01 October 2014

Lotus Exige S Roadster , la nostra prova

Anche con il tetto in tela resta una delle sportive più estreme e meno razionali in commercio, merito soprattutto del suo V6 di 3,5 litri e 350 Cv. Pesa come un’utilitaria, accelera come un dragster e si guida come un kart. Un mix esplosivo da tutti i punti di vista, prezzo incluso.....

INTRO

Una Exige con il tetto in tela non l’ho mai vista perché non è mai stata concepita direttamente dalla Casa madre, mentre il V6 della Evora S associato al telaio della Exige, pur se riveduto e corretto, non ho mai avuto occasione di toccarlo con mano. Mi appresto a mettermi al volante della Exige S Roadster con non poca curiosità quindi, anche se appena scavalcata la generosa sponda laterale del telaio in alluminio e raggiunto con non pochi contorsionismi il sedile a guscio ritrovo un ambiente che è grossomodo lo stesso della prima Elise. Quando la guidai per la prima volta ero più agile e giovane, questo non si può negare certo, ma abituati a sportive sempre più comode e fruibili fa sempre un certo effetto dover faticare così tanto per raggiungere il posto guida, non parliamo poi del gesto atletico richiesto per uscire, che non rappresenta certo una novità per chi abbia già avuto a che fare con le sportive di Hethel.

Gente strana, non c’è dubbio, che accetta senza colpo ferire, se non addirittura apprezza, un abitacolo ridotto all’essenziale, con la sola regolazione longitudinale del sedile, il volante fi sso, come del resto lo schienale del sedile, la radio anni ’80 e la pedaliera talmente piccola da rendere quasi obbligatorio utilizzare scarpe per la guida sportiva. Che i tasti di accensione delle luci integrino poi spie invisibili di giorno o che per azzerare il contakm sia necessario muoversi a tentoni con la mano lungo il piantone di sterzo alla ricerca di un pulsantino piccolissimo poco importa, così come non preoccupano certo le sole 3 velocità di ventilazione di un impianto di climatizzazione sofisticato tanto quello ....della Fiat Uno degli anni ’90.

FRIZIONE E STERZO
Frizione pesante e sterzo durissimo in manovra Quello che interessa è l’impostazione da autentica macchina da corsa, e da questo punto di vista onore al merito per aver ricreato un ambiente racing ormai relegato nell’album dei ricordi. Così come a memoria non molte auto moderne hanno un pedale della frizione così pesante da azionare, ma quando si parla di auto estreme come la Exige questa caratteristica non spaventa affatto, così come non deve preoccupare lo sterzo non servoassistito duro come un macigno da azionare in manovra. Lasciamo perdere poi che lo specchietto retrovisore interno può essere più utile alla compagna di viaggio per sistemarsi il trucco che non per vedere cosa succede dietro la Exige, a questo ci pensano i due grossi specchietti, rigorosamente regolabili manualmente dall’esterno.

 

TECNICA

AGILITA'

Sul lento la roadster inglese è invece molto più rassicurante, anche se man mano che si aumenta il ritmo emerge un sottosterzo molto marcato. Per contrastarlo bisogna sempre cercare di frenare fin dentro la curva per caricare l’avantreno e farlo scivolare il meno possibile, un accorgimento facile da mettere in pratica in pista, meno su strada, dove l’andamento della curva si scopre via via che la si percorre, quindi non è sempre possibile arrivare un pochino “lunghi” per impostare la traiettoria in frenata sgravando di peso il retrotreno. Capita quindi di dover alleggerire il gas quando non è stato possibile contrastare in anticipo il sottosterzo per riprendere la traiettoria, poi la Exige si stabilizza e uscire dalle curve come dei proiettili diventa tanto facile quanto coinvolgente.

SPORT
Con il controllo di trazione in Sport i tagli di potenza sono sempre abbastanza mitigati, ma per guidare davvero forte è meglio escludere del tutto l’elettronica e, nelle curve più strette, l’assenza del differenziale autobloccante si risolve nella ruota interna alla curva che gira vorticosamente a vuoto senza trasmettere tutta la potenza di questo splendido V6. Un autentico peccato, ma non bisogna mai dimenticare che questa versione Roadster è stata concepita per smussare un po’ degli spigoli vivi della sorella chiusa in modo da renderla meno estrema quindi più fruibile nel quotidiano, anche se sulla fruibilità di questa macchina avrei qualcosina da eccepire. E questo non solo per le già menzionate difficoltà nel salire e scendere dall’abitacolo, ma anche per sospensioni che definire rigide sarebbe quasi riduttivo, per non parlare del rumore, o meglio sound del V6 di origine Toyota, sempre presente anche quando si ruota la manopola a sinistra del piantone di sterzo verso la posizione Touring, quella che attenua un po’ i toni di scarico ma non la spiccata rombosità che invade l’abitacolo intorno ai 90/100 km/h.

PREZZO
Poi c’è il tetto in tela,
che non si apre certo premendo un pulsante come avviene ormaisulla quasi totalità delle scoperte in commercio, qui si deve scendere dalla macchina, aprire le porte, sganciare i fermi all’interno delle costole della capote, arrotolarla, spostarsi dall’altra parte della vettura, ripetere la stessa operazione e asportare le centine in plastica che la sorreggono, per poi riporre il tutto in un bagagliaio che basta a malapena per stivare una borsa morbida. Mi pare quindi superfluo sottolineare che anche la Exige S rappresenti l’antitesi della classica sportiva tuttofare, più che altro sarei attanagliato dal dubbio se inseguire il genio dell’ultima edizione della Porsche Boxster S, oppure se lasciarmi guidare dai sensi e farmi traviare dalla sregolatezza della roadster inglese. Averne di questi dubbi, ma per poterli concretizzare servirebbero almeno 70.000 euro, non pochi per un giocattolino in alluminio e vetroresina, anche se unico come la nuova Exige S.

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