenti per ogni parabola, i nuovi proiettori, presenti su Audi Q5, introducono il concetto di schermo digitale all’interno del gruppo ottico, una feature in grado di modificarsi nel disegno, nella forma e nell’intensità in base alla specifica situazione. I 3 pannelli di ogni faro OLED, composti ognuno composto da 6 segmenti di diodi organici, possono mutare per dare vita a diverse tipologie di segnalazione. Sulla nuova Audi Q5, per esempio, possono mutare la loro forma luminosa se un’altra auto dovesse avvicinarsi troppo, senza mantenere la distanza di sicurezza. Ma non è finita qui perché la Casa dei Quattro Anelli sta già lavorando al prossimo step, qualcosa di ancora più evoluto e performante tanto dal punto di vista del design quanto della sicurezza e della comunicazione.

Denominati Flexible Digital OLED, i nuovi proiettori sfrutteranno nuovi substrati flessibili che consentiranno ai designer e ai tecnici di creare effetti luminosi tridimensionali, con un aumento dell’area utilizzabile all’interno del faro, così da trasformare i fanali in veri e propri strumenti di conversazione tra auto e auto. Scendendo nel dettaglio, i nuovi fari abbandoneranno il rigido e sottile materia di supporto da circa 0,7 mm per fare spazio a substrati flessibili come vetro sottile, pellicole di plastica o fogli di metallo, che possano così essere piegati in una o più direzioni. Come se non bastasse il numero di segmenti crescerà dagli attuali 18 fino a più di 60 così da incrementare a dismisura il numero di personalizzazioni possibili per ogni singolo faro e permettere a entrambi i fari di creare particolari segnali di comunicazione, come l’avvertimento di strada scivolosa o di ingorgo improvviso, così da garantire ai conducenti delle automobili un livello di sicurezza sempre maggiore, senza però tralasciare l'impatto visivo e l’aspetto estetico che la vettura metterà in mostra su strada.

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