È lei, in attesa della Giulia Quadrifoglio, a lanciare per prima il guanto di sfida alle due coupé sportive tedesche più performanti in circolazione, la Bmw M4 e la C63 AMG. Parliamo della nuova Cadillac ATS-V coupé, ma c’è anche la berlina, primo modello della performante V Series della Casa americana ad essere equipaggiato con un motore biturbo, un sei cilindri a V di 3,6 litri da 470 cavalli di potenza e, soprattutto, ben 603 Nm di coppia a 3.500 giri/min, abbinato a un sequenziale a 8 rapporti. È un'unità interessante contraddistinta da due turbine in lega di titanio e alluminio, leggere bielle in titanio che riducono l’inerzia del gruppo rotante e un rapporto di compressione piuttosto elevato (10,2:1) a testimonianza della elevata resa ed efficienza termodinamica.
Da sempre, in fatto di potenza, i motori USA non difettano certo, nel caso della nuova ATS-V la più europea tra i modelli in gamma con i suoi 4,6 m di lunghezza, abbiamo però due novità importanti. La prima è il downsizing, con un frazionamento e una cubatura decisamente più accettabili, a tutto vantaggio del contenimento e della distribuzione del peso, la seconda è un pesante intervento sui comparti della vettura, assetto, sterzo, freni, tutti organi davvero ben amalgamati tra loro. Insomma non solo una vettura da autobahn o drag race, per intenderci, ma da gustare anche sui tratti un po' guidati. Gli interventi sull’hardware della vettura sono stati tutti piuttosto pesanti con carreggiate più larghe, nuovi bracci per la sospensione anteriore MacPherson, snodi sferici trasversali che sostituiscono le più tradizionali boccole in elastomero, molle con tarature più elevate e una barra stabilizzatrice più rigida. I tecnici sono intervenuti anche sulla sospensione posteriore a cinque bracci con, in questo caso, boccole più rigide, nuovi supporti per la culla, molle con taratura superiore e una barra stabilizzatrice più rigida.
Le sospensioni attive Magnetic Ride Control sono arrivate ormai alla terza generazione, leggono l’ asfalto circa mille volte al secondo e modificano il grado di smorzamento tramite un fluido magnetoreologico. Il risultato,secondo la Casa americana, è una risposta degli ammortizzatori ora più veloce di circa il 40%. Il sistema Performance Traction Management sorveglia il tutto e vi consente di scegliere tra quattro set up (tour, sport, pista, neve/ ghiaccio) oltre che di disporre tramite il launch control della massima trazione in partenza. Il pacchetto tecnico include infine, tra l'altro, pneumatici Michelin Pilot Super Sport da 255/35 all’anteriore e 275/35 al posteriore, una differente taratura del servosterzo elettrico ZF e freni Brembo ad alte prestazioni con dischi anteriori da 370 mm con pinze a sei pistoncini e posteriori da 339 mm con pinze a quattro pistoncini. Modifiche così rilevanti hanno richiesto, di riflesso, alcune modifiche estetiche.
Le linee restano quelle conosciute, tese e affilate della ATS, ma praticamente tutti i pannelli carrozzeria di questa variante sono specifici; dai paraurti ai passaruota, dal cofano allo spoiler posteriore sino alle modanature sottoporta. Il cofano, ad esempio, è più leggero rispetto alle altre ATS, grazie all’impiego di fibra di carbonio ed è contraddistinto da un inconfondibile estrattore centrale. Non si limita a fare uscire l’aria calda dal vano motore, ma aiuta a ridurre la portanza ad alta velocità incanalando l’aria proveniente dal radiatore verso l’esterno e sopra il tetto della vettura, invece di lasciare che quest’ultima esca da sotto la carrozzeria. Sono stati poi modificati i paraurti.Quello anteriore ha prese più ampie e griglie a maglie più larghe per alimentare meglio il V6 biturbo e uno splitter che genera un maggior carico all’anteriore a tutto vantaggio della maneggevolezza. Completano il quadro i passaruota più larghi, per ospitare i cerchi in alluminio da 18”, lo spoiler posteriore e il doppio terminale di scarico cromato.