Un pezzo di scotch fa impazzire la Tesla

A dirlo è uno studio della società di sicurezza McAfee che dimostrerebbe le numerose vulnerabilità e incertezze dei sistemi di guida autonoma delle moderne vetture, modelli di Palo Alto compresi.

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Chi fa da se.....

Non è la prima volta che vi parliamo di come i sistemi di guida autonoma o presunti tali non siano ancora a uno stato evolutivo tale da potersi pienamente affidare a loro e lasciarli condurre in totale serenità le nostre auto. Dopotutto la legge parla chiaro e in Italia questi sistemi devono essere depotenziati a un livello massimo di 3 su 5 con funzionalità di guida autonoma “strozzate” e capacità di semplici sistemi di sicurezza e assistenza alla guida. In sostanza ad avere il controllo del mezzo rimane sempre il conducente che, nonostante i numerosi sistemi di guida semi-autonoma presenti a bordo della sua vettura, deve comunque mantenere un comportamento alla guida idoneo e attento. Non sono, infatti, pochi i casi di incidenti per distrazione, per esagerata fiducia nei sistemi di guida assistita o per malfunzionamenti di questi sistemi anche in condizioni pressoché normali. Anche di questi incidenti vi abbiamo più volte riportato la notizia, ribadendo che tali sistemi seppur estremamente utili devono oggi essere presi come dei semplici assistenti e non devono per niente sostituirsi a noi nella guida di qualsiasi mezzo circolante per strada.

Accelerazioni involontarie

Questa volta però a ribadire l’importante concetto sono i ricercatori della società di sicurezza McAfee che con uno studio ha portato alla luce del sole come sia facile “fregare” i sistemi di guida autonoma di alcune moderne auto, tra le quali proprio le Tesla Model S e Model X, oggetto della loro ricerca. Leggendo con attenzione lo studio, si scopre come basterebbe del semplice nastro adesivo per mandare in palla i sistemi di guida autonoma di queste auto. Con due semplici pezzi di nastro adesivo i ricercatori della McAffee hanno deciso di modificare il limite di velocità dei cartelli stradali, cambiando la prima cifra del segnale delle “35” miglia orarie in modo che il computer lo leggesse come un “85”. Una modifica al cartello fatta in fretta e furia e quindi ben riconoscibile all’occhio umano ma non a quello della vettura che, una volta incontrato il cartello malamente contraffatto, ha letto la nuova velocità e ha inevitabilmente aumentato pericolosamente la velocità della vettura di Palo Alto ben oltre il limite consentito.

Telecamera sostituita

Per fortuna sembra proprio che Tesla nei suoi ultimi modelli sia già ricorsa ai ripari aggiornando tanto il software ma soprattutto sostituendo le precedenti telecamere Mobileye EyeQ3 con dei modelli più avanzati e prestazionali che a quanto pare sono passate indenni dallo stratagemma del nastro adesivo. Detto questo però lo studio ci fa capire come la tecnologia non sia ancora così matura e priva di vulnerabilità o incertezze. Ancora molto c’è da fare e va fatto se vogliamo che queste moderne tecnologie possano un giorno pianamente sostituirci in alcune funzioni in totale sicurezza.

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