10 November 2014

Peugeot RCZ R, la nostra prova

E’ la vettura più prestazionale mai prodotta dalla Casa francese: 271,2 Cv rilevati e 251,8 km/h. Il tutto senza troppi compromessi sul piano del confort. Tra i plus....

INTRO

Dal mondo delle competizioni eredita numerose soluzioni, tra cui pistoni forgiati, bielle irrobustite, nuovi iniettori, turbo maggiorato, assetto più rigido e freni potenziati con dischi anteriori da 380 mm di diametro. Infine, non meno importante, il differenziale autobloccante Torsen. Il tutto si traduce in prestazioni da primato, grazie al rapporto peso/potenza di 4,9 kg/Cv, ma senza penalizzare i consumi (13 km/litro in media) e con una fruibilità tale da renderla adatta anche all’utilizzo quotidiano.

Se l’estetica ripropone in chiave racing gli elementi distintivi riusciti e personali del modello di base, l’abitabilità anteriore è buona, mentre quella posteriore resta sempre piuttosto sacrificata, in compenso il bagagliaio spicca per l’ottima capacità, variabile da 384 a 760 litri. Da sottolineare infine che nasce direttamente in Peugeot Sport, l’emanazione sportiva del marchio, che segue il reparto corse della Casa del Leone e allestisce l’RCZ Cup, il trofeo monomarca che vede protagoniste in pista le coupé francesi.

TECNICA

INTERNI

All’esterno sono soprattutto lo spoiler posteriore fisso e le ruote in lega da 19 pollici a catturare l’attenzione, ma appena ci si accomoda al posto di guida non passano certo inosservati i sedili dalla conformazione talmente avvolgente da richiamare subito il mondo delle corse. E’ vero, la seduta è un pochino rialzata e il volante ha un diametro abbastanza ampio, ma si riscatta con l’impugnatura ergonomica a livello dei pollici e con la parte inferiore appiattita secondo una moda sempre più diffusa nel mondo delle vetture sportive.

 

Pedaliera e pomello del cambio in alluminio sottolineano la vocazione racing della versione R, che dalla RCZ normale riprende il monitor a scomparsa nella parte superiore della plancia: è facile da consultare, sottrae un po’ di visibilità quando viene estratto, ma può essere regolato in varie angolazioni oppure anche richiuso elettricamente, mentre la gestione del sistema multimediale è demandata a un pomello sulla consolle non comodissimo da raggiungere.

 

Molto buona l’abitabilità anteriore nonostante l’impostazione dichiaratamente sportiva della coupé francese, mentre i sedili posteriori sono davvero di fortuna e possono accogliere decorosamente solo eventuali bambini, soprattutto per via dell’esiguità dello spazio dedicato alle gambe. In compenso, il vano bagagli vanta una capienza davvero inusuale per una coupé dall’indole così sportiva: offre infatti un volume utile che può variare da 321 a 639 litri, è ben sfruttabile grazie alla sua forma regolare, facilmente accessibile attraverso l’ampio portellone e dispone anche di un pratico sottofondo a scomparti.

SU STRADA

Se nella RCZ normale è l’equilibrio complessivo a colpire, nel caso della versione R c’è quel pizzico di sportività supplementare che rende la guida ancora più redditizia e soprattutto più coinvolgente. A cominciare dal motore, che ricalca il carattere di quello della RCZ da 200 Cv, ma con una grinta tale da rendere la progressione ancora più incisiva. Evidenzia un lieve turbo lag quasi assente invece sulla 200 cavalli, ma oltre i 2.000 giri si scatena letteralmente, esaltato inoltre dai rapporti molto ravvicinati del cambio. Sesta compresa, visto che raggiungere la velocità massima di 251,8 km/h equivale a vedere l’ago del contagiri sulla zona rossa e ben oltre il regime di potenza massima: siamo infatti a quota 6.590 giri, quando al banco abbiamo “letto” 271,2 Cv a 5.870 giri.

PRESTAZIONI
I rapporti corti avvantaggiano anche le riprese, come sottolineano i 24,76 secondi rilevati sui 1.000 metri da 60 km/h in sesta marcia contro i 26,02 secondi della RCZ 200 Cv, ma parlando di dati rilevati non si possono certo trascurare i 5,98 secondi “staccati” nello scatto da 0 a 100 km/h, quando la versione da 200 Cv ferma il cronometro sui 7,03 secondi. Promossa a pieni voti quindi questa super RCZ, ma non solo per quanto riguarda il motore, visto che anche in curva le differenze con la versione normale si avvertono. Il grip in percorrenza è infatti ancora più elevato, ma ciò che colpisce maggiormente è il retrotreno più sensibile ai trasferimenti di carico: basta infatti alleggerirlo per far scivolare la coda quel tanto che basta per chiudere meglio la traiettoria, fino ad arrivare a staccare la ruota da terra, ma questo solo dopo aver escluso il controllo di stabilità.

TRAZIONE
Trasmettere al suolo gli oltre 270 Cv con la trazione anteriore non è impresa difficile grazie all’efficacia del differenziale autobloccante, una soluzione che amplifica la trazione e non si riflette in reazioni fastidiose sul volante. Al massimo il muso “serpeggia” un pochino in piena accelerazione, ma basta una minima correzione di sterzo per restare in traiettoria. Gli effetti dell’impianto frenante maggiorato si avvertono invece a qualsiasi velocità: il pedale non ha perso nulla come modulabilità, ma le decelerazioni sono ancora più decise, e lo confermano i 76,6 metri necessari per arrestare la vettura a 150 km/h, un valore notevole in assoluto ma soprattutto se rapportato agli 82,5 metri della RCZ da 200 Cv provata quasi un anno fa. Rispetto a quest’ultima, il sound del motore è diventato un po’ più coinvolgente ma anche più presente, mentre la taratura più rigida delle sospensioni non compromette un confort di marcia più che accettabile per una sportiva di tali prestazioni.

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