Il Gruppo Volkswagen e la sua divisione americana hanno annunciato di aver raggiunto un accordo preliminare con le autorità statunitensi sui veicoli dotati di motore Diesel V6 di 3 litri coinvolti nello scandalo delle emissioni falsate dal programma di "mascheramento". L’intesa per risolvere le cause civili relative a 83 mila esemplari dotati del propulsore TDI 3.0 venduti in USA è stata siglata con il Dipartimento di Giustizia di Washington, per conto della Environmental Protection Agency, e con lo Stato della California, per conto del California Air Resources Board. Ne deriva che Volkswagen richiamerà oltre il 75% dei veicoli interessati per avviare riparazioni tali da adeguarli alle normative sulle emissioni. Nel dettaglio, coinvolte 63 mila unità di Volkswagen, Audi e Porsche con motore di seconda generazione vendute tra il 2013 e il 2016, mentre per altri circa 20 mila veicoli targati VW e Audi con motore di prima generazione venduti dal 2009 al 2012 è previsto il riacquisto o la cancellazione dei contratti di leasing. La Casa tedesca non ha ufficializzato i costi legati al nuovo accordo, ma non ha neppure smentito le recenti indiscrezioni che ipotizzavano un esborso di 1 miliardo di dollari. Nel frattempo, la German Federal Motor Transport Authority (KBA) ha approvato le modifiche alla famiglia dei motori diesel EA189 del Gruppo Volkswagen, la prima ad essere coinvolta oltre un anno fa nel dieselgate.