Trascorsi quattro anni dalla presentazione, avvenuta al Salone di Ginevra del 1953, la Fiat 1100/103 è un’auto giunta alla maturità. Lungi dall’aver percorso la sua intera parabola, gode ancora del pieno apprezzamento dei clienti, cosa che convince Fiat a un’operazione mirata a rinfrescarne lo stile. Il fine è assecondare più efficacemente le aspettative di una clientela che, più numerosa rispetto al recente passato, può aspirare ad acquistarla. Per la piccola borghesia, infatti, ma anche per la classe impiegatizia di medio livello, la 1100 è un ottimo compromesso tra le esigenze legate a un’adeguata rappresentanza, ai costi di mantenimento, al prezzo di acquisto e al valore residuo al momento di cambiarla. C’è, però, un punto che fa sembrare la 1100 invecchiata ed è la coda, troppo rotonda e corta per il gusto del tempo che si va evolvendo sulla scia di linee più tese e squadrate provenienti dall’America. E questo vale anche per il frontale, dove gli abbellimenti introdotti con la TV e con la versione “103 E” non hanno sortito un effetto convincente. In Fiat si procede allora con modifiche più radicali, il cui esito è esposto al giudizio del pubblico e della stampa specializzata al Salone di Torino nell’autunno del 1957.
LUNGA
Se fino a quel momento la 1100, con le sue forme arrotondate e un po’ tozze, era stata un’espressione tipica degli anni ‘50, con la nuova “103 D” il modello diventa la “Millecento” degli anni Sessanta. Restano fissi alcuni punti che fanno parte delle scelte di progetto e di collocazione nel mercato, come, per esempio, la compattezza del corpo vettura, ma acquistano, grazie alle modifiche estetiche, una nuova dimensione rafforzando proprio i punti forti del progetto 103. Si comincia... dalla coda, ora più lunga, dove le pinne posteriori che fanno da supporto ai gruppi ottici diventano la parte principale della nuova estetica. L’allungamento posteriore va a vantaggio della capacità del bagagliaio, ma dona anche una maggiore proporzione ai tre volumi che compongono la carrozzeria, che appare più slanciata.
Le modifiche al frontale interessano la nuova calandra, dalla decorazione più elegante, nella quale scompare il proiettore fendinebbia centrale (fu vietata dal Codice della Strada la collocazione di un unico faro al centro del muso) per fare posto alla nuova targhetta con la scritta “millecento” in corsivo. I rostri ai paraurti crescono in altezza, i fari aumentano di diametro e il cofano è più proteso in avanti per il sensibile aumento dello sbalzo anteriore, così che la lunghezza della vettura passa dai 3.775 mm della “103 E” ai 3.920 della “103 D”. L’abitabilità, però, non trae vantaggio perché il passo è immutato, aspetto che resterà il difetto del progetto 103 malgrado, invece, lo spazio in larghezza sia allineato alla concorrenza e garantisca un buon comfort per quattro persone. La vista laterale, aumento di lunghezza a parte, non mostra novità, salvo la nuova forma dei ripetitori laterali di direzione e la collocazione disassata dei profili metallici che percorrono le porte e i parafanghi, raccordati da una mostrina: la loro posizione sul parafango anteriore è obbligata dal fatto che maschera una saldatura, ed è presente in quella posizione fin dal primo modello 103.
L’aspetto esteriore è impreziosito dalla verniciatura bicolore che all’epoca, sulla scia della moda americana, aveva preso piede anche da noi. L’abitacolo mantiene l’apertura a libro delle porte con cerniere esterne, cosa che favorisce l’accessibilità ai posti anteriori, ma non depone a favore della sicurezza nel caso di apertura accidentale di uno sportello anteriore. La selleria prevede davanti e dietro divani unici e schienali integrali, con una rientranza per aumentare lo spazio a disposizione dei passeggeri seduti dietro. Altra particolarità che distingue la 1100 come vettura di classe media è l’interruttore di azionamento del tergicristallo, dotato di una posizione supplementare che comanda il rientro delle racchette in posizione di riposo. Tra gli accessori di serie vi è il ventilatore per l’abitacolo, utile a disappannare il parabrezza.