Vignetta autostrade tedesche: per la corte UE è illegittima

Gravando esclusivamente sui cittadini provenienti da altri stati membri dell’Unione Europea, la vignetta per le autostrade tedesche, che potrebbe costare fino a 130 euro annui, diventerebbe un provvedimento discriminatorio per tutti i cittadini non residenti.

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La Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la sentenza C-591/17 ha di fatto tagliato le gambe nel vero senso della parola al Governo tedesco. Ha, infatti, sancito come la “vignetta” autostradale tedesca, il canone che solo gli stranieri in Germania dovrebbero pagare per fruire delle autostrade tedesche, sia illegittima per i cittadini della comunità europea perché viola di fatto le leggi del blocco comunitario. Ma vediamo di spiegarci meglio.

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La Germania aveva per l’appunto deciso di introdurre questa nuova tassa sull’utilizzo della proprie autostrade, imposta che doveva un po' ricalcare il modello del “più la usi, più inquini e più paghi”. Un vero e proprio abbonamento con bollini autostradali da 10 giorni (da 2,50 a 25 euro), da due mesi (da 7 a 50 euro) o persino da un anno solare (130 euro al massimo) che avrebbe dovuto inizialmente essere applicato a tutti, tanto ai residenti e cittadini tedeschi quanto agli stranieri. Il Governo tedesco ha però poi deciso di far si pagare anche ai cittadini tedeschi ma di scontare loro questa cifra direttamente dalla tassa di possesso delle loro autovetture, pareggiando di fatto i conti. Per tutti gli stranieri e i residenti degli altri stati della UE, invece, vi sarebbe stata la nuova e amara sorpresa del bollino autostradale da pagare in toto.

Questa discriminazione ha fatto però insorgere la vicina Austria che, appellandosi al principio che uno Stato membro può proporre un ricorso per inadempimento diretto contro un altro Stato europeo che è venuto meno ai propri obblighi del diritto dell’Unione, si è opposta alla vignetta autostradale, sollevando la questione alla Corte Europea e facendo notare che l’introduzione della vignetta da parte della Germania era illegittima. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea dal canto suo non ha potuto fare altro che constatare che questa metodologia di tassazione costituisce una discriminazione basata sulla cittadinanza, violando i principi della libera circolazione delle merci e della libera prestazione dei servizi perché grava esclusivamente sugli stranieri con veicoli immatricolati in altri Stati membri e non sui tedeschi, che invece non pagano il canone.

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