20 November 2013

Bosch in crisi, fa le auto che si guidano da sole

Per rispondere alla crisi che pesa sul fatturato in crescita molto contenuta e mette a rischio i posti di lavoro, Bosch punta su un’auto con tecnologie assimilabili a quelle della domotica: si guiderà da sola. Sembra che sarà (auto)noma come un drone.

Bosch in crisi, fa le auto che si guidano da sole

 

La crisi affligge anche le grandi aziende tedesche come Bosch. È un dato di fatto. Nonostante gli investimenti fatti sui mercati emergenti, l’Europa continua a rappresentare il 57% della quota di mercato dell’azienda tedesca. E così non è il nuovo che avanza, bensì il vecchio (continente) che resiste. Il presidente del consiglio di amministrazione Volkmar Denner ha fatto sapere che l’azienda si aspetta di chiudere il bilancio del 2013 con ricavi inferiori a quelli del 2007. In seguito a questa situazione, Bosch si trova a dover affrontare un problema di sovrapproduzione che va a incidere anche sui posti di lavoro con possibili esuberi.

 

Ma Denner non demorde e spera di riuscire a superare le difficoltà, senza dover ricorrere a dei tagli. Una di queste soluzioni potrebbe essere la vendita del ramo di azienda che si occupa dei pannelli solari, che ha generato perdite pari a 2,4 miliardi di euro da quando è stato creato nel 2008. Denner ha inoltre fatto sapere che l’industria di cui è presidente, è, comunque, in linea con gli obiettivi prefissati nel 2012 di aumentare i ricavi dal 2 al 4 per cento quest’anno, in confronto ai 52,5 miliardi di euro registrati alla chiusura del precedente esercizio. A rendere ancora più difficile la situazione è il cambio forte dell’euro sulle valute dei mercati emergenti, un fattore che frena le esportazioni, che si combina con la domanda debole dei prodotti industriali. Bosch al momento è lontana dall’obiettivo di ottenere un margine di guadagno dell’8% sul fatturato. Nel 2012 i ricavi prima degli interessi e ante imposte ammontavano al 2,5% delle vendite.

 

Finché non sarà pubblicato il bilancio del 2013 non sarà possibile conoscere con esattezza quali siano i segmenti che generano maggiori profitti per Bosch, ma viene da pensare che il mercato automobilistico sia uno di quelli che hanno causato le più importanti perdite. Denner non si è espresso con dati precisi sul tema, ma ha comunque annunciato che, secondo la sua opinione “il mercato automobilistico ha toccato i minimi storici, ma ora non può fare altro che ripartire”. Ha aggiunto il presidente di Bosch: “L’auto è proprio uno di quei segmenti dove dobbiamo investire per affrontare la crisi. Ci saranno dei miglioramenti, ma non credo in una grande crescita”.

 

Ed è per questo che l’azienda tedesca ha avviato un’intensa attività di studi nel settore delle tecnologie per le automobili. A cominciare dalle vetture che si guidano da sole – non è uno scherzo! – grazie a una serie di sensori presenti a bordo. Bosch ha ritenuto che fosse opportuno entrare in competizione con altre aziende impegnate in questo settore. Una delle principali concorrenti è Continental, ma fanno parte della sfida anche Mercedes e persino Google, che è al lavoro per trovare soluzioni in grado di rendere del tutto autonoma l’auto. Per la sperimentazione l’industria di Stoccarda ha scelto una BMW station wagon, che si è vista girare per le autostrade della Germania, mentre il guidatore teneva le mani tutt’altro che ben salde sul volante: infatti leggeva il giornale. Denner vuole accaparrarsi una bella fetta del mercato di questa tecnologia, quando sarà matura.

 

 

 

Ha detto il presidente di Bosch: “Le vetture autonome richiedono numerosi sensori aggiuntivi e livelli tecnologici elevati, con componentistica di primo ordine. Per questo le Case costruttrici non saranno in grado di sviluppare soluzioni proprie, ma dovranno necessariamente rivolgersi a dei fornitori, anche fosse solo per motivi di economie di scala. Dunque noi stiamo lavorando a pieno ritmo per portare al più presto sul mercato tale componentistica e vedere l’auto che si guida da sola circolare per strada”. Denner ci crede ed è convinto che la funzionalità ipertecnologica sarà introdotta gradualmente sulle auto di serie. Ce lo si può aspettare, considerando che la base di partenza dei diversi progetti è sempre la stessa, ossia rendere le auto più sicure. Forse si arriverà anche a un’obbligatorietà di questi dispositivi, un po’ come è successo con l’Abs.

 

Siccome i proclami non mancano nemmeno nei settori più futuristici, riguardo all’impegno annunciato da Nissan di costruire una vettura del tutto autonoma entro il 2020 Denner ha chiosato dicendo che “Non sarà possibile ottenere un’auto che si guida davvero da sola nel traffico urbano fino a dopo il 2020. Se si vuole che il guidatore possa rilassarsi sui sedili posteriori, mentre l’auto viaggia, bisogna considerare che la quantità di tecnologia richiesta è immensa. I tecnici lo sanno, ma al momento penso che questo problema sia sottostimato nelle discussioni pubbliche”.

 

Per l’auto del futuro, Bosch pensa anche a soluzioni simili a quelle della domotica, in cui già è attiva. Quindi, si parlerebbe di auto in grado di interagire con internet, pensato come strumento di controllo. Denner è convinto che se non lo farà Bosch, ci penserà qualche altra azienda. Il presidente si aspetta che i primi a credere nel progetto siano proprio i dipendenti dell’industria tedesca, perché è da loro che bisogna partire per lo sviluppo del progetto.

 

Bosch può contare su una grande esperienza nella produzione di componentistica ad alto contenuto tecnologico per il settore delle auto: è dal 1995 che fabbrica e fornisce sensori di vario tipo, come quelli di pressione per le gomme, quelli inerziali e gli accelerometri o sensori giroscopici che servono per l’elettronica di bordo, per esempio per la gestione del controllo di stabilità. Se la tecnologia aumenterà le vendite delle auto e contribuirà a mantenere i livelli occupazionali di tutte le filiali europee di Bosch, viva il futuro. E poi il progetto non è così impossibile, considerando che già esistono i droni, gli aerei militari spia, che si guidano da soli e in alcune industrie i muletti sono automatizzati e non richiedono personale alla guida.

 

 

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