È molto probabile che Automobilismo d’Epoca sia stata l’ultima testata giornalistica ad aver incontrato Giorgetto Giugiaro prima che rimettesse l’incarico di presidente onorario della “sua” Italdesign e che vendesse il rimanente 9,9% di quote al colosso Volkswagen (già azionista di maggioranza dal 2010).
L’uscita di scena di Giorgetto, e con lui del figlio Fabrizio, è un altro brutto colpo al cuore dell’automobilismo italiano. L' Italdesign, che in quasi cinquant’anni di attività ha realizzato modelli capaci di modificare il corso dello stile su quattro ruote, è quindi tutta tedesca: un centro stile, al cui vertice è salito ora Walter de Silva, interamente dedicato ai marchi del Gruppo Volkswagen. Nella speranza che i Giugiaro si rimettano presto al lavoro, parliamo qui di un prototipo firmato Italdesign che racchiude in sé tutto l’estro, il coraggio, la follia e l’azzardo di un Giorgetto Giugiaro sempre pronto a stupire il mondo.
La Maserati Boomerang “one-off” fu presentata al Salone di Ginevra nel 1972 dopo una prima apparizione, come modello statico, all’esposizione di Torino dell’anno precedente. Nel 1974 fu venduta a un privato in Spagna. Nel 1980 passò nuovamente di mano per riapparire nel 1990 al Bagatelle Concours di Parigi. In quell’occasione la vettura incontrò il suo disegnatore (membro della giuria al rinomato Concorso d’eleganza francese) che appose la sua firma sul pannello targa posteriore. Nel 2002 fu battuta all’asta Christie’s di Parigi, dove il collezionista svizzero Albert Spiess se l’aggiudicò per 721.750 euro.
BORA
Realizzata sulla meccanica della Maserati Bora (telaio # 081, motore # 902), altra vettura firmata Giugiaro ma prodotta in serie, la Boomerang è spinta da un motore V8 di 4,7 litri montato in posizione centrale. La sua architettura è estrema, caratterizzata da temi trapezoidali e dall’inclinazione del parabrezza con un valore di 13°. Fa parte di un ciclo di proposte estetiche che riunisce le precedenti Manta (concept del 1968 per Bizzarrini), Iguana 33/2 (meccanica Alfa Romeo, 1969), Tapiro (prototipo del 1970 su telaio Porsche 914), e la successiva Asso di Picche (coupé quattro posti del 1973 su base Audi 80).
Esercizi di stile che non sono rimasti fine a se stessi, bensì hanno contribuito alla nascita di fortunati modelli prodotti in serie: dalla già citata Maserati Bora alla Merak (1972), dalla Lotus Esprit (1972) alle più diffuse Volkswagen Passat, Scirocco e Golf. Anche l’Alfa Romeo Alfetta GT del 1974, pure disegnata da Giugiaro, può rientrare in questa famiglia di vetture dalle linee tese e moderne che hanno caratterizzato la produzione automobilistica degli anni ‘70.