11 November 2009

Guida al risparmio e i modelli più ecologici

Un interessante dossier realizzato dal Ministero dei Trasporti e quello dell’Ambiente con una panoramica sul clima , tutti i consigli utili per ridurre i consumi, l’elenco dei modelli più ecologici….

Introduzione


In questo dossier, realizzato a cura dei Ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente, troverete  una panoramica sul clima , tutti i consigli utili per ridurre i consumi e l’elenco dei modelli più ecologici divisi per tipo di alimentazione. La direttiva 1999/94/CEE, recepita in Italia con il decreto del Presidente della Repubblica 17 febbraio 2003, n. 84, richiede infatti agli Stati membri di pubblicare annualmente una guida sul risparmio di carburante e sulle emissioni di C02 delle autovetture al fine di fornire ai consumatori informazioni utili per un acquisto consapevole di autovetture nuove, con lo scopo di contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra e al risparmio energetico.

Cambiamenti climatici




Il clima sulla Terra ha sempre subito cambiamenti e continuerà a subirne in futuro. Il problema è che negli ultimi decenni, come dimostrano gli studi scientifici più recenti, le attività umane industriali e agricole, hanno prodotto variazioni della temperatura. Gli esperti del clima prevedono the tale tendenza sarà accelerata e che la temperatura media mondiale aumenterà di 1,4°- 5,8° C entro il 2 100 e quella europea di 2°-6,3°C. Per comprendere ii significato di tali aumenti, basta pensare che nell’ultima era glaciale (11500 anni fa), la temperatura media mondiale era di soli 5°C in meno di quella attuale e a quei tempi l’Europa era ricoperta da una coltre di ghiaccio.

In base al IV rapporto di valutazione dell’IPCC, il tasso di riscaldamento negli ultimi 50 anni, pari a 0,13°C per decennio, è circa doppio rispetto a quello degli ultimi 100 anni.
La temperatura della Terra è determinata da un delicato equilibrio tra l’energia proveniente dal Sole e l’energia costantemente riflessa dalla Terra verso lo spazio. Parte dell’energia riflessa ê intrappolata dai gas serra che costituiscono l’atmosfera, che pertanto funziona come le pareti di vetro di una serra, ossia lascia filtrare la luce solare e trattiene ii calore. Senza i gas serra la temperatura della Terra sarebbe di circa 30°C inferiore a quella attuale poiché il calore del Sole rimbalzerebbe sulla superficie della Terra e si rifletterebbe nello spazio.

Tuttavia, a partire dalla rivoluzione industriale (circa 1750 d.C.), l’uomo ha iniziato ad immettere in atmosfera quantità di gas serra sempre crescenti, aumentando significativamente la loro concentrazione in atmosfera, il che ha comportato un progressivo aumento della temperatura del pianeta. Tale aumento di temperatura è la causa dei cosiddetti cambiamenti climatici.

Gli effetti..





II principale gas serra prodotto dalle attività umane è la CO2. che rappresenta il 75% circa delle emissioni mondiali di gas serra. La principale sorgente di anidride carbonica è la combustione dei combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale). che al momento rimangono la fonte di energia maggiormente utilizzata per produrre elettricità e calore, nonché come carburanti per i mezzi di trasporto. Gli alberi e le piante assorbono C02 per produrre ossigeno: per tale ragione, al fine di contribuire all’assorbimento della C02 prodotta in eccesso, è importante proteggere le foreste del pianeta.

I cambiamenti climatici sono già in atto e gli effetti sono visibili sia in Europa sia nel resto del mondo: la superficie marina coperta dal ghiaccio al Polo Nord si è ridotta del 10% negli ultimi decenni e lo spessore del ghiaccio al di sopra dell’acqua è diminuito del 40%. Lo scioglimento delle calotte di ghiaccio comporta l’innalzamento del livello del mare: negli ultimi 100 anni il livello del mare è salito di 10-25 cm ed entro il 2 100 potrebbe aumentare fino ad un massimo di 88 cm. L’innalzamento del mare metterebbe a rischio gli abitanti delle zone costiere e delle piccole isole e potrebbe causare salinizzazione dei suoli agricoli e delle riserve di acqua potabile.

I ghiacciai si stanno ritirando, ad esempio per i ghiacciai svizzeri sono attese, secondo alcune previsioni, perdite del 70% entro il 2060. I cambiamenti climatici producono eventi meteorologici estremi, quali i tifoni, le inondazioni, la siccità, le ondate di calore, che potrebbero aumentare in intensità e frequenza e porteranno a mutazioni considerevoli nei regimi di precipitazione con accentuazione dell’aridità nel Sud dell’Europa. Gli esseri umani sono esposti agli effetti dei cambiamenti climatici sia direttamente (aumenti delle temperature, ondate di calore, alluvioni, frane) sia indirettamente attraverso i cambiamenti della qualità e quantità dell’acqua, del suolo, del cibo, degli ecosistemi e, su periodi temporali variabili, delle condizioni socio-economiche dipendenti dalla disponibilità di risorse naturali. Gli scenari su scala globale prefigurano carenze di cibo, di acqua potabile, di terreni coltivabili, l’acutizzarsi delle diseguaglianze tra nord e sud del mondo, di migrazioni e conflitti.

Le iniziative post-Kyoto...





Negli anni ‘80 è emerso con tutta evidenza che i cambiamenti climatici stavano diventando una minaccia reale per il pianeta e che si rendeva necessaria una azione coordinata a livello internazionale: nel 1 992 fu approvata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) il cui obiettivo ultimo è di stabilizzare le concentrazioni in atmosfera di gas serra ad un livello tale da impedire che le attività umane interferiscano negativamente con il sistema climatico. La Convenzione impegna i Paesi che l’hanno ratificata a monitorare le emissioni di gas serra prodotte ed elaborare strategie nazionali per ridurre le proprie emissioni; la Convenzione impegna inoltre i Paesi industrializzati ad assistere i Paesi in via di sviluppo ad affrontare la problematica dei cambiamenti climatici.

Successivamente, nel 1 997, fu fatto un ulteriore progresso nella lotta ai cambiamenti climatici, approvando il Protocollo di Kyoto, che impegna i Paesi industrializzati a ridurre le proprie emissioni di un certa percentuale rispetto ai livelli del 1990, entro l’anno 2012. Il Protocollo di Kyoto, entrato in vigore il 16 febbraio 2005, impegna l’Unione Europea, nel suo complesso, a ridurre le proprie emissioni dell’8% rispetto ai livelli del 1990, mentre l’Italia le dovrà ridurre del
6,5%.

Tuttavia gli impegni di Kyoto non saranno sufficienti, infatti, al fine di evitare un aumento della temperatura globale maggiore di 2°C rispetto ai livelli pre—industriali, le emissioni a livello mondiale dovranno stabilizzarsi entro il 2020 e essere dimezzate rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050.

Nel dicembre del 2007, durante la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico di Bali, i Paesi più grandi si sono impegnati per un nuovo regime globale di lotta al cambiamento climatico per il post-Kyoto. Tale impegno venne ribadito l’anno successivo a Poznan (Polonia). La prossima conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico prevista entro la fine del 2009 a Copenaghen (Danimarca) si pone l’obiettivo del raggiungimento di un accordo in tale direzione.

La domanda di trasporto resta in forte espansione...




La domanda di trasporto è in forte espansione. Nel periodo 1990-2007 il parco veicolare è cresciuto del 40,5%, in particolare, le autovetture sono aumentate del 30,1%. Nello stesso periodo la densità delle auto è passata da 0,484 a 0,603 veicoli pro capite.

L’Italia detiene il primato mondiale di auto private pro-capite (1.69 abitanti per auto) e ha più di 50 milioni di veicoli circolanti (inclusi i ciclomotori) che percorrono circa 13000 km l’anno (il 26% in più della media UE). (1.66 abitanti per auto nel 2007). A fronte di un valore medio europeo pari a 466 auto per 1 .000 abitanti, la densità di auto rispetto alla popolazione residente in Italia sale a 597, ponendoci al secondo posto dopo il Lussemburgo, Per questo il trasporto su strada rappresenta un settore critico per il raggiungimento degli obbiettivi di Kyoto in quanto è responsabile di una parte significativa del consumo totale di energia.

Le emissioni del settore (esclusi i trasporti internazionali) sono aumentate del 25,2% nel periodo 1990- 2006. Nel 2007 il trasporto su strada ha rappresentato il 28.7% del totale delle emissioni di gas—serra a livello nazionale e le autovetture hanno contribuito per circa il 60% a tale valore. Nel 2007 i trasporti sono stati responsabili del 22,9% delle emissioni nazionali di gas serra, di cui il
61,6% si produce nell’ambito del trasporto passeggeri.

Le proiezioni ci dicono che le emissioni del trasporto cresceranno ulteriormente rispettivamente del 13.2% nella prima decade e del 16% nella seconda decade di questo secolo.
I fattori che determinano tali livelli elevati di emissioni di gas serra sono legati in parte alle prestazioni dei singoli modelli di autovettura in termini di consumi ed emissioni di C02 e in parte alle elevate percorrenze annue dei veicoli e allo stile di guida del conducente (come esplicitato nel paragrafo successivo cui si rinvia)

Leggi sulle emissioni




Le prestazioni delle nuove autovetture migliorano continuamente anche in virtù delle misure adottate a livello comunitario. Visto il peso rilevante del settore, l’Unione Europea, infatti, ha adottato nel 1995 una strategia comunitaria per la riduzione delle emissioni di CO2 dalle autovetture. Uno dei principi su cui si basava tale strategia consisteva in un accordo volontario dell’industria automobilistica a ridurre le emissioni medie delle vetture nuove a 140 g C102/km entro il 2008. Nonostante i progressi raggiunti dalle case costruttrici per il raggiungimento di tale obiettivo, la Commissione Europea ha riscontrato che al fine del raggiungimento dell’ l’obiettivo per le emissioni medie delle auto nuove di 120 g C02/km previsti per il 2012 era necessario adottare disposizioni a carattere vincolante.

A seguito di un lungo negoziato svoltosi a livello comunitario, il 5 giugno 2009, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è stato pubblicato il Regolamento (CE) Nn. 443/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009, che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove nell’ambito dell’approccio comunitario integrato finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri. Il Regolamento individua un target comunitario delle emissioni di C02 delle autovetture nuove vendute annualmente nella Comunità, di 130 g CO2/km riferito alla media di tutte le autovetture nuove commercializzate nel 2012, da conseguire tramite miglioramenti tecnologici apportati ai motori. I restanti 10g/km dovranno essere raggiunti tramite misure tecniche complementari (e.g. pneumatici, carburanti, etc.).

Gli obblighi per i costruttori si applicheranno al 65 % delle loro flotte nel gennaio 2012, al 75% nel gennaio 2013, al 80% nel gennaio 2014 e al 100% a partire dal 2015.
Viene inoltre introdotto un obiettivo di lungo termine di 95 g di C022/Km da raggiungere nel 2020.

Gli incentivi





Per assicurare il raggiungimento dell’obiettivo medio comunitario di 1 30 g (102/km, il Regolamento fissa valori limite per le emissioni specifiche di C02 delle auto in funzione diretta della loro massa (peso). Tale approccio, prevede che al crescere del peso del veicolo aumenti anche il valore limite da rispettare; pertanto le autovetture più leggere dovranno rispettare valori limite inferiori a 130 g/km mentre per le più pesanti i valori limite saranno di gran lunga superiori. Ogni casa costruttrice dovrà dimostrare alla fine di ogni anno che l’insieme delle auto vendute raggiunga un valore medio di emissioni corrispondente a quanto richiesto dal regolamento, tale valore viene calcolato tenendo conto del numero e del peso delle auto vendute.
Qualora l’obiettivo annuale non venga raggiunto, i costruttori saranno sanzionati dalla Commissione Europea con una multa unitaria che, a partire dal 2019, sarà pari a 95 euro per grammo di C02 di superamento moltiplicata per il numero di auto vendute.

In base a tale approccio, il comportamento dei clienti verso l’acquisto di automobili più rispettose dell’ambiente sarà fondamentale per la piena attuazione ditale Regolamento e per il conseguimento degli obiettivi di riduzione di C02 assunti dall’UE.

Per incentivare l’acquisto di autovetture a bassi consumi ed emissioni, il Governo aveva disposto, già con la legge finanziaria 2007, un contributo di 800 euro per l’acquisto di autovetture nuove che emettessero meno di 140 g C02/km nonché l’esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche per 2 anni. L’esenzione era estesa a tre anni per le autovetture inferiori a 1300 cc di cilindrata o acquistate da nuclei familiari formati da almeno 6 componenti che non risultino intestatari di autovetture o autoveicoli. Per il 2008 era previsto un bonus di 700 euro e l’esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche per un anno, in caso di acquisto di veicoli “euro 4” o “euro 5” che non emettessero oltre i 140 grammi di CO2 oppure non oltre i 130 grammi di CO2 per quelli ad alimentazione diesel, in seguito alla rottamazione di auto “euro 0”, “euro I” o “euro 2” immatricolate prima del 1° gennaio 1997. In caso di demolizione di un veicolo “euro 0”, l’esenzione del bollo veniva estesa per ulteriori due anni. L’incentivo, invece, cresceva di 100 euro in caso di acquisto di auto delle categorie indicate (euro 4 o 5) con emissioni di C02 non superiori a 120 grammi per chilometro, nonché di altri 500 euro nell’eventualità di demolizione di due veicoli di proprietà di soggetti appartenenti allo stesso nucleo familiare, purché conviventi.

Tali incentivi sono scaduti il 31 dicembre 2008, ma con il Decreto-Legge n. 5.. del 105 febbraio 2009, poi convertito con la legge 11 aprile 2009 , n. 33, l’attuale Governo ha deciso nuovi
incentivi mirati alla sostituzione del precedente parco auto con autovetture con minori emissioni di anidride carbonica, specie se alimentate a GPL o metano.

In particolare, è previsto un bonus di 1500 euro, sempre per l’acquisto di auto Euro 4 o Euro 5 con emissioni inferiori a 140 grammi C02/krn per chilometro, se alimentate a benzina, e a 130 se con motore diesel, a fronte della rottamazione di auto “euro 0”, “euro 1” o “euro 2” immatricolate fino al 3 1 dicembre 1999.

Contemporaneamente sono stati previsti degli incentivi per l’acquisto di auto a basso impatto ambientale, senza necessità di rottamazione ma cumulabili con i precedenti, anch’essi collegati alla quantità di emissioni di anidride carbonica delle autovetture.

In particolare sono previsti incentivi per le auto a metano, elettriche o a idrogeno. pari a 1500 euro nel caso di emissioni superiori a 120 grammi per chilometro, che salgono a 3500 sotto tale limite. Per le auto a GPL è sempre di 1500 euro nel caso di emissioni superiori a 120 grammi per chilometro, mentre sale a 2000 euro sotto il limite.

Altri incentivi, già previsti in passato ma ora rafforzati (da 350 a 500 euro), riguardano la conversione di auto già circolanti all’alimentazione a GPL o metano.
Il Governo si attende da questi provvedimenti un vantaggio ambientale, in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari al 30% alla fine del 2009 (nel caso di sostituzione di 460.000 autovetture tipo Euro 0, 1 e 2: si pensi che il parco auto agevolabile è di circa 15 milioni di auto su 35 circolanti in Italia). Inoltre è attesa una riduzione degli altri inquinanti prodotti dalle auto ( ossidi di azoto, particolato e idrocarburi) pari al 40%.

10 regole per una guida ecocompatibile..





Una guida intelligente ed una corretta manutenzione dell’autovettura consentono di ridurre i consumi e le emissioni di C02 deI 10-15 % migliorando anche la sicurezza sulla strada.
In sintesi, di seguito si riportano alcune indicazioni utili per ridurre i consumi di combustibile, le emissioni di C02 e migliorare la sicurezza sulla strada.

1. Accelerare gradualmente
2. Inserire al più presto la marcia superiore
3. Mantenere una velocità moderata e il più possibile uniforme
4. Guidare in modo attento e morbido evitando brusche frenate e cambi di marcia inutili
5. Decelerare gradualmente rilasciando il pedale dell’acceleratore e tenendo la marcia innestata
6. Spegnere il motore quando si può, ovviamente a veicolo fermo
7. Mantenere la pressione di gonfiaggio degli pneumatici entro i valori raccomandati
8. Rimuovere porta-sci o portapacchi subito dopo l'uso e trasportare nel bagagliaio solo gli oggetti indispensabili mantenendo il veicolo, per quanto possibile, nel proprio stato originale
9. Utilizzare i dispositivi elettrici solo per il tempo necessario
10. Limitare l’uso del climatizzatore

LE CONDIZIONI DEL VEICOLO

1. Curare la manutenzione del veicolo eseguendo i controlli e le registrazioni previste dalla casa costruttrice. In particolare, cambiare l’olio al momento giusto e smaltirlo correttamente.
2. Controllare periodicamente la pressione di gonfiaggio quando gli pneumatici sono freddi, almeno una volta al mese e prima di lunghi percorsi. Pressioni di esercizio troppo basse aumentano significativamente i consumi di carburante in quanto diventa maggiore la resistenza al rotolamento. In tali condizioni inoltre, lo pneumatico è soggetto ad un’usura più rapida e ad un deterioramento delle prestazioni.
3. Variazioni delle dimensioni degli pneumatici, possono alterare le prestazioni originali.
4. Utilizzare gli pneumatici invernali solo nelle stagioni in cui le condizioni climatiche li rendono necessari in quanto essi causano un incremento dei consumi di carburante oltre che del rumore di rotolamento.
5. Non viaggiare in condizioni di carico gravose: il peso del veicolo ed il suo assetto influenzano fortemente i consumi e la stabilità del veicolo. Ricordare che è vietato superare la massa massima complessiva del veicolo indicata sul libretto di circolazione (veicolo sovraccarico).
6. Togliere portapacchi o portasci dal tetto al termine del loro utilizzo. Questi accessori, infatti, come altre modifiche della carrozzeria quali spoiler o deflettori, peggiorano l’aerodinamica del veicolo influendo negativamente sui consumi di carburante.
7. Evitare di viaggiare con i finestrini completamente aperti in quanto ciò determina un effetto negativo sull’aerodinamica del veicolo e, conseguentemente, sui consumi di carburante.
8. Utilizzare i dispositivi elettrici solo per il tempo necessario. Il lunotto termico del veicolo, i proiettori supplementari, i tergicristalli, la ventola dell ‘impianto di riscaldamento, assorbono una notevole quantità di corrente, provocando di conseguenza un aumento del consumo di carburante.
9. L’utilizzo del climatizzatore incrementa sensibilmente i consumi, anche del 25% in certe condizioni. Pertanto, quando la temperatura esterna lo consente, evitarne l’uso.

Classifica vetture più ecologiche a benzina




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