24 November 2016

Test Yamaha YXZ 1000R, oltre le apparenze

Abbiamo provato il side by side Yamaha YXZ 1000R preparato dal Team Offroad, che vanta un ottimo rapporto costi-prestazioni e che consente di correre già a 16 anni - foto Max Ponti

Test yamaha yxz 1000r, oltre le apparenze

 Sulle prime non sai esattamente come definirlo il Yamaha YXZ 1000R: quad, piccolo buggy, quadriciclo, come da omologazione. Ufficialmente viene definito side by side. Noi l’abbiamo affettuosamente soprannominato “mostriciattolo”, per il suo aspetto simpatico ma al tempo stesso decisamente grintoso. Fatto sta che questa tipologia di mezzi stanno sempre più interessando appassionati e addetti ai lavori del settore off-road. Perché assicurano grande divertimento, grazie all’interessante rapporto peso-potenza, a costi tutto sommato limitati. Infatti, proprio grazie a questa favorevole equazione, potrebbe rappresentare un autentico toccasana per rimpolpare gli sparuti schieramenti delle gare Cross Country Rally. Anche perché abbiamo scoperto che con questo mezzo si può correre già a 16 anni. L’ideale per rinfrescare l’ambiente off-road, ma anche per dei giovani piloti aspiranti rallisti che così potrebbero farsi le ossa apprendendo i segreti della guida su terra al volante di un mezzo dalle prestazioni più che interessanti in attesa del passaggio alle automobili al compimento del diciottesimo anno di età. Per toglierci la curiosità, alla vigilia dell’Italian Baja D’Autunno, abbiamo provato il Yamaha YXZ 1000R preparato dal Team Offroad in versione TM, cioè stock, e in effetti ci siamo divertiti parecchio. Ma da qui a pensare che il “Mostriciattolo” potesse ambire a posizioni di vertice nella classifica assoluta, in tutta onestà, non ce lo aspettavamo. E invece il boss della squadra friulana, Angelo Montico affiancato da Davide Rigoletto, con un mezzo identico a quello della nostra prova, anzi per dirla tutta ancora in rodaggio (prima del via aveva percorso 3,4 km), si è preso il lusso di piazzarsi al secondo posto assoluto preceduto solamente dai neo campioni tricolori Lorenzo Codecà-Bruno Fedullo (Suzuki Grand Vitara T1, illustrata su Automobilismo di ottobre), ma davanti a un bel gruppo di vetture T2 e anche T1. Certo, senza la sfortuna che ha fermato i leader Elvis Borsoi-Paolo Manfredini (Toyota “Toyodell) a pochi chilometri dal traguardo sarebbe stato un terzo posto, ma la sorprendente prestazione del “Mostriciattolo” rimane tutta.


 

Dal turismo alle corse

Il progetto della squadra friulana, in stretta collaborazione con la società “Quaddy” che si occupa dell’omologazione europea dei quadricicli Yamaha, punta ad offrire agli appassionati un mezzo pronto corsa a costi contenuti, sia di acquisto (29.990 euro+ IVA) sia come gestione grazie a semplicità e affidabilità, divertente e con possibilità di puntare a risultati di assoluto rilievo. Infatti, l’intervento dei tecnici Offroad Motors non modifica nulla della meccanica Yamaha, compreso il limitatore di velocità massima a 123 km/h (in realtà, qualcosa in più rilevato dal GPS), limitandosi ad asportare alcuni accessori non utili per le corse applicandone altri necessari per partecipare alle competizioni. A partire dalle dotazioni di sicurezza: sedili racing, belli e funzionali, e relative cinture di sicurezza a sei punti, estintore, staccabatteria, e il completamento della gabbia di sicurezza, omologata, con le croci di rinforzo laterali e trasversale che oltre a garantire maggiore sicurezza incrementano la rigidezza di tutta la struttura del telaio. Peraltro una modifica non troppo invasiva, utilizzando i tre punti di attacco originali oltre ad uno inferiore inferiore creato semplicemente tagliando un pezzettino di plastica del battitacco, in modo tale da poter ritornare facilmente alla versione originale. Le uniche altre modifiche alla parte telaistica riguardano l’adozione di cerchi ruota da 15”, che grazie all’ET consentono di allargare le carreggiate di 35 mm per parte, e una doppia molla (sul mezzo della nostra prova, mentre quello utilizzato in gara da Montico era standard) che aiuta a rendere meno nervoso l’assetto “copiando” meglio le asperità del terreno. Per il resto, tutti gli elementi delle sospensioni, con l’ancoraggio dei bracci tramite boccole rigide e gli ammortizzatori FOX Podium piggyback RC2 regolabili in compressione alle alte e basse velocità e in estensione (con escursione di 406 mm anteriore e 432 posteriore), rimangono originali. Così come l’impianto frenante, con pompa singola e quattro dischi da 245 mm accoppiati a pinze a doppio pompante, e il gruppo motore-trasmissione. Il tre cilindri Yamaha, da 112 cv a 10.000 giri/min (75 cv alla ruota), con lubrificazione a carter secco, è montato leggermente inclinato verso sinistra, così da consentire il passaggio nella parte inferiore dell’albero di trasmissione che trasmette il moto all’asse posteriore. La trasmissione, appositamente realizzata per l’utilizzo off-road, è composta da un cambio sequenziale a cinque rapporti a denti dritti, montato in posizione centrale, da cui partono due alberi di trasmissione che vanno al differenziale anteriore, con una taratura piuttosto lieve, e al ripartitore posteriore, bloccato al 100%, così come la ripartizione della coppia tra i due assi. Tramite l’apposita manopola sulla console centrale si può scegliere la modalità di trazione: 2WD, con trazione posteriore per i trasferimenti, 4WD utilizzata in gara, e 4WD con blocco differenziali per cavarsi d’impaccio da situazioni particolarmente critiche (insabbiamenti etc.). Per l’anno prossimo sarà disponibile anche una versione evoluta per la categoria T3 (costo 35.000 euro + IVA), che oltre all’innalzamento del limite di velocità e al serbatoio omologato posteriore, potrà contare sul ripartitore della frenata.


 

Sorprendente

Per la nostra prova, svolta alla vigilia dell’Italian Baja D’Autunno utilizzando grazie alla disponibilità dell’organizzatore Mauro Tavella anche un breve tratto del percorso, abbiamo utilizzato il Yamaha YXZ 1000R (di colore giallo) già schierato dal Team Offroad in alcune gare in questa stagione e ancora perfettamente in forma. Tanto che ci ha fatto divertire davvero molto, come potete vedere dai video on-board e action, sorprendendoci in modo positivo per prestazioni e guidabilità. Per la prova completa vi rimandiamo al numero di Automobilismo di dicembre, che sarà in edicola nei prossimi giorni, nel frattempo potete godervi la ricca gallery (foto di Max Ponti) ed i video.

 


 

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