23 October 2012

Tecnica: Volkswagen Golf VII, sfida all'ultimo grammo

Sono in arrivo le varianti 4Motion in abbinamento ai motori 1.6 TDI da 105 cv e 2.0 l TDI 150 cv. La sfida più grande per la Golf "7" è stata quella di ridurre il peso...

Intro

Volkswagen ha annunciato che saranno due le varianti 4Motion (4x4) entrambe TDI ed entrambe con cambio a 6 marce manuale previste per la Golf VII :

 
 - 1.6 l 77 kW (105 cv) TDI BlueMotion Technology
 - 2.0 l 110 kW (150 cv) TDI BlueMotion Technology 

 

La nuova generazione non sarà forse particolarmente innovativa in termini di design, nè porta con sè rivoluzioni in tema di motorizzazioni , se si eccettua la disattivazione cilindri ACT (active cylinder management) per il 1.4 TSI 140 cv , ma l'impegno per le riduzione del peso è stato notevole. Riuscire a risparmiare fino a 100 kg di peso, questa è stata la sfida iniziale,  è complesso, soprattutto nella classe compatta dove il fattore prezzo è a dir poco fondamentale.

Una sfida all'ultimo grammo dunque e considerando le aree principali della Golf, vale a dire impianto elettrico, gruppi, telaio e struttura, la riduzione del peso risulta così ripartita:

fino a - 6 kg impianto elettrico

fino a - 40 kg gruppi

fino a - 26 kg telaio

fino a - 37 kg struttura

La riduzione totale del peso in base a un calcolo puramente matematico può arrivare addirittura a 109 kg sostengono in VW; tuttavia, in base alle possibilità di configurazione di fatto realizzabili su una vettura, tale riduzione raggiunge massimo 100 kg. Il settore con il maggior potenziale è comunque quello dei gruppi e della struttura (carrozzeria e interni).

Struttura – Ecco come si ottengono 37 kg

 - 0,4 kg plancia

 - 1,4 kg traversa modulare (sotto la plancia)

 - 2,7 kg climatizzatore

 - 7 kg sedili anteriori e posteriori (a seconda della versione)

 - 23 kg carrozzeria

 - 2,5 kg altro

 

Plancia

 

Quattrocento grammi sembrano pochi, ma se si trascurano alla fine non si arriva a 100 kg. Utilizzando una nuova tecnica di stampaggio a iniezione di schiuma termoplastica, materiale che costituisce la struttura portante a sandwich sopra la quale poggia la superficie della plancia,  Volkswagen è riuscita ad alleggerire quest'ultima  del 20% e contemporaneamente a renderla il 20% più rigida.

Traversa modulare. 1,4 kg sono un altro contributo alla riduzione del peso complessivo della vettura. La traversa modulare, sulla quale sono montati sterzo e plancia, pesa complessivamente 5,8 kg. L’alleggerimento è stato possibile grazie a un concetto di costruzione con materiali leggeri che prevede l’utilizzo di componenti in acciaio. La struttura della traversa modulare è stata resa leggera il più possibile e stabile quanto necessario grazie a calcoli eseguiti con il metodo degli elementi finiti (FEM).

 

 

Gli spessori ottimali dell’acciaio e le misure strutturali, come le nervature inserite in modo mirato, da un lato hanno migliorato la rigidità della traversa e dall’altro hanno ridotto il peso di 1,4 kg, come già ricordato. In fondo, utilizzando procedure come il metodo degli elementi finiti gli ingegneri Volkswagen hanno seguito gli esempi presenti in natura, dove ad esempio  in uno stelo di grano si riscontra un rapporto sorprendente tra la sezione di un componente e la sua rigidità. Questa è la strada.

 

La nuova Golf nasce negli stabilimenti di Wolfsburg e Zwickau, accanto a modelli come la Passat e Phaeton. Nei due video alcuni passaggi della produzione:

 

 

 

 

 

 

Climatizzatore e sedili

 

Climatizzatore

L’intero climatizzatore della Golf è stato ridisegnato e rielaborato per pesare 2,7 kg in meno. Indipendentemente dal peso, il climatizzatore della Golf con il suo circuito di raffreddamento ad alto rendimento costituisce un punto di riferimento in fatto di comfort ed efficienza, poiché funziona in modo estremamente silenzioso (fino a -5 dB(A)); essenzialmente raggiunge la temperatura desiderata in modo più rapido e, grazie al nuovo comando della ventola e a una regolazione intelligente del clima, consuma particolarmente poco (fino a -4 ampere). La riduzione di peso di 2,7 kg si ottiene tra l’altro grazie all’ottimizzazione degli spessori di diversi componenti dell’impianto, a condotte forzate dal diametro ridotto, a un nuovo concetto di fissaggio e a uno scambiatore di calore ad alto rendimento anch’esso dal peso ottimizzato.

Sedili

Oltre a numerosi provvedimenti di minore entità, per quanto riguarda i sedili, in particolare, è stato ridotto il peso degli schienali nel vano posteriore, per risparmiare in totale fino a 7 kg. Di nuovo grazie al metodo degli elementi finiti (FEM) e all’utilizzo di acciai ad alta resistenza abbinato alla saldatura laser è stato possibile ottimizzare sia gli spessori che la geometria dei profili. Agli ingegneri è bastato questo e l’impiego di agganci degli schienali più leggeri per ottenere una riduzione di peso superiore al 15%.

Carrozzeria

La carrozzeria deve essere stabile per poter garantire una sicurezza ottimale e il massimo comfort. Allo stesso tempo la sua struttura dovrebbe restare agile e scattante per fare in modo che tutta la vettura sia leggera ed efficiente. Stabilità e leggerezza: conciliare questi due parametri è sempre stata una delle sfide più grandi del mondo automobilistico. In particolare se l’auto, come nel caso della Golf, deve poter essere acquistata da milioni di persone. Materiali estremamente costosi come alluminio, magnesio o persino materiali in fibra di carbonio sono esclusi a priori in questo segmento, quanto meno in grandi quantità. Di conseguenza la Volkswagen si basa sulle sinergie del pianale modulare trasversale (MQB), un approccio innovativo con acciai ad alta resistenza e processi di produzione all’avanguardia. I 23 kg in meno, senza costi aggiuntivi, ottenuti nel settore della struttura di carrozzeria nonostante le maggiori dimensioni della vettura e i requisiti ancora più severi relativamente a rigidità e caratteristiche anti-crash, dimostrano che questo sistema funziona.

Motori benzina

 

Che la Golf VII sia basata sul pianale modulare trasversale è un aspetto tecnico non privo di significative conseguenze. Si tratta infatti di una Golf nuova in molte parti: dalla carrozzeria, agli interni,  compresi i sistemi di infotainment, fino ai numerosi nuovi sistemi di assistenza.

Sono state mantenute sostanzialmente  alcune soluzioni tecniche che, già sul modello precedente, hanno dimostrato di essere idonee alle sfide del futuro, quali ad esempio il cambio DSG a doppia frizione a 6 e 7 rapporti.  Tutte le versioni sono dotate di serie dei sistemi start/stop (riduzione dei consumi fino al 4%) e di recupero dell’energia (riduzione delle emissioni di CO2 del 3%). Grazie alla sinergia delle diverse misure adottate è stato possibile contenere le emissioni di CO2 fino ad un massimo del 23%.

Selezione del profilo di guida. Per la prima volta sulla Golf viene inoltre proposta una funzione che permette di scegliere il programma di guida preferito. Sono disponibili complessivamente quattro opzioni, che diventano cinque in abbinamento al DCC (regolazione adattiva dell’assetto): Eco, Sport, Normal, Individual e, con il DCC, anche Comfort. In particolare, con il profilo di guida Eco, il funzionamento del motore, del climatizzatore e di ulteriori gruppi ausiliari, viene gestito nell’ottica del massimo contenimento dei consumi. Inoltre, sulle vetture con DSG la modalità Eco prevede la funzione che sfrutta l’inerzia: se il guidatore solleva il piede dal pedale dell’acceleratore (ad esempio avvicinandosi a un semaforo o percorrendo tratti in discesa) il DSG “stacca” la frizione e il motore gira al regime del minimo. In questo modo, adottando uno stile di guida opportuno, l’energia cinetica della Golf può essere sfruttata in modo ottimale.

 

Motorizzazioni benzina

Come propulsori benzina vengono impiegati esclusivamente TSI sovralimentati a iniezione diretta (4 cilindri a quattro valvole). Le motorizzazioni benzina disponibili al debutto della nuova Golf vantano rispettivamente 85 e 140 CV di potenza. Già quella meno potente sorprende per il consumo nel ciclo combinato pari ad appena 4,9 l/100 km (a fronte di emissioni di CO2 di 113 g/km): 0,6 litri in meno del corrispondente motore del modello precedente. Per la prima volta la Golf viene inoltre proposta con il sistema di gestione attiva dei cilindri ACT, applicato al TSI 140 CV: un motore che così equipaggiato soddisfa già oggi la futura norma sui gas di scarico Euro 6 grazie anche a un consumo nel ciclo combinato di appena 4,8 l/100 km (pari a 112 g/km di CO2). A titolo di confronto, l’analogo motore del modello precedente dotato di 122 CV, già parco nei consumi ma con 18 CV in meno di potenza, consumava 6,2 l/100 km (con emissioni di CO2 di 144 g/km).

 

ACT – Funzionamento in dettaglio

 

Il sistema di gestione attiva dei cilindri (ACT) del 1.4 TSI è una novità. La Volkswagen è la prima Casa automobilistica al mondo a impiegare, su motori a quattro cilindri prodotti in grande serie, questo dispositivo tecnologico innovativo, finalizzato al contenimento dei consumi. Nel caso della nuova Golf VII è abbinato al motore TSI 140 CV. Ecco il principio di funzionamento di questo sistema: a basso e medio carico, due dei quattro cilindri vengono disattivati, consentendo così di ridurre il consumo nel ciclo combinato di 0,4 l/100 km. L’esclusione dei cilindri si verifica quando il regime è compreso tra 1.400 e 4.000 giri e la coppia fino a 85 Nm. 

 

Motori TDI

 

Motorizzazioni Diesel

Rinnovata anche la gamma di motori Diesel. I motori a gasolio a iniezione diretta, anch’essi sovralimentati a 4 cilindri con quattro valvole, erogano 105 e 150 CV di potenza. Il grado di efficienza dei motori Diesel della nuova Golf è esemplare fin dal modello di accesso, il TDI 105 CV, che vanta un consumo nel ciclo combinato di soli 3,8 l/100 km (pari a 99 g/km di CO2). Con il modello precedente questo valore veniva raggiunto solamente dalla specifica Golf BlueMotion, non dalla versione di accesso, come invece accade con la nuova Golf. Anche il TDI 150 CV della Golf, tuttavia, è estremamente efficiente, com’è confermato dal consumo nel ciclo combinato di 4,1 l/100 (per 106 g/km di CO2). È ancora una volta la Golf BlueMotion a ottenere i valori migliori: grazie all’impiego di soluzioni specifiche, con solo 85 g/km di emissioni di CO2 e un consumo nel ciclo combinato di 3,2 litri di gasolio per 100 km.

Sicurezza e comfort ottimizzati

Tra i nuovi sistemi di assistenza spiccano la frenata anti collisione multipla (che a livello mondiale nel segmento delle compatte è stata impiegata di serie fino ad oggi solo dal Gruppo Volkswagen) il sistema proattivo di protezione degli occupanti, il bloccaggio elettronico del differenziale XDS di serie (già presente sulla Golf GTI), la regolazione automatica della distanza (ACC) con Front Assist e funzione di frenata di emergenza City.

L’elenco comprende anche i dispositivi di assistenza per il mantenimento della corsia Lane Assist, di riconoscimento della stanchezza del guidatore e della segnaletica stradale oltre ai sistemi automatici di parcheggio Park Assist di ultima generazione con OPS (visualizzazione a 360°), e di gestione dei fari Light Assist e Dynamic Light Assist. A tutto ciò si aggiungono nuove dotazioni quali sterzo progressivo (dinamica ottimizzata e maggiore comfort), possibilità di selezionare cinque differenti programmi di guida (Eco, Sport, Normal, Individual e, in combinazione con il DCC, anche Comfort) freno di stazionamento elettronico, nuovi sedili sportivi ergonomici (ergoActive), sistema di protezione contro gli errori di rifornimento carburante per le versioni Diesel, parabrezza Comfort anch’esso inedito per questo segmento e sistemi di infotainment di nuova generazione.

Sistemi di assistenza

– Protezione automatica Frenata anti collisione multipla. Una grande novità della Golf è rappresentata dal sistema di frenata anti collisione multipla che ha già ottenuto dall’ADAC (il più autorevole automobil club tedesco) il premio per l’innovazione sul fronte sicurezza.

Infatti, gli studi effettuati nell’ambito della ricerca sugli incidenti stradali hanno evidenziato che ben un quarto dei sinistri con lesioni alle persone sono caratterizzati da collisioni multiple: si tratta cioè di eventi nei quali, dopo il primo impatto, se ne verifica un secondo. Il sistema di frenata anti collisione multipla frena automaticamente la vettura dopo la prima collisione per ridurre in modo significativo l’energia cinetica ancora presente.

La frenata si basa sul riconoscimento del primo impatto, ottenuto tramite la sensoristica degli airbag. La decelerazione della vettura a seguito della frenata è limitata dal controllo elettronico della stabilizzazione ESC a un valore massimo di 0,6 g. Questo valore corrisponde al valore di decelerazione del Front Assist; in questo modo la governabilità della vettura da parte del guidatore è garantita anche nel caso della frenata automatica. Chi si trova alla guida può comunque disattivare il sistema in qualsiasi momento premendo energicamente il pedale dell’acceleratore. Il dispositivo si disattiva inoltre in modo automatico quando il guidatore stesso effettua una frenata di emergenza in cui la decelerazione è ancora maggiore. Il sistema di assistenza esegue la frenata fino a quando la vettura raggiunge una velocità costante di 10 km/h; questa velocità residua offre l’energia cinetica ideale per condurre la vettura, dopo la frenata, in un luogo sicuro.

Sistema proattivo di protezione occupanti (PreCrash).

La protezione proattiva degli occupanti è un tipico esempio di tecnologia mutuata dalle classi superiori e impiegata nel segmento delle compatte. Il sistema è stato utilizzato per la prima volta dalla Volkswagen sulla Touareg. Oggi la protezione proattiva degli occupanti debutta sulla Golf che pertanto, a livello mondiale, è una delle poche vetture di questa classe a poter vantare un simile sistema di sicurezza.

Se il sistema proattivo di protezione degli occupanti riconosce un potenziale rischio di incidente (ad esempio tramite una frenata di emergenza, quindi attraverso il sistema attivo di assistenza della frenata), avviene automaticamente il pretensionamento delle cinture di sicurezza del guidatore e del passeggero anteriore, in modo da garantire la miglior protezione possibile per mezzo del sistema airbag e cinture di sicurezza.

Qualora in una situazione di guida instabile, come per esempio in caso di sovrasterzo o sottosterzo con l’intervento dell’ESC, si verifichi una forte accelerazione trasversale, vengono inoltre chiusi sia i cristalli laterali che il tetto scorrevole (fino a un apposito punto di fermo). Infatti, gli airbag per la testa e gli airbag laterali possono effettuare al meglio la loro azione protettiva e quindi funzionare in completa efficacia con i cristalli e il tetto pressoché chiusi.

Adaptive Cruise Control.

Fino ad oggi il sistema Adaptive Cruise Control (ACC) era riservato a vetture dei segmenti superiori, come ad esempio la Volkswagen CC o la Phaeton. Con la Golf l’ACC debutta nella classe compatta; il sistema utilizza un sensore radar integrato nel frontale. L’ACC è attivo a velocità comprese tra 30 e 160 km/h con cambio manuale e tra 0 e 160 km/h con l’automatico DSG. In presenza del DSG, l’Adaptive Cruise Control controlla l’auto che, a seconda della situazione, viene frenata fino all’arresto e riparte in modo completamente automatico nelle situazioni stop-and-go (tipiche della marcia nel traffico “a elastico”).

L’ACC mantiene la velocità preimpostata e la distanza definita dal guidatore, rallentando o accelerando automaticamente la vettura nel traffico. La dinamica del sistema può essere modificata dal guidatore grazie alla selezione di uno dei nuovi programmi di marcia disponibili a richiesta.

Front Assist

Ill Front Assist funziona come l’ACC grazie al sensore radar integrato nel frontale che monitora permanentemente la distanza dei veicoli che precedono. Anche ad ACC disattivato, il Front Assist supporta chi sta al volante in situazioni critiche, per esempio nell’imminenza di un possibile tamponamento, ovvero predispone l’impianto frenante e avvisa il guidatore con segnali ottici e acustici “invitandolo” a intervenire. In caso di frenata debole da parte del conducente, il sistema aumenta automaticamente la pressione frenante. Qualora invece il guidatore non reagisca, il Front Assist decelera automaticamente la vettura, per ridurre il più possibile la velocità dell’impatto. Il sistema avvisa inoltre il guidatore nel caso in cui si riduca troppo la distanza rispetto al veicolo che precede. Parte integrante del Front Assist è la nuova funzione di frenata di emergenza City.

Funzione di frenata di emergenza City

 

La funzione di frenata di emergenza City, disponibile per la prima volta sulla Golf, è un’evoluzione del Front Assist e monitora per mezzo di un sensore radar lo spazio antistante la vettura. Il nuovo sistema agisce in un range di velocità inferiore a 30 km/h. In caso di un possibile tamponamento, se il guidatore non intraprende nessuna azione per evitare l’urto con la vettura che precede, l’impianto frenante viene predisposto come avviene nel caso del Front Assist. Se necessario, la funzione di frenata di emergenza City interviene con una frenata automatica per ridurre le conseguenze di un impatto imminente e, se il guidatore non frena con forza sufficiente, gli mette a disposizione tutta la forza frenante.

Sistema di riconoscimento della stanchezza del guidatore

Questo sistema, presentato per la prima volta sull’attuale versione della Passat, registra un’eventuale diminuzione della concentrazione di chi si trova al volante, richiamando l’attenzione del guidatore con un segnale acustico della durata di cinque secondi e con un messaggio nella strumentazione che sottolinea la necessità di fare una pausa. Se nei 15 minuti successivi il guidatore non effettuerà pause, l’avviso verrà ripetuto una volta. Per svolgere il suo compito, appena iniziato il viaggio, il sistema analizza e acquisisce tra l’altro il comportamento di guida caratteristico del guidatore. Poi, durante il tragitto, il dispositivo analizza in modo permanente gli indicatori della condotta di guida, come quello relativo all’angolo di sterzata. Se dall’analisi il comportamento di guida risulta diverso rispetto a quello tenuto all’inizio del percorso, vengono emessi i segnali di avviso. Indipendentemente da ciò, dopo quattro ore di guida continua con sistema attivato, viene segnalata al guidatore la necessità di effettuare una pausa.

Il pianale

 

Il pianale modulare trasversale riguarda tutte le motorizzazioni. La progettazione del pianale modulare trasversale ha tenuto conto della crescente gamma di motorizzazioni: in concreto, il pianale modulare trasversale, accanto alle due attuali nuove gamme di motori strutturati in modo modulare (benzina: EA211 / Diesel: EA288), offre la possibilità di integrare senza limitazioni e compromessi anche propulsori alternativi quali quelli a gas metano (GNC), ibridi o elettrici.
 
Il pianale modulare trasversale chiude un cerchio. Per quanto riguarda il Gruppo Volkswagen, l’MQB va ad aggiungersi al pianale modulare longitudinale (MLB) sviluppato dalla Audi, alla piattaforma sportiva modulare MSB realizzata con il Centro di competenza Porsche e alla New Small Family con la Volkswagen up!, la SEAT Mii e la Škoda Citigo come modelli attualmente più compatti della Casa.
 
Considerando gli oltre 220 modelli realizzati e i più di 90 stabilimenti di produzione in tutto il mondo con 448.000 addetti, la standardizzazione su vasta scala di componenti e processi produttivi gioca di fatto un ruolo di fondamentale importanza.
 
Omogeneità di posizione
 
Una caratteristica prevalente del nuovo pianale modulare trasversale è l’omogeneità della posizione di montaggio di tutti i motori. Perché questo sia possibile, la Volkswagen ha rielaborato la famiglia dei motori a combustione. La testa dei cilindri è stata ruotata e l’ordinamento dei principali raccordi così come l’inclinazione del gruppo sono stati allineati agli altri motori. In questo modo ora il lato di aspirazione risulta sempre posizionato anteriormente e il dispositivo dei gas di scarico posteriormente. Di conseguenza, per la prima volta si può realizzare un unico modello di flangia che permette l’utilizzo dello stesso cambio per tutte le famiglie di propulsori in ogni classe di coppia.
Un ruolo importante nella strategia MQB è costituito dai pianali modulari integrati per motori benzina (MBB) con la nuova serie di motori EA211 (tra cui il primo quattro cilindri a livello mondiale con sistema di esclusione dei cilindri) e il pianale modulare per motori Diesel (MDB) con i motori della serie EA288 anch’essi di nuova concezione.
 
Maggior flessibilità
 
Nel complesso, il nuovo sistema MQB ha consentito all’azienda di ridurre le varianti di motore e cambio dell’88%. Questa riduzione della complessità si traduce in un aumento della flessibilità. Il pianale modulare trasversale, come precedentemente detto, offre infatti la possibilità di collocare, oltre ai motori a combustione convenzionali, anche tutti i motori alternativi esistenti nella stessa posizione di montaggio senza limitazione alcuna. Dalle versioni a gas metano (GNC) alle versioni ibride, fino a quelle a trazione puramente elettrica. E la Volkswagen ha già annunciato l’impiego del pianale modulare trasversale per l’anno 2013 per quella che sarà la nuova Golf Blue-e-motion, ovvero la Golf elettrica.
 
Vantaggi a livello di design, package e sicurezza
 
I vantaggi di norma connessi all’impiego dal pianale modulare trasversale sono molteplici e vanno a beneficio dei clienti in modo mirato: ad esempio la traslazione in avanti di 40 mm delle ruote anteriori (rispetto agli attuali modelli del Gruppo nel segmento delle auto compatte) conferisce proporzioni particolarmente equilibrate per quanto riguarda il design, aumenta la possibilità di sfruttare in modo ottimale lo spazio (il cosiddetto package) e consente il miglioramento della struttura in caso di crash.
 
Minor peso, maggiori innovazioni
 
Grazie a un intelligente mix di materiali, il pianale modulare trasversale consente di risolvere al meglio i problemi legati al peso. Sulla Golf ad esempio, nonostante i grandi passi avanti effettuati sul fronte comfort e sicurezza, il peso della vettura di prossima generazione sarà al medesimo livello di quello della vettura di quarta generazione (venduta dal 1997 al 2003). Allo stesso tempo, con il lancio dei primi modelli col pianale modulare trasversale la Volkswagen introdurrà 20 innovazioni nel settore sicurezza e infotainment che in precedenza venivano riservate alle vetture di segmento più elevato.
 
Struttura del pianale più leggera di 18 kg
 
La struttura del pianale modulare trasversale sarà quindi più leggera che in precedenza (circa 18 kg in meno) grazie all'ampia adozione di acciai formati a caldo ad altissima resistenza che presentano caratteristiche di crash ottimizzate. Anche i componenti dell'abitacolo sono stati ottimizzati dal punto di vista del peso. Ne sono un esempio i sedili posteriori, la struttura portante della plancia e anche la climatizzazione. Nel complesso, il peso dei componenti interni dei modelli futuri si ridurrà di oltre 10 kg rispetto a quello dei modelli precedenti a fronte comunque di un ulteriore miglioramento delle caratteristiche di comfort. Grazie all'ottimizzazione dei dettagli, anche i componenti elettrici del pianale modulare trasversale avranno un peso di circa 3 kg inferiore a quello dei modelli precedenti.
 
Fino a 21 kg di peso in meno per il motore
 
 A livello della catena cinematica il peso di tutti i motori e di tutte le varianti del cambio è stato ulteriormente ridotto, in particolare quello del motore benzina 1.4 122 CV: nella produzione di serie questo peserà oltre 21 kg in meno, un risultato dovuto principalmente all'impiego di alluminio per il basamento cilindri.
 
Miglioramento delle caratteristiche di marcia e aumento del comfort offerto. L’ottimizzazione del peso dei componenti ha consentito di realizzare un telaio più leggero, visto il minor peso che questo deve sopportare. Di conseguenza anche in questo caso, grazie a un’ulteriore ottimizzazione strutturale e a un’intelligente scelta dei materiali il peso si è ridotto di oltre 6 kg. Parallelamente migliorano anche le caratteristiche di guida e comfort, in quanto le masse in movimento risultano inferiori rispetto al passato.
 
Stop all’aumento del peso
I veicoli su pianale modulare trasversale peseranno complessivamente oltre 40 kg in meno rispetto ai loro predecessori. L’MQB consente dunque bloccare l’aumento del peso in modo ecocompatibile oltre che di risolvere i problemi a esso legati. 
 
 
 

 

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