Una delle novità che non è passata inosservata sulla griglia di partenza della Formula Uno 2021 è che non c’è più la presenza della “giallona”, in arte la Regie. La motivazione del passo indietro di Renault verrebbe da dire è, invece, un notevole balzo in avanti, una mossa quasi repentina oltre che risolutiva voluta dal manager italiano che dal primo luglio 2020 guida il Gruppo di Parigi, un impero che va molto oltre il tempio della velocità.
Lo stesso Ceo sin da subito ha posto così le basi di una piccola rivoluzione che nel tempo qualche scossone lo porterà di sicuro. Luca de Meo ha girato molto prima di riapprodare in Renault dove peraltro aveva iniziato: Toyota, Lexus, Lancia, Fiat, Alfa Romeo, Volkswagen, Audi e infine Seat che ha lasciato da presidente risanata come non mai. Un’esperienza vasta, non c’è dubbio.
Lui stesso è forse l’unico top manager attualmente al volante di un’azienda top nel settore automobilistico ad aver lavorato per i due più grandi costruttori del mondo, Toyota e Volkswagen, tre dei primi quattro visto che è stato a lungo in Fca chiamato dal Ceo Sergio Marchionne e in quella occasione deve aver intuito la nobiltà della Ferrari. Se è vero che per l’Alpine di F.1 ha parlato di una piccola Ferrari.
A Luca de Meo piace lavorare a cose nuove puntando sulla storia dei marchi che da sempre conosce nei minimi dettagli. In tutto quel suo lungo percorso che l’ha portato oggi ad altissimo livello ha, infatti, avuto sempre la responsabilità anche della produzione e delle fabbriche e cioè dell’intera catena dell’automotive, ma su due specializzazioni ha svettato in particolare perchè probabilmente fanno parte del suo Dna.
Da una parte il marketing, con una capacità unica di intuire in anticipo cosa i clienti vorranno fra qualche anno, dei desideri che nessuno conosceva. Dall’altra il motorsport, la disciplina diventata una passione alla quale si è sempre approcciato con rispetto e deferenza, tanto da sostenere che è il modo più rapido per aumentare la consapevolezza di un brand automotive. Oltre che il più economico.
Deve essere così che entrando nel Circus della F.1 non ha esitato a fare una rivoluzione partendo quasi da un foglio bianco. Nel 2020, in piena pandemia, ha voluto essere presente a dei Gran Premi non solo per stare vicino alla squadra, ma per toccare con mano i punti che potevano essere migliorati. Poi una promessa di una partecipazione non estemporanea, ma strutturale, anche a lungo termine. Dalle gare ai piloti.
Per il team francese l’ingaggio di Fernando Alonso rappresenta un investimento che va oltre la guida. In altri contesti il pilota asturiano era stato criticato per aver accentrato troppo su di sé la squadra. In Alpine, al contrario, sembra proprio che questo sia uno degli obiettivi affidati allo spagnolo. Si conta molto, infatti, sulla sua esperienza per far crescere l’intero team. A confermare quest’analisi è stato proprio Luca de Meo.
“La Renault è la casa di Fernando, ma voglio che usi la sua esperienza per aiutare tutti noi a crescere. Ha un ruolo diverso da quello di 15 anni fa. Oggi è il Padrino di tutti. L’unica cosa che gli chiedo è di aiutarci a diventare un top team, perché si tratta di atteggiamento e di mentalità. E lui ce l’ha”. Investimento strategico Un altro azzardo poteva essere la scelta di Davide Brivio. Ma Luca de Meo si è detto certo su quello che potrà fare.