La ricetta è semplice e brutale. Per sfidare le tedesche sul terreno delle berline intermedie da famiglia o da flotta occorrono, oltre a un brand spendibile a livello mondiale, anche tecnologia, design e qualità. In parole semplici, soldi da investire. Così la Jaguar, dopo la deludente esperienza della X-Type di oltre un decennio fa, ha adesso deciso di fare sul serio con la XE. Mettendo a disposizione denaro e risorse tecniche per una piattaforma dedicata con largo uso di leghe leggere e ovviamente a trazione posteriore, motori e trasmissioni al top del mercato mondiale, finiture e materiali ben progettate e ancor meglio realizzate. Basterà? Lo sperano non solo i vertici Jaguar, ma anche altri player sul mercato mondiale, ansiosi di entrare in un mercato finora impenetrabile per le vetture non germaniche. I prezzi della XE sono sostanzialmente allineati a quelli della concorrenza: si parte da 37.750 euro per la diesel 163 Cv manuale in allestimento Pure fino ai 55.400 euro della tre litri benzina sovralimentata. Come è allestita in questa prova, con cambio automatico e pacchetto R-Sport, parte invece da 44.150 euro.
Esteticamente si fa senza alcun dubbio ammirare. Le proporzioni dei volumi sono particolarmente armoniose, con l'abitacolo spostato indietro e il lungo cofano che conferisce all'insieme notevole sportività anche grazie al padiglione molto basso. Il frontale è costruito intorno all'ovale Jaguar, omaggio al passato, e presenta fari orizzontali full led non particolarmente originali pur se molto tecnologici e aggressivi. La fiancata è semplice ed elegante, con linee orizzontali a delimitare le varie sezioni della carrozzeria e raccordi arrotondati gradevoli e raffinati. Dietro il compatto volume di coda è ben proporzionato e accoglie fari anche qui orizzontali, meno originali di altre creazioni inglesi ma forse appositamente scelti per non generare critiche dalla clientela più tradizionale. La vista più riuscita è di tre quarti posteriore: il montante C e la coda compatta trasmettono l'impressione di un insieme pronto allo scatto, e il cofano anteriore allungato sembra proteso in avanti a sottolineare dinamismo e sportività. Dentro finisce la retorica della pelle e radica inglese.
Al loro posto, almeno nell'allestimento R-Sport, grande sfoggio di plastica di ottima qualità e materiali tecnici, per un tocco contemporaneo a un abitacolo nel complesso gradevole e ben disegnato. Molto particolare l'andamento della sezione superiore di plancia e pannelli porta, che compongono una sorta di fascia protettivaperimetrale rispetto all'abitacolo. Gli strumenti, un po' piccoli, sono raccolti sotto una cover sportiva e moderna. Molto grande, invece, il display centrale per il comando di radio e clima, abbastanza intuitivi e dal funzionamento sempre efficace. Gli altri comandi, collocati parte sul volante e sul piantone, parte ai lati della plancia e parte sul tunnel, sono facilmente raggiungibili e altrettanto utilizzabili, pur nella complicazione delle numerose funzioni disponibili. Volante e sedile sono piuttosto bassi, e anche regolandoli al massimo si mantiene una posizione raccolta con cruscotto e pannelli portiere un po' incombenti verso i passeggeri. Come detto, i materiali sono di elevata qualità e gli assemblaggi curati, senza evidenti imperfezioni.
L'accessibilità è buona, pur se la seduta bassa richiede una certa elasticità fisica, ma lo spazio in abitacolo è adeguato solo davanti. Discorso simile per il bagagliaio, dal volume sufficiente ma dalla forma un po' irregolare e perciò difficilmente sfruttabile in maniera ottimale. Tra gli aspetti positivi i sedili posteriori reclinabili, mentre a nostro parere si avverte la mancanza di un qualsivoglia rivestimento della superficie superiore del vano di carico.