Il re del lusso Andrea Liconti

Abbiamo intervistato Andrea Liconti il “re” del lusso di seconda mano. Non solo un personaggio social, ma un giovane imprenditore alla ricerca dell’oggetto giusto a cui dare una seconda vita. Il suo nemico? La contraffazione. Sui social è una vera star, ma Andrea Liconti non è solo un personaggio di Tik Tok e Instagram, è un ragazzo con una mente imprenditoriale che sfrutta i moderni mezzi di comunicazione per fare affari, e vendere oggetti di lusso di seconda mano in tutta Italia. Da anni combatte contro i beni fake che molto spesso gli vengono proposti dai “furbetti”, a cui però va male: è impossibile fregare il numero uno. Ci siamo fatti raccontare i segreti del suo successo e alcune curiosità riguardo il mondo dell’usato e di quello che vede tutti i giorni nel suo negozio di Milano in via Plinio.

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Come sei diventato l’Andrea Liconti che oggi conosciamo?

Diciamo che è partito tutto con una caduta, quando si tocca il punto più basso poi si deve risalire. Prima avevamo un social media manager che ci ha preso in giro per anni facendoci spendere tanti soldi, ma inutilmente. Un bel giorno durante una diretta, con una musica in sottofondo, mi hanno bannato il profilo per violazione copyright; era il 2021 appena dopo il covid e noi non avevano neanche un sito internet. Mio papà decise così di contattare un nostro cliente, Andrea Galeazzi, famoso influencer e youtuber, al quale gli chiese un social media manger. Lui ci dà il contatto di un certo Igor che dopo qualche giorno arriva in negozio e si siede ad aspettare, mentre avevo una trattativa in corso. Subito vede le potenzialità di quello che facevo e di come lo facevo, così mi dice di aprire un canale personale Andrea Liconti e iniziai a fare le storie delle mie trattative. È da qui che inizia la magia.

Che cosa è per te il lusso?

Per me il lusso sono le cose fatte bene che durano nel tempo. Il lusso ha anche delle accezioni di sostenibilità, perché un oggetto ben fatto dura più a lungo e chi l’acquista tendenzialmente tende a trattarlo con riguardo, consumandolo meno e soprattutto meglio. Tu hai due negozi, uno per comprare e uno per vendere. Chi entra da una parte e chi dall’altra? Ho due tipi di clientela. Chi vende difficilmente compra, per questo abbiamo separato i due negozi. Chi vende tendenzialmente vuole sbarazzarsi delle cose e non compra usato perché il più delle volte comprano il nuovo. Oppure ci sono quei clienti che hanno immediato bisogno di denaro e quindi entrano per fare cassa in modo veloce. Dall’altra parte invece entrano i compratori che difficilmente vendono qualcosa, sono più interessati all’acquisto a buon prezzo e non vogliono privarsi di un altro oggetto per fare spazio a quello “nuovo”.

Secondo te qual è l’investimento migliore da fare in questo momento?

Con gli oggetti di lusso non si sbaglia mai: il valore è sempre in salita e i listini vengono spesso ritoccati verso l’alto. Se compri un oggetto di lusso usato, dopo cinque anni lo puoi rivendere ad un privato senza perderci soldi perché il valore difficilmente scenderà. Se si è fortunati, infatti, può anche aumentare.

Parlaci della tua battaglia contro gli oggetti finti, cosa vedi entrare nel tuo negozio?

Ci sono state anche delle problematiche recentemente su un oggetto di Luis Vuitton. Era contraffatto ma era fatto davvero molto bene e ci ha messo molto in crisi. Abbiamo fatto tre perizie diverse perché per noi addetti ai lavori era originale, per poi dimostrarsi essere finto. Tutto il set era camuffato con un livello di riproduzione davvero altissimo e difficile da individuare.

Gli oggetti più strani e belli che ti sono capitati di comprare?

Mi hanno portato degli ombrelli di Gucci in bambù stile Marco Polo. Ho anche comprato dei bellissimi orologi preziosi, sia vintage che moderni, soprattutto Rolex di tutte le età. Tra le borse me ne è arrivata una di Chanel vintage molto preziosa, che infatti ho venduto all’istante.

Qual è il tuo brand preferito?

Io non mi fisso, mi piace cavalcare l’onda senza mettere dei paletti. Mi piace Vuitton, Balenciaga, Off-White, Gucci, insomma mi piacciono i brand che fanno cose belle. Anche perché bisogna avere una mente aperte e avere una visione a 360 gradi della moda. La moda è infatti uno strumento di annientamento delle tendenze proprio perché non è sostenibile. Quello che va di moda oggi non lo sarà più domani, e quindi bisogna stare attenti, perché si rischia di farsi male.

Come ti vedi tra qualche anno?

Sinceramente non lo so. Voglio conservare questa situazione e stabilizzarla, incrementando il commercio online e abbassando i costi. Per me Milano è la città migliore per fare business, quindi non penso di muovermi dalla mia città. Anche perché il modello di business non è replicabile: io sono solo uno.

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