La nuova GTI è sì una sportiva, ma non
estrema come sembra. Basta analizzare la curva di potenza, sempre molto
regolare e priva di quei picchi tipici dei vecchi turbo. Il risultato è
una prontezza di risposta ai comandi del gas simile a quella di un aspirato
di grossa cilindrata, con una progressione costante a prescindere dal regime
del motore e dalla pressione sull’acceleratore, tanto da rendere a volte
difficile percepire una potenza di oltre 200 Cv.
Se a questo si aggiunge che sulle nostre
bilance la GTI ha evidenziato una massa di ben 1.420 kg con il pieno di
carburante, si capisce come mai le prestazioni della Golf con cambio manuale
siano risultate inferiori rispetto a quelle di 2 temibili concorrenti come
Honda Civic Type R e Renault Mégane Sport non tanto negli scatti ma soprattutto
in velocità massima.
Mentre la tedesca ha impiegato infatti
7,32 secondi nello 0-100 km/h, Honda e Renault si sono attestate rispettivamente
sui 6,60 e 6,62 secondi. La Golf, poi, nonostante un lungo lancio, ha raggiunto
una velocità massima di soli 221,2 km/h con il motore fermo a 5.390 giri,
1.000 giri sotto il regime di potenza massima, rimanendo così ben al di
sotto dei 235 km/h dichiarati dalla Casa ma non riuscendo neppure a tenere
il passo di Civic e Mégane, che si sono attesta rispettivamente a 234,5
e 231,5 km/h.
In compenso la particolare erogazione
del motore turbo Vw, oltre a rendere più piacevole e rilassante la guida
quotidiana grazie alla possibilità di ridurre sensibilmente l’uso del
cambio, assicura riprese al vertice della categoria. Si potrebbe quasi
considerare la GTI più una sorta di granturismo che non a una sportiva
vera e propria, ma questo solo finchè non si affronta un misto e si scopre
la seconda anima della più potente delle Golf ora in listino.
Basta infatti percorrere una curva per
capire l’indole della GTI, agilissima nei cambi di direzione, veloce nel
raggiungere la traiettoria desiderata e altrettanto precisa nel mantenerla
anche in virtù di uno sterzo pronto e fedele nel trasmettere al guidatore
le condizioni di aderenza delle ruote. Pneumatici dalla spalla ribassata
che esaltano la precisione in percorrenza di curva, dove l’erogazione
progressiva del motore in questo caso aiuta a contenere i sottosterzi di
potenza tipici delle auto a trazione anteriore con più di 200 Cv.
Un po’ sotto la media invece i freni,
ben modulabili ma meno potenti rispetto alla concorrenza, come testimoniano
i 67,1 metri rilevati da 130 km/h se confrontati con i 63,1 e 64,7 metri
di Mégane Sport e Civic Type R. Buono invece il cambio manuale a 6 marce,
caratterizzato da innesti precisi ma non troppo contrastati. Confort buono:
a 130 km/h la rumorosità rilevata sulla Golf è risultata più bassa di 2,2
e 2,9 decibel rispetto a quella della francese e della giapponese, ma anche
per la risposta delle sospensioni sullo sconnesso, mai troppo brusca.
La
nuova GTI è sì una sportiva, ma non estrema come sembra.
Basta analizzare
la
curva di potenza, sempre molto regolare e priva di quei picchi tipici
dei vecchi turbo. Il risultato è una
prontezza di
risposta ai comandi
del gas simile a quella di un aspirato di grossa cilindrata, con una
progressione costante a prescindere dal regime del motore e dalla pressione
sull’acceleratore, tanto da
rendere a volte difficile percepire
una
potenza di oltre 200 Cv.
Se a questo si aggiunge che sulle nostre
bilance
la GTI ha evidenziato una massa di ben 1.420 kg con il
pieno
di carburante, si capisce come mai
le prestazioni della Golf con cambio
manuale siano risultate inferiori rispetto a quelle di 2 temibili concorrenti
come Honda Civic Type R e Renault Mégane Sport non tanto negli scatti
ma soprattutto in velocità massima.
Mentre
la tedesca ha impiegato infatti 7,32 secondi nello 0-100 km/h, Honda e
Renault si sono attestate rispettivamente sui 6,60 e 6,62 secondi.
La Golf, poi, nonostante un lungo lancio, ha raggiunto una
velocità
massima di soli 221,2 km/h con il motore fermo a 5.390 giri, 1.000 giri
sotto il regime di potenza massima, rimanendo così
ben al di sotto
dei 235 km/h dichiarati dalla Casa ma non riuscendo neppure a tenere
il passo di Civic e Mégane, che si sono attesta rispettivamente a 234,5
e 231,5 km/h.
In compenso la particolare erogazione del
motore turbo Vw, oltre a
rendere più piacevole e rilassante la guida
quotidiana grazie alla possibilità di ridurre sensibilmente l’uso
del
cambio, assicura riprese al vertice della categoria. Si potrebbe quasi
considerare
la GTI più una sorta di granturismo che non a una sportiva
vera e propria, ma questo solo finchè non si affronta un misto e si
scopre
la seconda anima della più potente delle Golf ora in listino.
Basta infatti percorrere una curva per
capire l’indole della GTI, agilissima nei cambi di direzione,
veloce
nel raggiungere la traiettoria desiderata e altrettanto precisa nel
mantenerla
anche in virtù di uno sterzo pronto e fedele nel trasmettere al guidatore
le condizioni di aderenza delle ruote. Pneumatici dalla spalla ribassata
che esaltano la
precisione in percorrenza di curva, dove l’erogazione
progressiva del motore in questo caso aiuta a contenere i sottosterzi di
potenza tipici delle auto a trazione anteriore con più di 200
Cv.
Un
po’ sotto la media invece i freni, ben modulabili ma meno potenti rispetto
alla concorrenza, come testimoniano i
67,1 metri rilevati da 130
km/h se confrontati con i
63,1 e 64,7 metri di
Mégane
Sport e Civic Type R.
Buono invece il cambio manuale a 6 marce,
caratterizzato da innesti precisi ma non troppo contrastati.
Confort
buono: a 130 km/h la rumorosità rilevata sulla Golf è
risultata più
bassa di 2,2 e 2,9 decibel rispetto a quella della francese e della giapponese,
ma anche per la risposta delle sospensioni sullo sconnesso, mai troppo
brusca.