Autostrade: perché tutti questi cantieri?

Uno studio di Altroconsumo mette in luce quali siano le problematiche che affliggono la nostra rete autostradale e come mai vi siano così tante lungaggini burocratiche nel far partire e portare a termine i cantieri e le opere di manutenzione.

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Ogni anno è la stessa storia e con l’arrivo della bella stagione e dei primi weekend al mare o, peggio ancora, dei primi esodi, la situazione si fa ancora più allarmante e complicata. Stiamo parlando della situazione della nostra rete autostradale, non solo trasandata, con all’attivo pochissima manutenzione e con numerosi ponti, viadotti e gallerie in condizioni pessime ma persino afflitta da numerosi cantieri a cielo aperto con restringimenti della carreggiata che durano per anni senza arrivare mai a una conclusione. Ma perché tutta questa situazione?

Per cercare di dare una risposta a questa annosa questione è intervenuto anche Altroconsumo, la più grande associazione italiana dei consumatori, che ha pensato bene di svolgere una inchiesta, analizzando ben 224 chilometri di autostrade tra i tratti A56 Tangenziale Napoli, A56 svincolo via Campana, RA9 raccordo A16 per Benevento e A16 Napoli-Benevento. Un raid che ha portato alla presa d coscienza che a maggio 2020 i cantieri attivi sulle nostre autostrade fossero ben 1039. Un interruzione continua che oltre a impedire un normale flusso del traffico, rappresentano un pericolo per chi si mette alla guida.

Altroconsumo ha poi portato alla luce come la maggior parte delle volte i rallentamenti e le tempistiche bibliche sono dovuto a lungaggini e ostacoli burocratici. Impedimenti che se si vuole possono essere bypassati per esempio con l’ingresso di commissari straordinari o con l’adozione del codice degli appalti europeo al posto di quello italiano o ancora adottando le di project management dell’industria privata, non quelle dell’amministrazione pubblica.

Piccoli ma importanti accorgimenti che sarebbero dovuti diventare la norma con il decreto Sblocca Cantieri ma che in concreto si sono tradotti solamente in alcuni piccoli aiuti al settore grazie per esempio alla riforma del Codice degli appalti che ha velocizzato l’iter di realizzazione delle opere pubbliche. Un piccolo barlume di luce all’interno di una fitta oscurità fatta di finanziamenti che arrivano dopo tempi biblici, imprese inaffidabili mischiate a quelle affidabili, aste viziate, norme che si auto modificano in continuazione, autorizzazioni sempre più lente, ricorsi di ambientalisti sempre più pressanti e responsabilità collettive celate come nulla fosse.

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