È proprio lei, la fantastica Alfetta GTV Autovama che ha spesso surclassato i mostri sacri dell’Euroturismo nel ’76 e ’77. Non dava tregua perché andava forte e arrivava sempre in fondo, mentre le altre rompevano. Oggi calca ancora le piste nella livrea che l’ha resa famosa, quella della 24 Ore di Spa 1976.
È l’ambiente preferito da questa GTV, la più nota tra quelle che sono state impegnate nella Velocità. Gestita dalla fiorentina Autovama, è sempre stata pilotata con brillanti risultati da Amerigo Bigliazzi, in coppia con i migliori del suo tempo.
Nonostante i diversi tentativi fatti sull’onda del grande successo popolare dei Rally negli anni 70, era evidente che la vera vocazione dell’ingegner Chiti e quindi dell’Autodelta non fosse per quella specialità, quanto piuttosto per le gare di Velocità. La stessa parabola sportiva dell’Alfetta, così breve e condotta a singhiozzo e sempre con grande sofferenza, è la dimostrazione pratica e lampante di questa semplice verità.
L’Alfetta berlina è stata portata in gara nel 1973, prima alla 500 Km di Matrop Park, in Svezia, e poi alla 4 Ore di Zandvoort, pilotata in entrambi i casi da Carlo Facetti e Rolf Stommelen. Non si può dire che queste partecipazioni siano state all’insegna del successo, perché l’auto, pur dimostrando ottime potenzialità, non ha terminato nessuna delle due gare per guai alla trasmissione.
L’anno successivo ha debuttato nei Rally al San Martino di Castrozza, comportandosi bene, così come nei successivi appuntamenti della stagione. Si trattava tuttavia di sperimentazioni in attesa dell’omologazione della Alfetta GT. Nel 1975 l’impegno ufficiale con la nuova coupé è positivo, ma alla fine dell’anno arriva lo stop e con i Rally si chiude. Le Alfetta GT Gruppo 2 vengono allora adattate ai nuovi regolamenti del ’76 e convertite per la Velocità.
Alla 24 Ore di Spa di quell’anno, prova valida per il Campionato Europeo Turismo, sono presenti tre Alfetta GT Autodelta e un’altra preparata sempre in Autodelta, ma semi-privata e iscritta dalla Autovama, storica concessionaria Alfa Romeo di Firenze. Il rapporto tra l’Autovama e l’Autodelta è molto stretto, anche questa concessionaria come l’analoga Scar Autostrada è quasi una dépendence che l’ingegner Chiti, sempre molto legato alla sua terra d’origine, utilizza spesso come base logistica per gli impegni agonistici in Toscana.
Alla fine il risultato è a dir poco eccezionale: dopo la BMW 3.0 CSL si classifica al secondo posto assoluto l’Alfetta GT di Andruet-Dini, che ovviamente vince alla grande la Seconda Divisione, quella riservata alle auto fino a 2.000 cc. Ma l’affermazione delle piccole coupé Alfa Romeo è globale: occupano dal secondo al quarto posto in classifica generale umiliando le Ford Capri e le Opel Commodore.
La numero 31, l’Alfetta GTV di Bigliazzi-Zeccoli-Crespin, arriva sesta assoluta. Neanche due mesi dopo, alla 500 Km di Vallelunga, settima prova dell’Europeo Turismo, questa stessa macchina vince addirittura l’assoluto, pilotata dall’accoppiata Bigliazzi-Dini, davanti all’altra Alfetta GTV di Ciardi-Belli.
Ricordando Spa
Quarantasei anni dopo quelle storiche imprese, ma ce ne sarebbero parecchie altre da raccontare, l’Alfetta GTV bianca ex-Autovama è ancora in ottima forma. Ha ripreso l’aspetto esterno della sua partecipazione forse più famosa, quella della 24 Ore di Spa del ’76: numero 31, sponsorizzazione Garden Stores Lièges.
Non è mai stata restaurata, quindi ha tutti i segni dell’intensa attività sportiva cui è stata sottoposta, ma l’aspetto esterno è quasi perfetto, probabilmente perché non ha mai subito danni particolari nonostante le numerose battaglie combattute, e vinte, in pista. Ce la presenta Amerigo Bigliazzi, per gli amici Giancarlo, cui la macchina era stata affidata quando era capofficina in Autovama e con la quale ha corso con successo per oltre due anni.
Quando l’Autovama ha chiuso poco più di 10 anni fa, la macchina è stata messa in vendita: il giro di amici che gravitava intorno a Bigliazzi ha fatto subito da passaparola finché Bruno Mazzuoli, appassionatissimo collezionista senese e pilota da trent’anni ora impegnato con le storiche, si è deciso e l’ha comprata. E’ una delle prime Alfetta GTV 2000, quindi prima serie ma già della seconda generazione. Come tale ha dovuto sottostare ai nuovi regolamenti FIA per il Turismo Gr. 2, il che significa che non ha mai potuto usufruire né della testa stretta a doppia accensione della GTAm né tantomeno della testa a 16 valvole di prima omologazione.