Automobilismo 12-2018

AUTOMOBILISMO.IT | DICEMBRE 2018 14 ATTUALITÀ Vendite giù, requisiti normativi sulle emissioni sempre più severi, blocchi e limitazioni del traffico che penalizzano i propulsori a gasolio: il diesel può essere considerato un motore arrivato ormai al capolinea? Che futuro avrà? Lo abbiamo chiesto agli Ad e ai massimi responsabili italiani dei principali gruppi automobilistici Il diesel è arrivato al capolinea? I l motore diesel sembra avere gli anni contati. Esperti e analisti del settore automotive da qualche tempo ipotizzano che nel volgere di un decennio, visti anche i recenti avvenimenti legati al dieselgate, questa alimentazione sarà interessata da una forte contrazione sul mercato europeo. Passando dal 50% al 9% entro il 2030. Si tratta di previsioni che in ogni caso vanno prese con molta cautela. Anche perché prevedere che tutti gli automobilisti abbandonino il diesel a favore di altri propulsori è tutto da vedere. Ammettendo però che in futuro si venderanno sempre meno veicoli di questo tipo, la domanda a cui occorrerà dare risposta è: come andranno gestiti gli attuali modelli in circola- zione? Un problema non da poco se si pensa che su 252 milioni di auto che sono presenti sulle strade europee, secondo gli ultimi dati Acea, l'associazione europea che raggruppa i costruttori di automobili, il 41,2% ha un motore a gasolio. E' questo il dato su cui i governi nazionali e l’industria dell’automotive devono forse interrogarsi. Specie se si pensa che una buona parte dei diesel in circolazione è fatta di modelli la cui classe di emissione rientra nelle categorie da Euro 0 a Euro 3, considerate inquinanti. Di conseguenza accanto a normative sempre più stringenti in tema di emissioni e alla decisione di molte aree urbane di vietare la cir- colazione di veicoli diesel, serve anche una politica d’incentivi e sostegno della sostituzione. Ma anche svecchiare un parco circolante, la cui media è di 10,7 anni, non è problema facilmente risolvibile. Ma soprat- tutto non è immediato, se si considera che la ripresa dei consumi ha un andamento diverso da una nazione / Inchiesta / di Corrado Canali e Gabriele Canali all’altra e solo ora la domanda di sostituzione ha ini- ziato a scongelarsi: specie nei Paesi del sud Europa. In questa fase un’altra strada percorribile potrebbe essere rappresentata dall’introduzione di super-filtri sulle vetture più vecchie. Un simile aggiustamento su modelli Euro 4 o 5, appare tuttavia costoso: dai 1.400 ai 3.300 euro. E la prima cosa da capire è su chi rica- drebbe quest’onere: automobilisti o produttori. Qualora si optasse per i primi, bisognerebbe utilizzare la leva dei finanziamenti pubblici. In attesa di capire quali strategie verranno adottate dalla Commissione Ue e dai singoli Stati, nell’industria dell’auto qualcosa sta già cambiando. E lo dimostra il fatto che diversi costrut- tori hanno annunciato di volere abbandonare, a partire dal 2022, lo sviluppo di motori diesel. Il che complici le normative sull’emissione e i divieti di circolazione previsti in diverse città, si è assistito a un crollo della domanda. Lo scorso anno, per la prima volta dal 2009, le immatricolazioni di auto a benzina hanno superato quelle a gasolio. E quest'anno hanno già perso quasi dieci punti rispetto al 2017. Mentre crescono quelle dei carburanti alternativi, quelli a gas, metano e Gpl, oltre alle ibride e alle elettriche che hanno raggiunto il 7,8% del mercato nel terzo trimestre 2018, con le elettriche al 2,1%. Che ne sarà allora del diesel? Davvero è arri- vato al capolinea? E’ quello che abbiamo chiesto agli Ad italiani e ai massimi responsabili dei più importanti Gruppi automobilistici. Ecco le domande. Alle risposte abbiamo accompagnato, per ciascun Gruppo o Casa, un’immagine del modello diesel più venduto (fonte: Unrae) in Italia nei primi 10 mesi.

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