Il 1979 segna l’inizio del tramonto per la squadra inglese, già tre volte iridata con Jackie Stewart. Dopo aver stupito il mondo nel 1976 con la P34 a sei ruote, si trova infatti a dover affrontare un nuovo tema tecnico: quello dell’effetto suolo che ha reso invincibili le Lotus. Così, per andare sul sicuro, fotocopia la monoposto rivale.
Quando nell’inverno del 1978 la stampa venne invitata per la presentazione della nuova Tyrrell destinata al Mondiale dell’anno dopo, giornalisti e addetti ai lavori non sapevano bene cosa aspettarsi. La famosa squadra inglese, si sapeva, aveva appena perso due importanti sponsorizzazioni, la First National City Travelers Cheks e la Elf, l’azienda petrolifera transalpina che aveva sostenuto per anni la Tyrrell, caratterizzando il look delle carrozzerie dipinte nel blu di Francia.
Di sicuro c’era solo l’dea che la nuova macchina sarebbe stata ad effetto suolo, la soluzione tecnica inventata da Colin Chapman che nel 1978 aveva reso imprendibili le Lotus 79 e consegnato oltre alla Coppa costruttori anche il titolo piloti a Mario Andretti.
Alla presentazione erano presenti i piloti di Ken Tyrrell, l’esperto Jean Pierre Jarier e la giovane promessa Didier Pironi, entrambi francesi. Jarier, ex campione europeo di F2 nel 1973 e brillante nelle stagioni in F.1 con la Shadow accanto al forte Tom Pryce, era reduce da una annata tribolata con la ATS, ma per le due ultime gare era stato chiamato da Chapman per sostituire lo scomparso Ronnie Peterson. Una occasione d’oro!
Con la Lotus 79 partecipò dunque al GP degli USA-Est arrivando terzo dopo una sosta per cambiare le gomme, mentre nell’ultimo GP, quello del Canada, dopo essere partito in pole e aver condotto con autorità la gara, fu costretto al ritiro per un problema ai freni. Jarier era il classico pilota molto veloce ma, per un motivo o per l’altro, non sembrava destinato a vincere un GP, manco con la monoposto migliore in assoluto.
Scartato dalla Lotus, firmò per Ken Tyrrell al quale serviva un pilota esperto dopo che Patrick Depailler se ne era andato alla corte di Guy Ligier. Pironi, invece, si era segnalato per aver vinto il GP di F.3 a Monaco nel 1977 e Tyrrell, noto talent-scout, lo aveva ingaggiato già l’anno dopo, ripagato da cinque piazzamenti a punti. Ancora poco esperto e irruento, Pironi era comunque considerato una sicura star per l’immediato futuro (non a caso finirà in Ferrari).
Alla presentazione c’era ovviamente anche il progettista della vettura, Maurice Philippe. Il tecnico inglese aveva un passato molto interessante, avendo lavorato alla Lotus come braccio destro di Chapman. Esperto in aerodinamica, Philippe aveva contribuito in modo importante alla nascita delle Lotus 49 (iridata con Hill nel ’68) e 72 (iridata con Rindt nel ’70), poi decise di seguire il progetto dell’americana Parnelli senza molta fortuna. In Tyrrell arrivò nel 1977 per sostituire il famoso Derek Gardner.
Quest’ultimo aveva progettato tutte le Tyrrell dal 1970, consentendo alla squadra inglese di vincere due Mondiali con Jackie Stewart (1971-1973), ma passò alla storia anche per la P34, la rivoluzionaria monoposto a sei ruote, vincente con Jody Scheckter al GP di Svezia del 1976.
Philippe aveva quindi progettato la 008 per la stagione 1978, una monoposto che nelle mani del bravo Patrick Depailler si era aggiudicata il GP di Monaco. Ma quell’anno, dal GP del Belgio, era scesa in pista la Lotus 79 a effetto suolo, dominando da allora il campionato.
Per tutti i team era necessario quindi costruire una vettura con le stesse soluzioni della monoposto di Chapman e quindi anche dalla Tyrrell ci si attendeva questo. Ken Tyrrell, non si trovava più in una posizione di primo piano come in passato e aveva assoluta necessità di trovare degli sponsor. Molti pensavano che la presentazione della nuova macchina servisse anche a questo.
Quando venne tolto il velo alla 009, i presenti rimasero di stucco. Ma non allo stesso modo di quando venne presentata, tre anni prima, la sei ruote. La nuova Tyrrell 009, totalmente verniciata in blu e senza traccia di sponsor, era la fotocopia della Lotus 79!
Diversi giornalisti avevano il forte sospetto che Bob Tyrrell, figlio di Ken, fosse in qualche modo venuto in possesso dei disegni di progettazione del team campione del mondo e li avesse girati a Philippe.