Una seduta e un baricentro un po' più alti possono rovinare il tipico piacere di guida della precedente X1? Nient’ affatto, il feeling è sempre quello che ci si aspetta da una Bmw. Sarà per l’ottimo quattro cilindri biturbo, per il peso ben bilanciato e addirittura inferiore rispetto alla X1 provata nel lontano 2010, e l’ assetto rimasto molto efficace, ma anche il telaio di questa seconda generazione regala alla nuova arrivata un dinamismo sconosciuto alla quasi totalità delle rivali dirette.
Il quattro cilindri è prontissimo sin dai bassi regimi e si arrende solo poco sotto i 5.000: elastico e rotondo, è praticamente esente da incertezze o turbolag ed è perfettamente armonizzato il cambio a otto marce automatico, tanto morbido in automatico quanto pronto e reattivo nei cambi marcia impartiti tramite i bilancieri al volante.
Del resto i rilevamenti sono lì a confermare il tutto, con tempi quasi da sportiva, sottolineati dallo 0-100 km/h assolto in 6,9 secondi, dal km traguardato in 27,22 secondi e dalla punta massima superiore ai 237 km/h.
Decisamente convincete anche la progressione di questo esuberante td, che prende i giri in modo rapido e omogeneo, grazie a una notevole coppia di 410,9 Nm a 2.320 giri/min. Sorpassi e riprese non sono dunque mai un problema grazie a un kick down piuttosto rapido. Un dato su tutti; per percorrere il km da 50 km/h in Drive bastano 23,72 sec.
Il tutto a fronte di consumi davvero più che buoni, considerata la cavalleria in gioco, con un percorrenza urbana che sfiora gli 11,5 km/litro che salgono a 14,2 km/litro in autostrada.
L’ assetto con poco rollio ed efficace, la buona prontezza e precisione dello sterzo, solo un po’ pesante in manovra, e, quando serve, la trazione integrale assicurano poi davvero una grande tenuta di strada, rendendola appagante alla guida sui tracciati ricchi di curve. Insomma, le reazioni dell’assetto la collocano sempre tra le più dinamiche della classe con una buona prontezza d'inserimento e a un rollio sempre contenuto.
A risentirne, dato l’assetto tendente al rigido, è solo la capacità di assorbimento sui fondi sconnessi, dato che il quattro cilindri è quasi esente da vibrazioni e il suo timbro a velocità stabilizzata sempre piuttosto discreto. L’impianto frenante infine è ben modulabile e piuttosto potente, come sottolineano gli spazi di arresto sempre nella norma a tutte le andature: 38,6 metri da 100-0 km/h e 64,5 metri da 130-0 km/h.