20 October 2021

MOTORSPORT - Alpine F1 Team

Sotto la guida del Ceo italiano Luca de Meo il Gruppo Renault ha deciso di rilanciarsi anche in F.1 con un team che da quest’anno porta il nome e i colori di Alpine: una piccola grande rivoluzione accompagnata da una riorganizzazione interna per tornare ai vertici del campionato e preparare il terreno alla futura generazione di modelli stradali sportivi a propulsione elettrica...

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Una delle novità che non è passata inosservata sulla griglia di partenza della Formula Uno 2021 è che non c’è più la presenza della “giallona”, in arte la Regie. La motivazione del passo indietro di Renault verrebbe da dire è, invece, un notevole balzo in avanti, una mossa quasi repentina oltre che risolutiva voluta dal manager italiano che dal primo luglio 2020 guida il Gruppo di Parigi, un impero che va molto oltre il tempio della velocità.

Lo stesso Ceo sin da subito ha posto così le basi di una piccola rivoluzione che nel tempo qualche scossone lo porterà di sicuro. Luca de Meo ha girato molto prima di riapprodare in Renault dove peraltro aveva iniziato: Toyota, Lexus, Lancia, Fiat, Alfa Romeo, Volkswagen, Audi e infine Seat che ha lasciato da presidente risanata come non mai. Un’esperienza vasta, non c’è dubbio.

Lui stesso è forse l’unico top manager attualmente al volante di un’azienda top nel settore automobilistico ad aver lavorato per i due più grandi costruttori del mondo, Toyota e Volkswagen, tre dei primi quattro visto che è stato a lungo in Fca chiamato dal Ceo Sergio Marchionne e in quella occasione deve aver intuito la nobiltà della Ferrari. Se è vero che per l’Alpine di F.1 ha parlato di una piccola Ferrari.

A Luca de Meo piace lavorare a cose nuove puntando sulla storia dei marchi che da sempre conosce nei minimi dettagli. In tutto quel suo lungo percorso che l’ha portato oggi ad altissimo livello ha, infatti, avuto sempre la responsabilità anche della produzione e delle fabbriche e cioè dell’intera catena dell’automotive, ma su due specializzazioni ha svettato in particolare perchè probabilmente fanno parte del suo Dna.

Da una parte il marketing, con una capacità unica di intuire in anticipo cosa i clienti vorranno fra qualche anno, dei desideri che nessuno conosceva. Dall’altra il motorsport, la disciplina diventata una passione alla quale si è sempre approcciato con rispetto e deferenza, tanto da sostenere che è il modo più rapido per aumentare la consapevolezza di un brand automotive. Oltre che il più economico.

Deve essere così che entrando nel Circus della F.1 non ha esitato a fare una rivoluzione partendo quasi da un foglio bianco. Nel 2020, in piena pandemia, ha voluto essere presente a dei Gran Premi non solo per stare vicino alla squadra, ma per toccare con mano i punti che potevano essere migliorati. Poi una promessa di una partecipazione non estemporanea, ma strutturale, anche a lungo termine. Dalle gare ai piloti.

Per il team francese l’ingaggio di Fernando Alonso rappresenta un investimento che va oltre la guida. In altri contesti il pilota asturiano era stato criticato per aver accentrato troppo su di sé la squadra. In Alpine, al contrario, sembra proprio che questo sia uno degli obiettivi affidati allo spagnolo. Si conta molto, infatti, sulla sua esperienza per far crescere l’intero team. A confermare quest’analisi è stato proprio Luca de Meo.

“La Renault è la casa di Fernando, ma voglio che usi la sua esperienza per aiutare tutti noi a crescere. Ha un ruolo diverso da quello di 15 anni fa. Oggi è il Padrino di tutti. L’unica cosa che gli chiedo è di aiutarci a diventare un top team, perché si tratta di atteggiamento e di mentalità. E lui ce l’ha”. Investimento strategico Un altro azzardo poteva essere la scelta di Davide Brivio. Ma Luca de Meo si è detto certo su quello che potrà fare.

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“Sa vincere, visto che nelle moto ha vinto molto e questo è importante. Fra le competizioni al massimo livello nelle due e le quattro ruote ci sono molti punti in comune e Davide è certamente molto esperto, anche nella gestione dei piloti. Gli abbiamo affidato la responsabilità di gestire le attività in pista e credo che possa farlo molto bene.

Lavorerà insieme a Laurent che è il capo di Alpine e Marcin Budkowski che invece opera nella sede britannica del team. Dobbiamo rafforzare molto il collegamento fra le tre realtà: motorizzazione, macchina e pista”. Il tempo potrà dire se ha avuto ancora ragione lui, ma il rischio che le cose andranno in futuro nel verso giusto c’è. Alla base della scelta che l’ha spinto a far debuttare in F.1 il brand Alpine ci sono poi diverse motivazioni, tutte sensate.

Il marchio ha una storia importante, ma non deve essere troppo nostalgico, piuttosto secondo Luca de Meo deve guardare al futuro, visto che produrrà soltanto vetture elettriche su una piattaforma avanzata.

Modelli capaci di dare un forte contributo emotivo alle future generazioni. Da questo punto di vista l’integrazione di Alpine con la Formula Uno nel pensiero di Luca de Meo può dare grandi vantaggi, visto che è una straordinaria piattaforma di marketing, impossibile dare tanto risalto ad un brand sportivo investendo in altro modo. L’obiettivo è di fare diventare il brand per la sua presenza nelle corse una mini Ferrari e poi anche una mini Tesla quando arriveranno i modelli a batteria.

Non sarà facile ma la previsione è del tutto credibile anche perché potrebbe sostenersi da sola. “Se riusciamo a creare valore al brand, anche per i mercati finanziari, possiamo col valore eliminare i potenziali costi che ci volevano. Questa è l’idea che abbiamo in mente per l’Alpine” così ha spiegato Luca de Meo. Torniamo a parlare di uomini nell’ambito del pensiero del Ceo di Renault.

Sulla nomina di Stefano Domenicali alla guida di Liberty Media il gestore della Formula Uno di oggi qual è il giudizio di uno come Luca de Meo che conosce bene il personaggio?. “È un importante punto di partenza, ma con lui alla guida si può ancora migliorare. L’organizzazione negli ultimi anni ha lavorato bene nel marketing, sulla digitalizzazione e sui social media. La cosa interessante è che ad esempio i più giovani si stanno interessando nuovamente alla F1.

Quando si parlerà, dunque, di nuove regole per il 2025 o oltre ancora, bisognerà fare attenzione che il Circus di F.1 resti sempre un laboratorio e un banco di ricerca, visto che è fondamentale che rimanga un riferimento e anche un’icona”. La rivoluzione della mobilità che si è ormai avviata tanto che è destinata a concretizzarsi in tempi forse anche più rapidi del previsto sembra mettere al cento del motorismo sportivo più la Formula E che la F.1. Ma per Luca de Meo non sembra essere così.

Più volte si è espresso indicando la F.1 come la piattaforma regina perché seguita da centinaia di milioni di appassionati. Questo per giustificare la sua scelta di concentrare le risorse economiche in questo contesto lasciando un impegno parziale in altre categorie magari con il supporto di un partner come alla 24 Ore di Le Mans che ha consentito al team Alpine sul podio della gara 2021 dietro solo alle inarrivabili Toyota.

Uno sforzo economico senza precedenti per riportare ai piani alti a livello mondiale Alpine che di qui a qualche anno potrebbe assaporare l’allure di brand globale. Ce la farete? “Non c’è alcuna ragione perché non si possa centrare un obiettivo che sia ambizioso. Secondo me Alpine dovrà essere una restart up. Siamo già ripartiti nel 2017, ma con un’operazione forse un po’ troppo nostalgica, adesso guardiamo al futuro e crediamo ancora più nella Formula 1 che si sà è presente con successo in tutti i continenti”.

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