Polestar 1: la prima di una nuova era

Primo modello del neonato brand Polestar, spin-off della Volvo, è una GT ibrida plug-in da 600 Cv. Percorre sino a 150 km a zero emissioni ed entrerà in produzione nel 2019.

Configurazione 2+2

Si completa lo scorporamento tra Volvo e Polestar. La divisione ad alte prestazioni del brand svedese, destinata a ospitare sotto la propria egida i modelli premium a zero o ridotte emissioni del marchio scandinavo, diviene una realtà a sé stante. Una “nascita” celebrata con la presentazione della Polestar 1, un’aggressiva GT 2+2 ibrida plug-in forte di 600 Cv e 1.000 Nm di coppia.

Da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi

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Con uno scatto da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi, la Polestar 1 – destinata a entrare in produzione a metà 2019 – debutta con velleità da sportiva pura, pur essendo la capostipite di una famiglia elettrica che, entro il 2020, potrà contare su due ulteriori modelli, totalmente a batteria. Più precisamente una berlina destinata a scontrarsi con la Tesla Model 3, denominata Polestar 2, e una Suv sportiva di taglia medio grande, rispondente al nome di Polestar 3.

4 motori, 4WD e torque vectoring

Forte di alcuni stilemi condivisi con la Serie 90, la Polestar 1 nasce sulla base della piattaforma Spa, condivisa proprio con le vetture della citata Serie 90 e della Serie 60. Lunga 4,5 metri, è caratterizzata da un passo più corto di 32 cm rispetto all’ammiraglia S90 e adotta un quattro cilindri 2.0 turbo a iniezione diretta della benzina da 320 Cv abbinato a due motori elettrici collocati al retrotreno. Più precisamente in corrispondenza di ciascuna ruota, portando così in dote la trazione integrale a gestione elettronica oltre a un’evoluzione della funzione torque vectoring. Un terzo motore elettrico è infine collegato al motore termico e funge anche da generatore in fase di decelerazione. Ne derivano, come accennato, una potenza complessiva di 600 Cv e prestazioni degne della massima considerazione, con la velocità massima autolimitata a 250 km/h, laddove in modalità puramente elettrica – quindi affidandosi alle 2WD posteriori – il limitatore interviene a 160 km/h. L’autonomia a zero emissioni, grazie ai tre accumulatori (da 34 kWh totali), si attesta a 150 km.

Scocca parzialmente in carbonio

La raffinatezza della Polestar 1 si spinge ben oltre la meccanica, come confermato dalla carrozzeria in carbonio. Fibre composite oltretutto utilizzate per la realizzazione del tetto e di parte della scocca, così da alleggerire di 230 kg la struttura rispetto a quanto si otterrebbe affidandosi a una soluzione tradizionale in acciaio. Altrettanto hi-tech le sospensioni elettroniche adattive Öhlins, l’assale posteriore sterzante, il cambio automatico a 8 rapporti e l’impianto frenante, forte all’avantreno di dischi autoventilanti da 400 mm di diametro abbinati a pinze a 6 pistoncini. La Polestar 1, assemblata in Cina, verrà realizzata a tiratura limitata (500 esemplari l’anno) con un prezzo, sulla carta, a partire da 130.000 euro. Sulla carta, appunto, dato che l’auto non è acquistabile tradizionalmente. La Casa ha puntato sulla formula del noleggio a lungo termine per 24 o 36 mesi.

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