La Mini Cooper Countryman è l’unica “piccola” a guadagnare un buon punteggio nel crash test frontale disassato effettuato dall’ Insurance Institute for Highway Safety (IIHS) americano. Si tratta di un test molto severo, con il 25% del frontale della vettura che impatta una barriera alla velocità di 40 miglia orarie, 64 km/h, con tutta l'energia dell'impatto scaricata su una zona molto ridotta del frontale. Replica di fatto un urto che può avvenire però nella vita reale contro un albero o un pilone della luce o quando durante un sorpasso di impatta parzialmente contro un altro veicolo. 

MODELLI
Questi i modelli testati : la Subaru BRZ, la Chevrolet Volt, la Ford C-MAX Hybrid, la Fiat 500 L, la Hyundai Veloster, la Mazda5, la Mini Cooper Countryman, la Mitsubishi Lancer, la Nissan Juke, la Nissan Leaf, la Scion FR-S. Offrono una accettabile protezione la Chevrolet Volt, la Ford C-Max Hybrid, la Mitsubishi Lancer, la Scion FR-S e la Subaru BRZ, come visibile nella tabella in basso. Migliorabile la protezione offerta invece dalle Fiat 500L, dalla Mazda5, dalla Nissan Juke e dalla Nissan Leaf.

I dummies (manichini) hanno riportato infatti ferite anche gravi a gambe e testa. La 2014 Mazda 5 Sport wagon è risultata la peggiore con la portiera del guidatore che si è addirittura aperta durante lo scontro e l'air bag laterale non si è attivato. Sulla 500L la scocca non riesce ad assorbire al meglio l’urto con lo spazio vitale che si riduce considerevolmente per il guidatore. La testa del manichino prima impatta contro l’ airbag frontale, poi pericolosamente urta il montante anteriore. Anche la parte inferiore della plancia impatta contro il ginocchio sinistro del guidatore.

Ma problemi non sono sorti solo sul modello italiano, anche la Nissan Juke, per esempio, ha deluso le aspettative durante il test con ferite importanti per le ginocchia del guidatore e la cintura di sicurezza che ha una corsa eccessiva con la testa e il busto che impattano contro l’airbag, spostandosi poi pericolosamente a sinistra.

TABELLA

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