Introduzione
Quando si parla di ricambi per automobili ci si addentra spesso in discussioni,
leggende metropolitane, leggi e normative che finiscono il più delle volte
per confondere le idee anche ai più competenti. Fino ad alcuni anni fa
infatti, esistevano i cosiddetti ricambi originali, proposti dalle Case
attraverso la loro organizzazione di assistenza, e gli “altri”, componenti
di prezzo sensibilmente inferiore ma guardati spesso con sospetto per i
dubbi che circondavano la loro qualità costruttiva e la relativa affidabilità.
Da qualche anno le Case sono invece obbligate, in virtù del Regolamento
Europeo n. 1400, la cosiddetta Direttiva Monti, a permettere all’automobilista
di poter effettuare la manutenzione della propria vettura anche al di fuori
delle tradizionali officine autorizzate, ovvero a mettere a
disposizione
di terzi sia le competenze per poter intervenire sul veicolo, sia le specifiche
per produrre ricambi di qualità “conforme all’originale”. Grazie a questa
normativa, sono quindi nate numerose officine indipendenti, spesso riunite
in catene commerciali a diffusione nazionale, in grado di effettuare interventi
di manutenzione del tutto comparabili, almeno in linea teorica, con quanto
offerto dalla rete ufficiale delle Case.
Sopravvivono poi sul mercato, e paiono anzi essere in aumento grazie soprattutto
all’aggressività commerciale delle nazioni emergenti dell’estremo oriente,
diversi componenti non originali né tantomeno a essi conformi: il prezzo
è spesso stracciato, anche se non sempre è così, ma l’affidabilità è tutta
da dimostrare. Senza contare che, in teoria, non dovrebbero neppure
essere venduti in quanto prodotti ignorando le specifiche richieste dalla
Casa costruttrice per garantire qualità e soprattutto affidabilità.
I componenti più critici
La questione diventa ancora più complessa quando si parla di componenti
essenziali per la sicurezza di marcia della vettura. Tra questi, le pastiglie
dei freni rivestono un’importanza fondamentale per la sicurezza di marcia
e, nelle condizioni estreme, possono fare la differenza tra un arresto
in condizioni limite e un impatto potenzialmente pericolosissimo.
Da qui l’idea, sviluppata in collaborazione con i tecnici Dekra, di testare,
su due vetture diverse, un set di pastiglie di primo equipaggiamento, un
set aftermarket omologato e uno non omologato per vedere, attraverso una
metodologia di prova affidabile e ripetibile e un’acquisizione di dati
precisa e rigorosa, le eventuali differenze di comportamento non solo in
termini di spazi e tempi di arresto, ma anche di risposta del pedale al
comando e di comportamento complessivo durante il rallentamento.
La metodologia di prova
Per tutte le prove è stato adottato il metodo normalmente utilizzato da
produttori ed enti certificatori per la valutazione del comportamento delle
pastiglie frenanti. Le pastiglie nuove sono state montate su entrambe
le pinze dei freni anteriori, rispettando le modalità previste dalla Casa
costruttrice del veicolo. Sono poi stati percorsi circa 50 chilometri di
assestamento, frenando con regolarità per provocare un lieve consumo iniziale
e rendere la superficie di attrito correttamente distanziata dal disco
e omogenea con esso.
Il test ha quindi potuto avere inizio, seguendo le seguenti fasi:
1. Prima frenata di riscaldamento, facendo fermare la vettura da 145 km/h
nel minor spazio possibile partendo da una temperatura delle pastiglie
di 100 °C.
2. Venti frenate consecutive da 90 a 50 km/h mantenendo costante a 30 bar
la pressione nel circuito frenante.
3. Frenata finale di recupero da 145 km/h a 0 per riportare il circuito
in condizioni standard, partendo sempre da una temperatura delle pastiglie
di 100 °C.
Su entrambe le vetture sono state provate le pastiglie di primo equipaggiamento,
un set di pastiglie aftermarket omologate conformi alle originali e un
set di pastiglie non omologate. Va sottolineato che queste ultime,
secondo le più recenti direttive europee, non dovrebbero neppure essere
poste in commercio dal momento che la disciplina dei ricambi per il settore
auto motive prevede che possano essere venduti solo ricambi originali o
“conformi all’originale”, ovvero prodotti da aziende terze rispetto
al produttore del veicolo ma comunque omologati secondo le sue specifiche
tecniche.
Per quanto riguarda le pastiglie freno, esiste poi la direttiva ECE –
R90 che prescrive specificatamente modalità di produzione e prove di
omologazione
di tali componenti. Nel caso delle pastiglie non omologate, si tratta di
componenti solo apparentemente simili agli originali: in realtà nulla si
può sapere su procedimento di produzione, sui materiali impiegati e soprattutto
sul loro comportamento una volta montate e sulla bontà delle
prestazioni
fornite. Il che, per un componente decisivo ai fini della sicurezza, non
è cosa da poco.
La strumentazione adottata
Per l’acquisizione dei parametri di prova e dei risultati è stata impiegata
la strumentazione normalmente usata dal Centro Prove Edisport per la valutazione
delle prestazioni delle vetture. Si tratta di un sistema satellitare
in grado di determinare con precisione posizione, velocità e tutte le
prestazioni
della vettura grazie al collegamento con sistemi satellitari.
Per queste prove le vetture sono state poi equipaggiate con un manometro
di precisione, montato in plancia e collegato al circuito frenante in modo
da rilevarne istantaneamente la pressione interna, e con un sensore di
temperatura sulle pastiglie in grado anche qui di monitorarne la relativa
temperatura. Tutti i dati sono stati poi acquisisti e rielaborati e
vengono presentati in queste pagine.
L’analisi dei risultati
Dopo aver raccolto i dati di tutte le 20 prove effettuate per ciascuna
tipologia di pastiglie e su ognuna delle due vetture, per ogni set di risultati
ottenuti sono stati scelti i 19 più significativi, scartando quelli che,
per eventuali problemi sorti nel corso dell’effettuazione della frenata,
avevano fatto registrare risultati non omogenei con il resto della prova.
Sono stati analizzati i parametri oggettivi della frenata, quali
distanza
impiegata, decelerazione media, tempo necessario, sforzo da esercitare
sul pedale, temperature raggiunte dai dischi, pressione nel circuito, e,
grazie all’esperienza dei collaudatori Dekra, anche parametri soggettivi
come la omogeneità dello sforzo sul pedale, l’eventuale insorgere di vibrazioni,
la rumorosità nel corso della frenata ed eventuali altre anomalie che si
fossero manifestate. A questi parametri è stato dato un voto da 0 a
10 secondo una scala SAE normalmente adottata per la valutazione di tali
test.
Uno sguardo ai costi
Prima del giudizio tecnico e pratico delle prestazioni ottenute, è interessante
dare uno sguardo ai prezzi dei componenti testati per poter cominciare
a trarre dei giudizi indipendenti dai risultati. Tanto per cominciare
sorprende il contenuto costo dei ricambi originali Mercedes, inferiore
rispetto sia al medesimo componente Kia sia anche a pastiglie omologate
non distribuite però direttamente dalla Casa tedesca.
Ancora più sorprendente è poi la minima differenza tra queste e le pastiglie
non omologate: meno di cinque euro alla coppia, un valore non
sufficiente
per giustificarne la preferenza rispetto ai componenti originali. Stupisce
anche l’elevato costo sia del ricambio originale Kia sia del componente
omologato, mentre in questo caso la differenza con le pastiglie non omologate
è sensibilmente maggiore. Nei prezzi indicati sono esclusi i costi di montaggio
che presso l’organizzazione ufficiale delle Case, risultano superiori.
Risultati
Kia Picanto:
Il valore medio della distanza necessaria per rallentare da 90 a 50 km/h
è a favore dei componenti di primo equipaggiamento. Le pastiglie non
omologate ottengono un risultato medio migliore delle aftermarket, ma la
loro dispersione intorno al valore medio è decisamente più ampia: in altre
parole, è vero che mediamente vanno meglio delle aftermarket, ma la loro
prestazione non è costante nel tempo e in qualche caso non riescono a imprimere
una forza sufficiente per rallentare la vettura in uno spazio accettabile.
Da notare poi anche il notevole innalzamento di temperatura dalla prima
frenata alla diciannovesima, probabile indice di un principio di decadimento
delle prestazioni. Il comportamento in frenata è poi anche meno omogeneo,
con maggiore ruvidità del pedale e sensibile rumorosità durante la frenata.
Elevato anche lo sforzo da imprimere sul pedale per ottenere la medesima
potenza frenante: se con le pastiglie di serie la pressione da esercitare
è equivalente a un carico di quasi 100 kg, le non omologate richiedono
oltre il doppio.
Mercedes Classe A:
Anche in questo caso le pastiglie di primo equipaggiamento si comportano
meglio delle altre, con una differenza rispetto alle non omologate molto
significativa. Si tratta infatti mediamente di oltre 11 metri, un
valore che si commenta da sé e che può fare la differenza tra un grande
spavento e un impatto inevitabile. Molto migliori invece i risultati
delle aftermarket, in grado di offrire una prestazione costante anche verso
la fine del test, nel momento più critico per l’affaticamento del circuito
e l’innalzamento delle temperature. Che, stranamente, rimangono molto
basse sulle pastiglie non omologate, indice di una mescola evidentemente
con caratteristiche diverse da quanto previsto dal costruttore. Passando
alle sensazioni soggettive, i collaudatori Dekra hanno sottolineato
la migliore decelerazione ottenuta dalle pastiglie di primo equipaggiamento
rispetto alle non omologate, che sono risultate anche più rumorose.
Medesimo discorso per quanto riguarda la ruvidità del pedale e lo sforzo
da esercitare, anche qui più elevato per ottenere la stessa potenza frenante.
Conclusioni
Al termine di test come questo il responso
dei numeri è importante, ma non assoluto. Contano anche le modalità con
le quali il risultato è stato ottenuto, la facilità con la quale può essere
ripetuto e la rapidità con cui può essere raggiunto. Tutte caratteristiche
che fanno preferire i componenti originali o aftermarket omologati rispetto
ai non omologati. Che, sia chiaro, non forniscono prestazioni, in
termini
assoluti, così distanti da quelle dei migliori della classe per quanto
riguarda sia gli spazi di arresto sia i valori di decelerazione ottenuti.
La differenza sta nel “come” vengono ottenute non solo per quanto riguarda
il confort interno e l’assenza di vibrazioni e rumore, ma anche per quanto
riguarda lo sforzo da esercitare sul pedale, la costanza dell’azione frenante
e l’affidabilità del comportamento soprattutto dopo uno sforzo intenso.
Senza contare la durata, non determinabile in una prova come questa ma
probabilmente non a livello dei componenti omologati. Tutte
caratteristiche
che fanno ancora una volta preferire i gruppi originali o comunque conformi,
in grado di assicurare prestazioni migliori e più affidabili sotto tutti
gli aspetti. E che, rispetto ai componenti non omologati, hanno differenze
di prezzo davvero trascurabili.
Le ultime news video
© RIPRODUZIONE RISERVATA