Sul livello di sofisticazione della versione ibrida plug-in della Passat non si discute proprio, così come su quanto vada bene, sui suoi consumi ridotti e sulle prestazioni garantite dalla somma dei cavalli del motore termico e di quello elettrico, che arriva a 218. Ma i 48.000 euro del listino base sono troppi, soprattutto considerando che la Passat 2.0 BiTDI da 240 Cv parte da 45.450 euro e dispone anche della trazione integrale. La GTE , che affianca la Golf, rappresenta quindi allo stato attuale un ottimo esercizio di tecnica e una previsione attendibile di quello che potrebbe essere il futuro della mobilità, auspicando che i costi si possano abbattere e vetture riuscite come queste possano diventare realmente appetibili.
INTERNI
Oltre che dagli stemmi, al GTE si riconosce per la fascia blu che percorre la zona superiore della mascherina cromata, ma sono soprattutto le luci diurne a led a forma di C a identificare immediatamente la Passat con tecnologia ibrida plug-in. La colorazione blu è ripresa anche per l’illuminazione dell’abitacolo, tinta ripresa anche per le cuciture del volante, un bellissimo tre razze che è un vero e proprio piacere da impugnare, pur se non altrettanto intuitivo risulta l’uso dei comandi posti sulle razze.
Sembrerebbe infatti che quelli posizionati sulla razza sinistra servano solo per gestire il cruise control, ma poco dopo si scopre la regolazione del volume dell’impianto audio demandata a un piccolo bilanciere posizionato appunto sotto l’area riservata al regolatore automatico della velocità.
Quelli sulla razza destra servono invece per spostarsi tra i numerosi menù, tra cui il computer di bordo, visualizzati poi sul generoso display a colori posto tra tachimetro e contagiri. Davvero completo ma altrettanto difficile da interpretare al primo sguardo il quadro strumenti interamente digitale, soprattutto per quanto riguarda lo strumento a sinistra del tachimetro, che solo nel programma Sport è costituito da un classico contagiri.
Altrimenti indica contemporaneamente la percentuale di potenza impiegata, l’eventuale recupero di energia in rilascio e in frenata, il consumo medio, quello istantaneo, oltre al livello di carica delle batterie. Più immediato nella consultazione invece il monitor da 6,5” sulla consolle, che vanta serie di finezze, tra cui il passaggio dalla modalità di visualizzazione a quella di comando all’avvicinarsi delle dita al monitor, oppure la funzione rubberband, che consente di modificare il percorso del navigatore satellitare toccando con un dito un punto della rotta sulla mappa.
Come per la versione tradizionale, l’abitabilità è notevole anche nella zona posteriore dell’abitacolo, ma anche il vano bagagli, nonostante la piccola quantità di volume sottratta dal pacco batterie, soddisfa le esigenze di una vettura concepita soprattutto per la famiglia ( 639/1.769 litri ).