Subaru Impreza STi Solberg
Introduzione
Innanzitutto: Solberg Petter, nato a
Askim, Norvegia, classe 1974. Biondo, come il 97% dei norvegesi; fresco
campione del mondo rally 2003, unico norvegese della storia.
Alla
pur sempre tenera età di 29 anni il buon Petter ha perso il pelo ma non
il vizio: con la Subaru Impreza 555 WRC 2003 si è
portato a casa
il titolo iridato, con grande gioia e gratitudine dei norvegesi e dei dirigenti
Subaru. Abbastanza scontata, quindi, una vettura a lui
dedicata:
la Subaru Impreza 2.0 STi Petter Solberg, per l’appunto.
E, per
l’appunto, oggi ci sono seduto sopra.
La
livrea è, chiaramente, quella ufficiale, con la carrozzeria di
colore
Ice Blu Metallic che stonerebbe su qualsiasi altra vettura al mondo,
ma che sulla Impreza sta bene come il lardo di Colonnata sul pane caldo
imburrato. Anche il più esperto intenditore non noterebbe la differenza
con una normale STi se non dalla targhetta che fa bella mostra
nell’abitacolo e che ricorda, senza possibilità di errore, che
questa
è una delle poche e non una qualsiasi…
La bomba passa da 0 a 100 km/h in soli
5,5 secondi e arriva fino a una velocità massima dichiarata di
circa
240 km/h, grazie alla potenza del suo 2 litri boxer sovralimentato
tanto efficace ai regimi più elevati, quanto poco incisivo ai
bassi
quando il turbo non soffia alla pressione di esercizio ottimale. Per il
resto i grandi dischi freno Brembo anteriori e posteriori
autoventilati
lavorano egregiamente, mentre il sistema Abs a quattro sensori e quattro
canali, con l’ausilio dell’EBD, consente di distribuire la forza
frenante
anche in fase di sterzata.
Immagin
iamo
di guidare la Impreza su uno sterrato: è semplice da portare a
spasso,
grazie allo sterzo a cremagliera servoassistito e al volante regolabile
in altezza… Ci si trova a proprio agio “scodinzolando” a
destra e
a sinistra senza mai nemmeno rischiare di perdere anteriore o posteriore
grazie alla trasmissione integrale permanente e alle sospensioni
a ruote indipendenti con schema McPherson che aumentano il controllo e
la stabilità su ogni superficie e in ogni tipo di manovra, anche quelle
più esasperate.
Merito anche delle molle elicoidali
e degli ammortizzatori idraulici, che abbassano l’assetto rispetto alle
versioni precedenti, mentre i nuovi Bridgestone Potenza RE 070
225/45 R17 si sposano alla perfezione, anche dal punto di vista estetico,
con la potenza e l’aggressività della vettura.
Prezzo Subaru Impreza STi Solberg Edition:
42.023
euro
Strada&Terra
Per aumentare le già elevate chances
di divertirsi Subaru ha deciso di dotare la nuova Impreza di
una
chicca degna dei migliori videogames. In prossimità del cambio
c’è
un piccolo switch (DCCD: Driver’s Control Centre-Differential) che altro
non è se non il comando della ripartizione della coppia motrice
tra
l’asse anteriore e quello posteriore. In poche parole si
può intervenire
sul differenziale centrale per adattare il comportamento della
vettura
alle caratteristiche del fondo stradale o a quelle di guida,
trasformandola,
a propria discrezione, in sovrasterzante oggi e in
sottosterzante
domani.
Immagin
iamo
di avere a disposizione per il videogame un’intera, enorme, cava di
terra. Terra di tutti i tipi: dalla ghiaia del rally dell’Elba
al duro pietrisco Sardo per finire nella paludosa Cremona.
Immaginiamo che l’Impreza Solberg affronti un tratto largo in
discesa,
entri di quarta in una curva stretta ma ampia verso sinistra, si
immetta su un largo rettilineo lungo circa 800 metri, faccia un
tornante molto largo a destra per poi buttarsi in un misto stretto
tra alberi e piante… DCCD impostato tutto sul
posteriore!
Ma
la sola trazione posteriore è bella sì da guidare, ma
anche molto
impegnativa. A questo punto bisogna ripetere tutto il percorso
provando la vettura come mamma l’ha fatta in origine, vale a dire con
la trazione ripartita sui due assali e ci si accorge che i terrificanti
pestoni sul freno devono essere più marcati, il volante si gira
molto meno ma, sembra incredibile a dirsi, il tempo finale è assai
inferiore.
Lapa
lissiano,
no? La formula è tanto semplice quanto, per così dire,
matematica e
recita testualmente: 4X4 = più sicurezza e molta più
velocità…
Mio figlio si chiama Gabriele e ha due anni. E’ possibile che io lo porti
a guidare nella fattoria dello zio Roby, quando sarà un po’
più grandicello,
così come Solberg-padre fece con il piccolo Petter.
E sicuramente, dovessi scegliere una vettura
con la quale “iniziarlo”, potrei anche portarlo in giro con la
Subaru
Impreza, tanto per fargli provare il gusto di una prova speciale
o di una cavalcata con 265 Cv che scalpitano sotto il cofano. Quando
però, a 29 anni, mi verrà a trovare dopo aver vinto il
suo primo
mondiale rally, sono quasi certo che mi chiederà:
“Papà, grazie per
quello che mi hai insegnato, ma una cosa proprio non l’ho capita: a
cosa serve il DCCD in un rally?”. Beata gioventù. Il
fatto
è che non lo so neanche io…
Massimo Arduini