Gmund in Karnten è una piccola, graziosa cittadina della Carinzia, in Austria, adagiata a 750 metri d’altitudine in una posizione soleggiata fra le valli Maltatal e Liesertal. Il paesaggio è come nei cartoni animati di Heidi: ti sorridono i monti, le caprette ti fanno ciao e la neve bianca sembra latte di nuvola. Ma ascolta che succede nella primavera del 1948. Un rombo esce dalle pareti di legno d’una vecchia segheria, si spande fra baite e fattorie e rimbalza fra le sponde dei fiumi Malta e Lieser riempiendo d’echi la quiete della valle. I cervi dei parchi Hohe Tauern e Nockberge alzano il muso e fiutano l’aria allarmati. Ma i vecchi di Gmünd, come tanti nonni di Heidi, li rassicurano con sorrisi bonari. Sono uomini che nel carattere specchiano il paesaggio solare della valle: sono ospitali, amichevoli, di temperamento forte ma allo stesso tempo allegro e cordiale, amano la musica.
MUSICA NUOVA
E quei rombi sono una musica nuova, per Gmünd e per il mondo dell’automobile: nella ex segheria sono nati un nuovo costruttore, Porsche, e una nuova auto: la 356, la prima che porta il nome del grande progettista Ferdinand Porsche. Da allora fino ai primi mesi del 1950 i rombi si moltiplicano e diventano suoni familiari alle stradine fra i pascoli, al castello del conte Lodron, alla vecchia rocca, alle antiche chiesette e alla bella piazza della cittadina.
Dopo la 356/1, la prima roadster completata l’8 giugno 1948, esce dalla segheria la 356/2, una coupé con la carrozzeria d’alluminio disegnata da Ervin Komenda come la roadster ed eseguita da Friederich Weber, battilastra proveniente dalla Austro Daimler. A questa seguono tre 356 coupé nel 1948, 25 nel 1949 e 18 nel 1950, tutte battute a mano da Weber e dai suoi aiutanti utilizzando un mascherone di legno, un ceppo, un martello e un cannello ossiacetilenico. Parallelamente alle coupé escono da Gmünd diversi telai con improvvisati sedili di legno, che attraversano la Carinzia verso la Svizzera, a Thun, dove il carrozziere Beutler li veste con carrozzerie spider, sostituito più tardi da Kastenhofer di Vienna.
VOLKSWAGEN
A parte la 356/1, che ha il motore centrale e il telaio tubolare, le altre hanno il motore posteriore a sbalzo e il telaio a piattaforma come tutte le Porsche 356 prodotte fino al 1966. Da queste si differenziano perché sono interamente costruite a mano, perché hanno la “pelle” d’alluminio e perché montano una meccanica ancora strettamente derivata Volkswagen, anzi spesso recuperata da residuati bellici Typ 82 Kübelwagen con i freni a comando meccanico. Nella storia della Porsche, la Volkswagen è importante perché in un certo senso la 356 è la versione sportiva del “Maggiolino” ma soprattutto perché lo stesso Maggiolino è nato da un progetto Porsche.
Ciò è riconosciuto dal contratto sottoscritto il 17 settembre 1948 fra il nuovo direttore della Volkswagenwerk Heinrich Nordhoff e Ferdinand Porsche, che contempla fra l’altro un marco di royalty per ogni Maggiolino costruito, 20.000 marchi come acconto per le future consulenze (esclusive per le auto fino a 2 litri), la distribuzione e l’assistenza delle automobili Porsche tramite l’organizzazione Volkswagen. Le prospettive aperte dal vantaggioso accordo spingono Ferdinand Porsche e il figlio Ferdinand Anton Ernst detto “Ferry” a esporre una 356 cabriolet e una coupé all’attenzione del pubblico internazionale del Salone di Ginevra del 1949.