di Fabio Suvero
14 January 2024

Test Audi Q8 50 TDI

Poche modifiche estetiche rendono ancora attuale un SUV che conferma l’ottimo equilibrio tra comfort di marcia e piacere di guida

Squadra che vince non si cambia, ecco perché il SUV leader del segmento E è stato modificato in alcuni dettagli estetici, ma senza stravolgerne la sua immagine e mantenendo inalterati contenuti tecnici di prim’ordine. A partire dai motori, in cui sono i diesel a farla da padroni, con il classico V6 TDI di 3 litri declinato in due livelli di potenza: 231 CV per la 45 TDI, che salgono a 286 nel caso della 50 TDI protagonista di questo primo test. La gamma benzina si compone invece della 55 TFSI con il V6 turbo di 3 litri da 340 CV e dell’ammiraglia nobilitata dalla lettera S, ovvero la SQ8 equipaggiata con il V8 TSI di 4 litri e 507 CV. Dicevamo dell’estetica: il frontale è la parte che cambia di più, con il single frame ampliato e le prese d’aria maggiorate per sottolineare l’immagine sportiva di Q8, che propone per la prima volta i proiettori a LED Audi Matrix HD con spot laser corredati di molteplici firme luminose e associati ai gruppi ottici posteriori con tecnologia OLED. Offerta solo in allestimento S Line, la nuova Q8 parte da un listino di 91.000 euro per la 45 TDI, che sale a 93.100 euro nel caso della 50 TDI, passando per i 94.100 della 55 TSI, per arrivare fino ai 129.250 euro della SQ8. C’è però da dire che se difficilmente l’utente tipo di quest’auto rimarrà indifferente di fronte alla nutrita lista degli optional che fa tranquillamente lievitare il prezzo finale fino ai circa 120.000 euro della 50 TDI protagonista di questo test.

Sospensioni pneumatiche di serie, retrotreno sterzante optional

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Sostanzialmente invariata la parte meccanica, che propone di serie sospensioni adattive in grado di variare l’altezza da terra fino a 90 mm, mentre le ruote posteriori sterzanti, un optional da 1.390 euro montato sull’esemplare di questo test, massimizzano l’agilità sui tracciati più tortuosi senza penalizzare la stabilità sul veloce. Come in passato, tutti i V6 sono associati alla trazione integrale permanente quattro e al cambio automatico Tiptronic a otto rapporti con convertitore di coppia, dotato di frizione di separazione e pompa dell’olio elettrica per interagire al meglio con la tecnologia MHEV. La rete di bordo a 48 Volt del sistema mild-hybrid, consente all’alternatore-starter azionato a cinghia e collegato all’albero motore di recuperare fino a 8 kW di potenza nelle fasi di decelerazione; questa energia viene immagazzinata in una batteria agli ioni di litio, da cui viene successivamente veicolata ai dispositivi integrati nella rete di bordo. In caso di rilascio del pedale dell’acceleratore a velocità comprese tra 55 e 160 km/h, la nuova Q8 avanza per inerzia “in folle”, procedendo di fatto a motore spento per un massimo di 40 secondi. Non appena si preme nuovamente l’acceleratore, l’alternatore/starter riavvia il motore in modo più rapido e progressivo rispetto a un motorino di avviamento tradizionale. La modalità start/stop è attiva già a partire da 22 km/h.

Plancia tecnologica ma fruibile

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Parlare di qualità percepita a bordo dell’Audi al vertice della gamma Q è abbastanza scontato, ma non trovare un sistema multimediale perfettamente integrato con la plancia, una soluzione in controtendenza rispetto ai monitor dall’aspetto un po’ posticcio in stile tablet, costituisce sempre una gradita sorpresa. Così come non guasta la classica e funzionale leva del cambio, al pari dei comandi touch da azionare con un minimo di pressione con il dito in modo da scongiurare involontari azionamenti nella fase di scorrimento. Insomma, tanta elettronica ma sempre fruibile, sommata a numerose soluzioni pensate per esaltare il comfort ma senza dimenticare il lato sportivo di un SUV in stile coupé, sottolineato dal piccolo volante a tre razze nobilitato dalla lettera S, oltre che da sedili sì comodi, ma anche conformati in modo da trattenere correttamente il corpo anche nella guida più spigliata.

Coccola, ma quando serve sfodera gli artigli

In un mondo di auto più o meno elettrificate fa quasi effetto guidare una turbodiesel myld-hybrid, nel caso specifico a causa di una sensazione di slittamento da parte della trasmissione automatica che in partenza non consente di apprezzare fino in fondo tutti i 600 Nm di coppia erogati dal motore. Appena ci si mette in movimento la situazione cambia, con progressioni più incisive, assecondate dagli 8 rapporti del cambio che mantengono il regime di rotazione del motore all’interno della parte più redditizia di una curva di coppia sempre molto vigorosa. Quello che emerge fin dai primi chilometri è un comfort di marcia esemplare, dove le sospensioni pneumatiche riescono in buona parte a sopperire al limitato assorbimento causato dalla spalla ribassata dei pneumatici, da 22 pollici nel caso specifico. Una volta stabilizzata la velocità, anche la silenziosità è esemplare, così come la sensazione di sicurezza assicurata da un’auto sì lunga quasi 5 metri e dal peso superiore ai 2.100 kg, ma anche sorprendentemente reattiva sui tracciati misti. Merito anche delle ruote posteriori sterzanti montate sull’esemplare di questo primo test, la Q8 si rivela molto pronta in inserimento di curva e nei passaggi da una traiettoria all’altra, soprattutto dopo aver attivato il programma di guida Dynamic, che riduce sensibilmente il rollio, esalta la prontezza di risposta del motore ai comandi del gas e tende a scalare marcia più rapidamente in caso di forte decelerazione.

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