Volkswagen ID.3: come è fatto il suo motore elettrico?

Un’unità particolare, leggera e molto compatta che farà da base a tutti i futuri modelli elettrici del colosso tedesco.

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La Volkswagen ID.3 è il primo modello interamente elettrico della nuova generazione della Casa di Wolfsburg. Si tratta del modello “madre” sul quale prenderanno vita tutte le future vetture a batteria della Casa tedesca e degli altri brand del Gruppo. Alla sua base troviamo la piattaforma modulare MEB sulla quale poggia un propulsore elettrico estremamente compatto. Stiamo parlando di una unità che potrebbe tranquillamente trovare posto all’interno di un borsone sportivo e che farebbe fermare l’ago della bilancia a un valore di “soli” 90 chilogrammi. Tale motore, nonostante le dimensioni compatte e il peso contenuto, è comunque in grado di erogare la bellezza di 204 cavalli o 150 chilowatt di potenza massima e fino a 310 Nm di coppia massima.

Tale motore elettrico, denominato APP 310, è un propulsore a batteria di tipo sincrono brushless a magnete permanente in cui il rotore gira all’interno dello statore quando la corrente elettrica, attraversando quest’ultimo, crea un vero e proprio campo magnetico. Si genera quindi un vero e proprio movimento rotatorio, in cui il rotore ruoterà in contemporanea rispetto al campo magnetico generato dallo statore, che si basa sul principio dei poli che si attraggono e si respingono a seconda che siano opposti oppure uguali.

Ricordiamo, infatti, che lo statore è un componente statico, una sorta di cilindro cavo composto da bobine di filo di rame mentre il rotore è un cilindro pieno che inizia a girare quando la corrente elettrica attraversa lo statore, creando un campo magnetico. Tale propulsore, montato assieme alla trasmissione in modo parallelo rispetto agli assi, è capace di erogare il valore di coppia massima a regimi di rotazione molto bassi, rendendo sufficiente un cambio a rapporto unico.

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