Automobilismo d'Epoca Dic 2011/Gen 2012
Sommario
Una foto una storia 4
Lettere 6
Fatti&Notizie 8
Punta-tacco Vita di Club 32
Punta-tacco Classic Sport News 110
In libreria Libri di Natale 130
Elenco argomenti
Tutte le auto pubblicate 132
Compro-vendo Le occasioni dei lettori 136
Compro-vendo Le occasioni dalla Francia 142
I listini delle auto da collezione Tutte le quotazioni 148
Attualità
XVII club italia ...60 12
PERSONAGGI
L’uomo della Montreal 12
Eleganza e restauro Fiat 500 18
Guida all ’acquisto
Lancia Fulvia Coupe 1,3 s - 1,6 hf lusso Tutto per piacere 38
Dossier Bmw e3 2800/3000 Tiro nel 7 50
BELLISSIME ieri&oggi
Alpine 106 Fine apprendistato 62
Pezzi unici
DAF SILURO Questione di stile 72
BELLISSIME da corsa
AC COBRA Size matters 80
Piccole collezioni
Ferrari vs. Porsche Spread ricucito 94
Conservate
Safaf 6cv Copia conforme 100
Io e la mia auto
Zanzara spada Modularità ’68 104
Sport
Rohrl e la lancia 037 2 contro Quattro 114
Controsterzo HANS -JOACHIM STUCK Quella volta al “Ring” 120
Editoriale
SERVE MANODOPERA...
Un’autorevole rivista inglese il mese scorso parlava di un argomento molto interessante, per un paio di motivi. L’argomento è la mancanza di personale per le aziende che si occupano di auto storiche. Meccanici, restauratori, preparatori, tappezzieri e quant’altro hanno bisogno di gente con le competenze e la manualità adeguata a seguire la quantità di auto d’epoca che la passione britannica ha portato fino ai giorni nostri, funzionanti e usate spesso. Il primo motivo di interesse viene dai numeri: l’FBHVC (Federation of British Historic Vehicle Clubs, come dire il nostro ASI) nel 2005 aveva fatto un’indagine secondo la quale sul suolo britannico c’erano 2.500 imprese legate alle auto d’epoca, che impiegavano quasi 30.000 persone. Ora le imprese sono diventate 4.000, ma gli impiegati non sono cresciuti di pari passo, perché in giro non ce n’è abbastanza.
Il secondo motivo interessante è il dato relativo al giro d’affari, quantificato (nel 2005) in 3,2 miliardi di sterline (pari oggi a circa 3,74 miliardi di Euro). Una bella cifra. Se mai ve ne fosse bisogno, ciò dimostra una volta di più che le auto d’epoca ai giorni nostri rappresentano una fettina di PIL di un paese. E se è così in Inghilterra, sarebbe forse altrettanto in Italia, se ci fosse una tassazione che consentisse l’emersione delle tante attività che sicuramente sono sommerse. E se queste emergessero, potrebbero essere una buona opportunità di lavoro per un po’ di giovani italiani. Sempre che, naturalmente, qualcuno li istruisca a mettere mano ad alberi a camme e carburatori. L’ASI aveva avviato un corso di restauro, ma forse non è esattamente quello che serve. E se investisse una parte del suo cospicuo bilancio per fare un’indagine come quella inglese? Se volete leggere tutto sull’iniziativa del sodalizio britannico, il sito internet è: www.fbhvc.co.uk/trade-and-skills.