Automobilismo 01-2019

Alpine-Renault A310 162 AUTOMOBILISMO.IT | GENNAIO 2019 E P O C A I clienti si aspettano dal nuovo modello una vocazione da GT che non ha, per l’assenza di un motore a 6 cilindri. Così la novità si ferma alla linea. Ma con l’1.6 è equilibrata e godibilissima Di Francesco Pelizzari - Foto Thomas Maccabelli io Sorella di un minore S e c’è una cosa difficile in campo automobilistico è la vita del modello che deve sostituire un’icona. È quanto accade alla Alpine-Renault A310 quando, nel 1974, prende il posto della A110. L’A110 è stata troppo vin- cente, troppo bella, troppo tutto. L’A310, rivisitazione soprattutto estetica e nata a quattro cilindri, segna il passaggio dell’azienda dalle mani del fondatore, Jean Rédélé, alla Renault, avvenuto nel 1973 (si completerà quattro anni più tardi, con l’ac- quisizione definitiva della Casa di Dieppe da parte della Règie). Sarà un compito difficilissimo per quel modello, che nelle attese degli appassionati deve essere competitivo con la sempreverde Porsche 911, che sostituisce sé stessa, e nuove rivali come la Lan- cia Strato’s. La partenza è ad handicap: la nuova berlinetta fran- cese dovrebbe evolvere in una GT, ma nasce a 4 cilindri, mentre le due concorrenti di cui sopra sono sei cilindri; e la Strato’s può vantare addirittura una parentela Ferrari. L’A310 dovrebbe essere una evoluzione della A110, non una semplice sostituta. Prova ne sia che, nonostante l’impostazione tecnica simile (telaio monotrave e motore posteriore a sbalzo), la nuova è più lunga (330 mm), più larga (120 mm) e più pesante (150 kg) della vecchia, e non più due posti secchi, bensì 2+2 anche se i posti dietro sono proprio striminziti. Dovrebbe quindi sposare la filosofia della vecchia Alpine GT4 con le prestazioni e l’immagine della A110. Quando però si vedrà che dal punto

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